
Ivana Brlić Mažuranić
Nota a livello internazionale come “la Andersen della Croazia”, la scrittrice Ivana Brlić Mažuranić tutt’oggi è l’autrice croata più tradotta al mondo. Famosi sono i suoi libri di racconti per bambini
Grazie ai suoi libri di racconti per bambini (e per adulti che non hanno dimenticato di essere stati bambini), la scrittrice croata Ivana Brlić Mažuranić (Ogulin, 1874 – Zagabria 1938) è nota a livello internazionale come “la Andersen della Croazia”.
Autrice del romanzo per bambini Čudnovate zgode šegrta Hlapića [in Italia pubblicato col titolo “Le avventure dell’apprendista Hlapić”], uscito nel 1913, e della raccolta Priče iz davnine [Racconti di tempi lontani, 1916], con le sue opere più note in Croazia e in entrambe le Jugoslavie, Brlić Mažuranić ha conquistato il cuore dei lettori più giovani, e non solo. Ancora oggi è l’autrice croata più tradotta al mondo, a conferma del fatto che le sue opere resistono alla prova del tempo.
Ivana Brlić Mažuranić – una grande autrice
Mi perdonino i lettori questa digressione. Il nome di Ivana Brlić Mažuranić, come anche i nomi di altri scrittori per bambini a cui sono sempre rimasto affezionato, mi fa tornare in mente una scena dei lontani anni Sessanta: una lunga fila di ragazze e ragazzi davanti all’ingresso della biblioteca della mia città natale. Da tempo ormai non si vede una fila così davanti alle biblioteche non solo da quelle parti, ma in tutto il mondo.
In un momento storico, come quello attuale – in cui tutti sono colti, anche senza leggere libri, e intelligenti, perché hanno uno smartphone – rievoco tutti quei volti fanciulleschi e la voce dell’affabile bibliotecario Avdo Mostić Toza: “Ragazzi, abbiate pazienza!”, e gli scaffali pieni di libri, e provo nuovamente quel senso di irrequietezza con cui, tutto trepidante, aspettavo di sapere se il libro che desideravo fosse disponibile, temendo che il bibliotecario potesse pronunciare quella frase orribile: “È ancora in prestito”.
No, non so quante volte avevo chiesto in prestito Čudnovate zgode šegrta Hlapića, ma ricordo il batticuore con cui – finalmente! – avevo portato a casa una copia del romanzo uscito nella famosa collana di libri per bambini Vjeverica [Scoiattolo]dell’editore Mladost di Zagabria.
Se durante un viaggio in Croazia doveste passare per Ogulin, città natale di Ivana Brlić Mažuranić, non perdete l’occasione di visitare il museo civico, in cui si trova anche una stanza dedicata alla scrittrice . In questo spazio, ma anche leggendo numerosi studi e articoli su di lei, scoprirete che Ivana Brlić Mažuranić nacque nel 1874 da una rispettabile famiglia borghese ricevendo un’educazione letteraria, linguistica e musicale.
(Nella genealogia della famiglia Mažuranić troviamo anche il nome di Ivan Mažuranić, bano e poeta croato, autore del famoso poema epico Smrt Smail-age Čengića [La morte di Smail-aga Čengić, 1847]). Vi troverete anche molte informazioni sulla giovinezza della scrittrice, trascorsa a Zagabria, e sulla sua vita familiare a Slavonski Brod.
Ivana Brlić Mažuranić, quasi certamente, non è una personalità della storia croata e jugoslava a cui le femministe radicali di oggi farebbero volentieri riferimento: non fu una ribelle per antonomasia, bensì una di quelle donne istruite del suo tempo che, pur accettando formalmente i principi patriarcali, continuarono ad opporvisi con l’anima e la mente.
A rendere peculiare la sua resistenza alle norme sociali è anche il fatto di essere stata una delle prime donne croate a conquistare un posto nella società con la propria produzione artistica. Con questo però chiudo l’argomento [1], ho già toccato alcuni tasti “sbagliati”. Invece di focalizzarci troppo su quello che gli altri hanno detto della scrittrice, leggiamo la sua breve Autobiografia (1930). La troverete facilmente in rete.
La futura scrittrice, diciottenne, non si oppose alla decisione della sua famiglia di darla in matrimonio all’avvocato Vatroslav Brlić, pur non avendolo nemmeno conosciuto prima delle nozze. Da donna del suo tempo, nei suoi scritti parlò sempre dei suoi genitori con tanto amore e rispetto.
Il matrimonio e la cura dei sette figli a Brod na Savi (l’odierna Slavonski Brod) non fecero svanire il suo desiderio di dire “qualcosa” di originale sul mondo e sulle piccole grandi persone. Una preghiera che recitava da giovane la inseguiva come un’ombra luminosa: “Signore, se non è peccato pregare così, regalami il dono della scrittura!”. Quindi, aspettò con pazienza che i suoi figli crescessero per dedicarsi intensamente alla scrittura.
Fu il poeta Antun Gustav Matoš (1873-1914), la voce letteraria più influente di quel periodo, a riconoscere quel “qualcosa” subito dopo la pubblicazione del primo romanzo d’avventura per bambini in Croazia – Čudnovate zgode šegrta Hlapića (1913). Dopo due libri di racconti e poesie per bambini passati inosservati e una raccolta di poesie, Ivana Brlić Mažuranić fu elogiata dal più grande modernista croato, “il cantastorie della Senna”, che la definì “un classico vivente”.
A tessere le lodi della scrittrice furono anche i poeti Antun Branko Šimić e Dragutin Domjanić, nonché il più importante storico della letteratura croata, Antun Barac. Furono particolarmente impressionati dalla sua raccolta Priče iz davnine (1916), che contiene otto fiabe per bambini realizzate ispirandosi ai racconti popolari della storia mitica dei popoli slavi.
