Il primo novembre 2024 la tettoia della stazione di Novi Sad è crollata provocando 14 morti e decine di feriti. La rabbia dei cittadini e la crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni si sono manifestate fin da subito. Con lo slogan “un crimine, non una tragedia”, migliaia di studenti e cittadini sono scesi in piazza, dando vita a proteste contro la corruzione e la mancanza di trasparenza, ritenute cause indirette del crollo. In questo dossier troverete notizie e approfondimenti su questi mesi di proteste.
In pochissimi giorni ha raggiunto 4.500 firme l'appello della comunità accademica internazionale a sostegno degli studenti e dei docenti che protestano da più di quattro mesi in Serbia. Viene condannato l'uso di intimidazioni, pressioni e diffamazioni oltre all'utilizzo di misure illecite contro i manifestanti, come il cannone sonico durante la protesta del 15 marzo a Belgrado
La manifestazione oceanica di sabato 15 marzo a Belgrado è stata a più riprese ostacolata, con autobus soppressi, treni cancellati e gruppi di finti studenti "che vogliono tornare in aula" appoggiati dai veterani dei famigerati berretti rossi
La manifestazione di sabato 15 marzo a Belgrado è stata la più grande manifestazione di protesta della storia serba. Centinaia di migliaia di studenti e cittadini si sono ritrovati nella capitale per manifestare pacificamente. Non sono mancati però incidenti e provocazioni
Quella del 15 marzo a Belgrado è stata una manifestazione oceanica. Le proteste organizzate dagli studenti da più di quattro mesi, che man mano stano coinvolgendo diverse fasce della popolazione, non si fermeranno. Il racconto della manifestazione, per voce del corrispondente di OBCT Massimo Moratti (17 marzo 2025)
Il racconto della protesta organizzata a Belgrado dai plenum degli studenti di diverse città della Serbia, per voce del corrispondente di OBCT Massimo Moratti alla trasmissione "Caterpillar" di Rai Radio2 (17 marzo 2025)
La protesta del 15 marzo, organizzata dai plenum degli studenti di diverse città della Serbia, ha portato nelle piazze e nelle strade di Belgrado centinaia di migliaia di studenti e cittadini. Viene considerata la più grande protesta della storia del paese. Foto di Massimo Moratti
Si è conclusa la sera del 15 marzo la protesta nazionale organizzata dai plenum degli studenti di diverse città del paese. Viene considerata la più grande protesta della storia del paese, con più di 300mila persone in piazza. Il racconto di Massimo Moratti, corrispondente da Belgrado, al GR delle 8.30 di Radio Popolare (16 marzo 2025)
Migliaia di studenti di diverse città della Serbia sono arrivati a piedi a Belgrado la sera di sabato 14 marzo, attesi nelle strade da quasi 30mila cittadini, per la manifestazione nazionale di protesta di domenica. L'intervento del corrispondente di OBCT da Belgrado, Massimo Moratti, al GR delle 13.00 di Radio Popolare (15 marzo 2025)
Qual è il ruolo del sindacato degli insegnanti e il ruolo dei docenti nelle attuali proteste studentesche? Perché sempre più persone diffidano del sindacato? A colloquio con Dušan Kokot presidente del Sindacato indipendente degli insegnanti della Serbia (NSPRS)
Sono dodici anni che il presidente serbo Aleksandar Vučić invoca una non ben definita lotta alla corruzione. Fino a poche settimane fa si trattava di una vuota retorica. Ora, per calmare l'impeto delle proteste, sono scattati alcuni arresti ma restano poco convincenti e le proteste non si placano
Le proteste iniziate a novembre in Serbia per decisione degli studenti, si sono poi svolte con marce spostandosi da una città e l'altra del paese. Una mobilitazione pacifica di dimensioni enormi che coinvolge ora altre fasce della popolazione. L'analisi di Massimo Moratti per Radio Fujiko (8 marzo 2025)
Lancio di fumogeni e rissa nel parlamento serbo tra maggioranza e opposizione lo scorso 4 marzo. Tre deputate della maggioranza sono rimaste ferite. Il presidente Aleksandar Vučić chiede che si riconosca la responsabilità penale per i colpevoli. L'aggiornamento di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT, al GR delle 7.30 (5 marzo 2025)
