Maria Francesca Rita 22 settembre 2021
Media croati

Il consorzio europeo MFRR condanna l’ondata di querele temerarie che sta travolgendo la testata online croata Index.hr . È ancora aperto un caso risalente al 2013, al quale si sono aggiunte in questi anni decine di nuove querele

Le querele hanno diverse caratteristiche comuni. Innanzitutto, vengono portate avanti per la maggior parte da personaggi pubblici. Tra i protagonisti, l’ex parlamentare Branimir Glavaš, gli ex ministri Tomislav Tolušić e Mijo Crnoja e l’attuale presidente della Camera di Commercio Luka Burilović. Un esempio su tutti delle querele presentate è quello di Glavaš, che ha denunciato Index.hr per averlo definito in un articolo un “criminale di guerra”. Glavaš, ex generale dell’esercito croato, è stato in passato condannato a dieci anni di carcere perché responsabile della morte di decine di civili serbi di Osijek. Tornato in libertà dopo cinque anni su decisione della Corte Costituzionale croata, è adesso in attesa del nuovo processo.

Un’altra caratteristica in comune è la richiesta di risarcimenti che oscillano tra 10.000 e 100.000 kune croate (1.330 - 13.300 euro circa). Queste cause, prese tutte insieme, costituiscono un significativo problema economico per Index.hr, e possono essere interpretate come un tentativo concertato di silenziare non solo questa voce, ma tutte le voci critiche del paese, creando un effetto paralizzante sulla libertà di stampa.

In una sentenza del 2018 relativa a un caso di critica da parte di un settimanale croato dell’operato di un giudice, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva già rilevato il carattere eccessivo e sproporzionato del risarcimento richiesto, evidenziando come lo stesso avrebbe potuto scoraggiare la libertà del dibattito su questioni di interesse pubblico.

Inoltre, la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo stabilisce che le figure pubbliche debbano avere un livello più alto di tolleranza nei confronti delle critiche ricevute dai media rispetto ai privati cittadini. 

Anche per questo, oltre che per l’evidente pretestuosità di alcune querele presentate, il consorzio europeo Media Freedom Rapid Response di cui OBCT è parte chiede ai querelanti di lasciar cadere le accuse . Nel frattempo, verrà portato avanti un attento monitoraggio degli sviluppi.

La condizione di Index.hr si inserisce in un clima già difficile per i media in Croazia. Le accuse di diffamazione negli ultimi anni sono sempre più frequenti, e già nel 2019 oltre mille giornalisti sono scesi in piazza per protestare contro la pratica diffusa delle cause temerarie. La televisione pubblica croata è poi un caso sui generis: è dal 2016 che HRT ha avviato una “vera e propria guerra” contro i suoi dipendenti, oltre che contro le altre testate, intraprendendo decine di cause pretestuose.

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