Domenica si vota per il nuovo parlamento in Croazia. La campagna elettorale è stata monopolizzata dallo scontro diretto tra i segretari dei due principali partiti del paese, Milanović e Karamarko. E il futuro governo dipenderà da alleanze post-elettorali
Dagli ultimi giorni di campagna elettorale emerge ormai con certezza la vittoria andrà ad una delle due coalizioni principali in corsa, ma non si sa ancora quale. La coalizione di centro-sinistra “La Croazia cresce – Non si torna al vecchio” guidata dal Partito socialdemocratico della Croazia (SDP), sta tentando di conquistare un secondo mandato, bissando il successo alle elezioni del 2011. Le contende la vittoria la “Coalizione patriottica”, di centro-destra, che è guidata dal principale partito dell'opposizione, l’Unione democratica croata (HDZ).
La campagna elettorale condotta da queste due coalizioni è marcatamente personalizzata e focalizzata esclusivamente sui conflitti verbali e mediatici dei loro due leader: l’attuale capo del governo e presidente dell’SDP Zoran Milanović da un lato e il presidente dell’HDZ Tomislav Karamarko. Dato che i programmi di entrambe le coalizioni non sono di sostanza e probabilmente non sapranno convincere la maggior parte degli elettori a votare per loro, entrambe le coalizioni si sono concentrate sulle loro “figure” più forti.
Parole di fuoco
Negli attacchi reciproci i due leader non misurano le parole, tanto che Milanović il 30 ottobre a Spalato ha detto che “alle elezioni parlamentari la Croazia dovrà scegliere se farsi guidare da Tomislav Karamarko e dalle sue camicie nere”, parafrasando una domanda dei giornalisti se l’SDP si coalizzerà dopo le elezioni con l’Unione democratica croata di Slavonia e Baranja (HDSSB), partito di Branimir Glavaš - al quale recentemente la Corte costituzionale ha annullato, per motivi procedurali, una condanna di primo grado per crimini di guerra commessi negli anni Novanta - che si è dotato recentemente di una vera e propria milizia di partito.
Alcuni giorni dopo, in un incontro politico a Čakovec, Croazia settentrionale, Milanović ha precisato che gli elettori dovranno scegliere tra lui e Karamarko. “O giustizia o ingiustizia. O uguaglianza o privilegi per chi ha buoni contatti. O ordine o disordine. So che questo suona stupido, ma o io o Karamarko”, ha dichiarato in quell’occasione Milanović.
Karamarko non ha esitato a render la pariglia a Milanović, con toni simili. Commentando la campagna elettorale della coalizione “La Croazia cresce” incentrata sulla riduzione della disoccupazione, Karamarko ha accusato la coalizione avversaria di aver mostrato falsi dati statistici sulla disoccupazione. “A chi mentono? Milanović vincerà il premio Nobel per aver pensato a come diminuire la disoccupazione. Mandando i croati all’estero, che qualcun altro gli dia il passaporto!” ha dichiarato Karamarko in un incontro pubblico a Samobor il 26 ottobre scorso.
Karamarko ha inoltre reagito all’osservazione fatta da Milanović secondo il quale il gazebo elettorale di Karamarko “puzza” di veterani della guerra degli anni ’90, gli stessi che da un anno stanno accampati davanti al ministero dei Veterani a Zagabria, alludendo ai retroscena politici e al sostegno che il leader dell’HDZ hanno loro fornito.
“Ti puzzano i veterani o ti puzza la Guerra patriottica e le nostre vittime? Oppure ti puzza la nostra idea sulla libertà e l’indipendenza?” ha risposto Karamarko il 27 ottobre durante un incontro a Velika Gorica nei pressi di Zagabria.
Tuttavia, nonostante i ripetuti botta e risposta sui media, Karamarko ha più volte rifiutato di partecipare a un duello tv con Milanović. Sia la tv pubblica HRT che le altre emittenti private croate hanno cercato di organizzare un dibattito tv tra i due leader, ma Karamarko ha continuamente rifiutato gli inviti.
“Perché mai il premier uscente vuole un confronto tv? Per poter presentare per l’ennesima volta le promesse che ha già fatto tempo fa. Vuole un confronto per rifare le promesse che non ha mantenuto. Ha promesso tutto e non ha fatto niente. Il premier uscente non merita certo un confronto perché non ha portato a termine nemmeno una sola delle promesse fatte. Vorrebbe solo continuare ad urlare per camuffare la verità e riempire di menzogne il vuoto che ci ha lasciato”, così ha spiegato il suo rifiuto Karamarko in un’intervista rilasciata la quotidiano Jutarnji list il 24 ottobre.