Sabato 1 marzo a Niš si è tenuta la terza grande manifestazione studentesca. Decine di migliaia di cittadini di tutto il paese hanno protestato per 18 ore filate nella principale città della Serbia meridionale. Ne è uscito una sorta di documento programmatico chiamato Editto degli studenti
Non si placano le proteste degli studenti in Serbia. Il primo marzo si sono radunati a Niš, nella Serbia sudorientale, da lì hanno emanato un “Editto degli studenti” che riportiamo qui nella traduzione integrale
Il 22 febbraio scorso si è svolta a Venezia una manifestazione a sostegno degli studenti che in Serbia protestano da mesi contro la corruzione del governo. Organizzata da studenti serbi che studiano a Venezia, vi hanno partecipato anche studenti e cittadine e cittadini della diaspora di Padova, Milano, Trieste e Bologna. Testo di Aleksandra Ivić, foto di Malena Janković
Un'energia nuova si sprigiona dalle proteste studentesche che da settimane fanno tremare la Serbia. Voci, speranze, incertezze: il nostro reportage cattura i momenti e le atmosfere di un paese che ha voglia di cambiare e costruire un futuro diverso
Le proteste studentesche che da mesi scuotono la Serbia, hanno fatto riemergere la centralità e modernità del pensiero di Zoran Đinđić, il filosofo e premier progressista ucciso nel 2003. Le sue idee, sostiene Ivo Kara-Pešić, forse vengono davvero comprese solo oggi
Due paesi e due realtà diversi: sono quelli visti nelle strade della Serbia lo scorso weekend. Da un lato decine di migliaia di studenti e cittadini che marciano di città in città invocando lo stato di diritto, dall’altra i fedeli del presidente Vučić, trasportati in autobus e treno a spese dei contribuenti
Il 15 febbaio migliaia di studenti e cittadini hanno raggiunto a piedi Kragujevac, e proseguito le proteste nel giorno considerato festa nazionale in Serbia per l'adozione della prima Costituzione serba nel 1835. Molto simbolica la scelta del luogo e della data, come racconta Massimo Moratti, corrispondente OBCT da Belgrado, al GR delle 19.30 (15 febbraio 2025)
Mentre gli studenti continuano occupare le università e le strade per chiedere il rispetto dello stato di diritto e l'aumento dei fondi alla pubblica istruzione, si sta facendo spazio la necessità di dimostrare all'Unione europea che esiste un'alternativa a Vučić. Intervista a Jelica Minić, vicepresidente del Movimento europeo in Serbia
Da alcune settimane si stanno svolgendo fuori dalla Serbia manifestazioni in solidarietà con gli studenti serbi che stanno protestando da tre mesi. In Italia, dopo la volta di Trieste il 23 gennaio, si fa appello a radunarsi nuovamente a Venezia il 22 febbraio
La protesta, avviata dagli studenti, si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta la Serbia grazie all’energia e all’intelligenza dei giovani, innescando cambiamenti. La paura ha cambiato campo e finora questa è la più grande conquista del movimento studentesco. Un commento
Un’analisi delle proteste in corso in Serbia: la indubbie capacità degli studenti nell’organizzazione delle manifestazioni, le differenze con le proteste degli anni ‘90 e 2000 e i possibili rischi dell’assenza di un piano e una strategia a lungo termine
Il 23 gennaio a Trieste, in piazza Unità d'Italia, organizzata in pochissimo tempo e solo con il passaparola hanno manifestato più di 200 persone. In maggioranza serbi della diaspora, in solidarietà con gli studenti e le studentesse che stanno protestando da due mesi in Serbia. Testo di Nicole Corritore, foto di Alessandro Gori
Le proteste che ormai da mesi si susseguono in Serbia hanno iniziato a trovare supporto al di fuori del paese. Lo scorso 23 gennaio a Trieste un nutrito gruppo di persone ha espresso un inequivocabile sostegno agli studenti e cittadini che ogni giorno protestano in Serbia
L’assenza di bandiere dell’UE alle manifestazioni anti-governative dimostra che l’adesione all’Unione è diventata una questione divisiva nel Paese candidato. Intervista a Srđan Majstorović, presidente del board dell’European Policy Centre (CEP)
Non si fermano le proteste in tutta la Serbia di studenti e cittadini, nei giorni scorsi il primo ministro Miloš Vučević ha dato le dimissioni. Ne ha parlato il corrispondente da Belgrado di OBCT, Massimo Moratti, ai microfoni di Radio 24 (29 gennaio 2025)
