Turchia, giornalisti a rischio

30 novembre 2015

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Ho conosciuto Bülent Mumay, giornalista di Hürriyet, alla nona edizione del South East Europe Media Forum, tenutosi a Bucarest gli scorsi 5-6 novembre.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere e ne è uscita una breve intervista. In quell’occasione Bülent mi aveva comunicato che rischiava di essere licenziato. Poco prima che ci incontrassimo era già stato declassato di ruolo, da coordinatore generale dei media digitali del gruppo Doğan a Consigliere del caporedattore del quotidiano Hürriyet.

Il suo nome insieme con quello di altri 2 giornalisti del quotidiano Hürriyet era stato fatto dall’influente editorialista del quotidiano filogovernativo Star, Cem Küçük, durante una trasmissione tv ad inizio novembre. Küçük aveva minacciato il gruppo Doğan, sicuro della maggioranza monocolore raggiunta dall’AKP alle elezioni del 1 novembre, dicendo “Da ora in avanti vi gestiremo noi” e chiedendo appunto il licenziamento di Nazlı Ilıcak, Eyüp Can e Bülent Mumay.

Poco dopo che avevamo pubblicato sul nostro portale l'intervista fattagli a Bucarest Bülent mi ha informato, con un messaggio via Twitter: “Pessime notizie dalla Turchia, mi hanno licenziato….” Il motivo ufficiale sarebbero, scrive Bülent, “questioni economiche”. È evidente però che dopo la tornata elettorale la stretta del potere sui quei giornalisti e media critici nei confronti del governo e in generale nei confronti del Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP) è in crescendo.

Il giorno stesso poi un'altra pessima notizia per il giornalismo in Turchia: l’arresto del direttore e del capoufficio di Ankara del quotidiano Cumhuriyet, accusati di spionaggio e depistaggio sulle armi spedite in Siria, a seguito di una denuncia depositata direttamente dal presidente Erdoğan. L’Associazione dei giornalisti turchi in Europa reagendo all'arresto di Can Dündar e Erdem Gül ha precisato: “Sappiamo che alla base di questa grave violazione contro la libertà di espressione e del diritto all’accesso di informazioni c’è Erdoğan in persona”.

Mentre dal carcere Can Dündar e Erdem Gül hanno scritto una lettera indirizzata ai leader dell’UE chiedendo solidarietà e di tenere in considerazione la pessima situazione dei media turchi anche nel momento in cui stanno negoziando con la Turchia sulla crisi dei rifugiati. “La libertà di pensiero e di espressione sono valori irrinunciabili della nostra civiltà” ricordano i due giornalisti dal carcere di Silivri.

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto