Franco
(02/11/2010 08:15)
Il Kosovo è serbo, non lo dico per una mitica battaglia di 700 anni fa né per deliri nazionalisti, lo dico con estrema pacatezza, moderazione e tranquillità, forte del fatto che questa è la sua Storia. Gli isterici fans albanesi o NATO che tentano di far passare per cetnici sanguinari noi moderati che conosciamo la Storia kosovara non fanno altro che dimostrare la loro ignoranza sul Kosovo e sui Balcani. Chi dice che il Kosovo è la culla della cultura serba non lo dice perché è un nazionalista dell'ultradestra cetnica, ma perché è il luogo dove si stabilirono i serbi nel 630, quando gli slavi dalla Polonia vennero chiamati in Jugoslavia dall'imperatore bizantino per arginare gli avari. Ai serbi venne assegnato il Kosovo, qui fu il primo Principato serbo, inizialmente chiamato Rascia, poi Serbia (comprendeva le province di Kosovo, Metohija e Rascia, ovvero Sangiaccato). Tale principato non solo fu la loro prima istituzione statale, ma fu il più importante Stato della regione per tutto il medioevo, talvolta affiancato temporaneamente da altre "potenze" locali come la Doclea-Zeta, la Croazia di Tomislav o la Bosnia di Ban Kulin. Nel 1300 questo Stato raggiunse tale splendore da essere uno degli Stati più moderni e progrediti d'Europa: mentre il re di Francia e il re d'Inghilterra suo vassallo si scannavano nella guerra dei cent'anni, la Serbia non praticava il sistema feudalere e redigeva la prima legge costituzionale (Dusanov Zakonik, il codice di Dusan). E' a questo perdiodo che risale il 95% del patrimonio artistico della provincia, i celebri monasteri del Kosovo. A quell'epoca la capitale della Serbia era Prizren. Con la celebre battaglia di Kosovo Polije del 1389 la coalizione formata da Serbia, Croazia, Bosnia, Albania e Bulgaria fu sconfitta dagli ottomani, ed il fulcro politico-istituzionale dei serbi si spostò più a nord, dal Kosovo alla Moravia, da Prizren a Belgrado. Al sud restava il debole regno di Brankovic, con capitale Pec, che resistette un altro mezzo secolo agli ottomani. La Serbia riconquistò il Kosovo 4 secoli e mezzo dopo. Nel 1913 ancora la metà della popolazione era serba. La demografia cambiò molto con l'occupazione nazifascista: tra l'aprile e l'agosto 41 100.000 serbi furono uccisi o cacciati nella Serbia morava e sostituiti con coloni albanesi. Con la liberazione fu mantenuto lo status quo: Tito e Koci Xoxe lavoravano ad una nuova Federazione che includeva l'Albania come 7a Repubblica; era quindi impensabile cacciare 100.000 albanesi dal Kosovo. Nei decenni successivi poi molti serbi emigrarono nel nord della SFRJ mentre il tasso di natalità degli albanesi schizzò grazie ad un periodo molto prospero per il Kosovo.