Ivana Brlić Mažuranić cercò di adeguare il suo stile al ritmo narrativo dei cantastorie popolari, ma anche alla loro percezione dello spazio, del tempo e, soprattutto, dei valori di un mondo che, nonostante il passaggio da un ambiente culturale pagano a quello cristiano, mantenne i suoi ideali conciliandoli con i principi cristiani.
Fu grazie a queste fiabe, tradotte in diverse lingue europee, che la scrittrice croata divenne famosa in tutta Europa, ricevendo riconoscimenti in patria e all’estero e l’appellativo, per nulla casuale, di “Andersen della Croazia.
Negli anni Trenta fu candidata al premio Nobel per ben quattro volte e nel 1937 divenne la prima donna membro corrispondente dell’Accademia jugoslava delle scienze e delle arti (JAZU) (oggi HAZU). Ottenne un riconoscimento dal vescovo Josip Juraj Strossmayer per il suo patriottismo nella lotta contro la magiarizzazione della cultura e della lingua croata, e il re Aleksandar Karađorđević le conferì l’ordine di San Sava, per i suoi meriti letterari e la sua lealtà verso la Jugoslavia e la corona. I rapporti che intrattene con gli scrittori contemporanei di sinistra, in particolare con Krleža, furono complessi (il libro di Dubravka Zima fornisce maggiori dettagli sull’argomento.)
Ivana Brlić Mažuranić si suicidò a Zagabria il 21 settembre 1938. Parafrasando Majakovskij, la sua lettera d’addio: per favore, niente pettegolezzi, la defunta non li sopportava nemmeno quando era viva.
In Croazia, il suo apprendista Hlapić è incluso tra i libri di lettura per le scuole elementari. In quest’epoca di omologazione digitale, le avventure di un povero apprendista che abbandona la bottega per girare il mondo – un ragazzo a cui non mancano né il coraggio né l’allegria, nonostante abbia un solo paio di pantaloni – per fortuna sono oggetto di studio e, credo, di dialogo con gli studenti.
Così Hlapić, povero ma allegro, compare davanti ai lettori in tutta la sua naturalezza, come lo descrive l’autrice nell’introduzione al suo romanzo d’avventura: “Hlapić era piccolo come un gomito, allegro come un uccello, coraggioso come il principe Marko, saggio come un libro e buono come il sole. Ecco perché riuscì ad uscire felicemente da molti guai...”.
L'apprendista Hlapić compare come un monumento sorridente che ci interroga sulla possibilità di essere allegri e felici senza farci sommergere da cose inutili. Ci spinge spontaneamente a riflettere sull’importanza della letteratura in cui trionfano l'amore, la comprensione, la saggezza e l’empatia.
Il valore educativo emerge anche dalla raccolta Priče iz davnine, un libro di fiabe nato nei mondi immaginari di Ivana Brlić Mažuranić. (Dubravka Zima colloca questa raccolta all’interno della corrente neoromantica a cavallo tra il XIX e il XX secolo).
A spingere la scrittrice a creare questo meraviglioso mondo dei miti slavi, raccontato in otto fiabe, non fu semplicemente il desiderio di ottenere un effetto di esotismo e mistero del passato mitico, ma soprattutto la necessità di inviare un messaggio, seppur implicito, sull’importanza della fiducia nel bene e della sconfitta del male, sulla ricerca della verità e dell'amore, la promozione della conoscenza...
Strani viaggiatori attraversano queste storie, dalle divinità ai poveri, dai giovani agli anziani... personaggi funzionali alla narrazione intesa come un percorso di avvicinamento alle verità più profonde dell'esistenza. Una narrazione nata dai dilemmi etici della scrittrice, dilemmi che la condussero verso i campi luminosi della letteratura. E la sua vita? Era tutta un’altra storia.
Concludo sottolineando che in Croazia, soprattutto negli ultimi dieci anni, l’impegno per tenere viva la memoria di Ivana Brlić Mažuranić e della sua opera è davvero ammirevole. Oltre ad un adattamento cinematografico delle avventure dell’apprendista Hlapić, sono stati realizzati anche numerosi cartoni animati. Molti convegni scientifici si sono occupati della sua letteratura e ogni anno, a Slavonski Brod, si tiene una manifestazione dal titolo “Nel mondo delle fiabe di Ivana Brlić Mažuranić”.
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[1] I lettori curiosi possono trovare un approfondimento dettagliato e significativo nella biografia Praksa svijeta [La pratica del mondo] di Dubravka Zima, pubblicata nel 2019 dall’editore Ljevak di Zagabria. Si tratta di un’interessante sintesi della vita letteraria, familiare, sociale e politica della scrittrice croata.
In Italia sono disponibili due libri per bambini di Ivana Brlić Mažuranić. Nel 1957, l’editore fiorentino Marzocco pubblicò Priče iz davnine col titolo Leggende croate, tradotte da Umberto Urbani. Poi nel 1975 uscì una seconda edizione della stessa opera, tradotta da Franjo Trogrančić, col titolo Racconti e leggende della Croazia (Alba Paoline, Roma). Recentemente, l’editore Besa Musi ha fatto un’ottima scelta, uno di quei rari sguardi verso l’Altra Europa, proponendo due titoli: Le avventure dell'apprendista Hlapić (traduzione dal croato di Diana Bošnjak Monai) e Leggende e favole di Ivana Brlić-Mažuranić (e di 24 favolisti serbi), tradotte e selezionate da Giacomo Scotti, 2024).