Le proteste degli studenti in Serbia contro la diffusa corruzione spingono il premier Vučević alle dimissioni. Alla base delle manifestazioni il crollo di una pensilina a Novi Sad che ha provocato la morte di 15 persone. L'aggiornamento di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT, alla trasmissione "Esteri" (28 gennaio 2025)
Le dimissioni del primo ministro della Serbia e il possibile rimpasto del governo della Serbia dopo due mesi di proteste degli studenti, iniziate dopo la tragedia di Novi Sad. L'analisi di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT da Belgrado, alla trasmissione "Caterpillar (28 gennaio 2025)
Dopo mesi di protesta degli studenti e a seguito dell'attacco violento ad alcuni di loro, avvenuto nella notte del 27 gennaio a Novi Sad, il primo ministro Miloš Vučević si è dimesso. L'aggiornamento di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT da Belgrado (28 gennaio 2025)
In Serbia continuano la mobilitazione e le proteste popolari contro la corruzione e per la giustizia per le vittime del crollo della tettoia della stazione a Novi Sad. Un resoconto dettagliato degli ultimi giorni
Il potere in Serbia, scosso dall’ondata di proteste massicce che proseguono ormai da tre mesi, cerca di correre ai riparti organizzando contro manifestazioni e rilanciando la fondazione di un nuovo movimento politico. Uno scorcio della manifestazione a Jagodina dello scorso 24 gennaio
Venerdì 24 gennaio in Serbia si è svolto uno sciopero generale che ha coinvolto in modo trasversale l’intera società per esprimere solidarietà e sostenere gli studenti che protestano da ormai due mesi. Anche a Novi Sad, teatro della tragedia dello scorso primo novembre dove sono morte 15 persone, è stata organizzata una grande manifestazione di protesta, accompagnata da diverse azioni di boicottaggio e disobbedienza civile. Foto di Anica Draganić
Da quasi due mesi proseguono in Serbia le manifestazioni organizzate da studenti universitari e cittadini, scesi in piazza per chiedere giustizia per le 15 vittime del crollo alla stazione di Novi Sad. Uno studente italiano a Novi Sad con Erasmus ha raccolto alcune testimonianze. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gli studenti in Serbia tornano protagonisti: da oltre un mese sono scesi in piazza, dopo che alcuni di loro erano stati aggrediti durante una manifestazione per commemorare le vittime del crollo alla stazione di Novi Sad, in cui sono morte quindici persone
Durante la visita in Kosovo, il ministro degli Esteri Tajani ha ribadito la necessità di una soluzione del rapporto tra Serbia e Kosovo, per procedere nel percorso di integrazione in UE dei Balcani. Ma la Serbia mostra un peggioramento dello stato di diritto e nessun miglioramento delle relazioni con Kosovo e Bosnia Erzegovina. L'analisi di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT (24 dicembre 2024)
Non si placa in Serbia l'ondata di indignazione provocata dalla morte di quindici persone, schiacciate lo scorso primo novembre dalla tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad. Tra proteste e tentativi di insabbiamento, si cerca ancora la verità sulle responsabilità della tragedia
La tragedia avvenuta a Novi Sad lo scorso 1 novembre, dove è crollata una pensilina della stazione causando 14 morti e diversi feriti, ha portato a proteste anche violente sia a Belgrado che a Novi Sad. L'aggiornamento di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT dalla Serbia, alla trasmissione "EstOvest" (10 novembre 2024)
Arresti, feriti e scontri a Novi Sad, nel nord della Serbia. Proteste e rabbia popolare dopo il crollo di una pensilina avvenuto il primo novembre alla stazione ferroviaria. L'incidente ha provocato 14 morti e 30 feriti. Il commento di Massimo Moratti, corrispondente di OBCT, a Radio Onda d'Urto (7 novembre 2024)
Il primo novembre la tettoia della stazione di Novi Sad - recentemente ricostruita da ditte cinesi - è crollata provocando 14 morti e decine di feriti. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza, dando vita a proteste anche violente