Sondaggi e coalizioni post elettorali
Tutti i sondaggi svolti finora rilevano che l’esito delle elezioni è particolarmente incerto e che quindi saranno decisive coalizioni post elettorali per poter formare il nuovo governo. Secondo il sondaggio condotto il 22 ottobre dalla tv privata RTL, i risultato di queste elezioni è il più incerto mai avuto finora nella Croazia indipendente.
La ricerca, fatta su un campione di 10.000 persone durante il mese di ottobre, mostra che dei 140 seggi totali del parlamento croato, in palio nelle 10 sezioni elettorali in cui è suddivisa la Croazia, la “Coalizione patriottica” otterrà 63 seggi, mentre la “Croazia cresce” ne otterrà 60. A questi vanno aggiunti anche i 3 seggi degli elettori della diaspora e della Bosnia Erzegovina che probabilmente, in accordo con una consolidata tradizione di voto, andranno all’HDZ. Altri 5 seggi dovrebbero andare alla sorpresa elettorale di queste elezioni, nonché nuova forza in campo nell’arena politica croata, la Lista dei candidati indipendenti – MOST, guidata dal sindaco di Metković (città al sud della Dalmazia) Božo Petrov.
Proprio MOST è un’opzione politica che molti esperti ritengono cruciale per la formazione del prossimo esecutivo. Petrov in un commento per il portale Index il 2 novembre ha ribadito che MOST non entrerà in coalizione con nessuno dei due blocchi. Questa lista di candidati indipendenti sta ottenendo sempre più la fiducia dei cittadini, proprio grazie alla loro posizione politica, perché ritenuti esterni ai due blocchi politici dominanti.
“Non vogliamo lavorare con quelli che con le loro ruberie hanno contribuito a distruggere la Croazia negli ultimi vent'anni. Possono dire quello che vogliono su di noi: che siamo di sinistra o che siamo di destra…. Gli ha preso l’ansia e ci temono. MOST non è in vendita, e MOST non prenderà parte ai mercanteggiamenti politici e alle malversazioni”, ha precisato Petrov in un suo commento per il canale N1 il 2 novembre scorso.
Il sondaggio della RTL, oltre ai due blocchi e a MOST, ha previsto anche altri 3 seggi per l’HDSSB. 3 seggi anche per il partito regionale Dieta democratica istriana (IDS), che faceva parte dell’attuale governo, ma che ha deciso di presentarsi da sola alle elezioni.
Il sindaco di Zagabria Milan Bandić col suo partito, Bandić Milan 365 – Partito del lavoro e della solidarietà, secondo lo stesso sondaggio dovrebbe ottenere 3 seggi. Un seggio a testa andrebbe poi ai verdi di ORaH, guidati dall’ex ministro dell’Ambiente ed ex membro dell’SDP Mirela Holy; al partito Živi zid, che ha radici nell’attivismo civico, guidato da Ivan Sinčić, e che ha rappresentato una sorpresa al primo turno delle presidenziali del 2014 conquistando il 16.43% di voti; poi un seggio alla coalizione di partiti Partito popolare – Riformisti, guidata dall’ex vicepremier Radimir Čačić, e ad Avanti Croazia – Alleanza progressiva, guidata dall’ex presidente della Repubblica Ivo Josipović. I restanti 8 seggi sono di consueto riservati ai rappresentanti delle minoranze in Croazia.
Se i risultati elettorali dovessero rispecchiare il sondaggio condotto da RTL, la formazione del nuovo governo dipenderà dalle coalizioni post elettorali e dalle decisioni dei partiti che non stanno né in uno né nell’altro dei due grandi blocchi politici.
Resta da vedere se entrambe le grandi coalizioni rifiuteranno (come hanno detto finora) la potenziale alleanza con l’HDSSB, così come resta da vedere se MOST continuerà a rifiutare qualsiasi forma di coalizione. Mentre l’IDS è sicuramente più vicina alla coalizione di centro sinistra, per il partito di Bandić, nonostante sia stato formato da ex membri dell’SDP, non è possibile pronosticare con chi si alleerà.
Secondo alcuni l’HDZ conterebbe su Bandić e MOST per formare il governo. Živi zid ha un atteggiamento simile a MOST, mentre ORaH, la coalizione di Čačić e il partito di Josipović sono più vicini alla coalizione dell’SDP.
Anche se tradizionalmente i deputati delle minoranze si uniscono al partito che alle elezioni ha ottenuto al maggioranza relativa, stavolta la situazione è diversa, perché la minoranza serba in questo momento non ha buoni rapporti con l’HDZ. Ad ogni modo, queste elezioni dall’esito incerto saranno decise alla fine da una coalizione tra partiti ad oggi del tutto imprevedibile.
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