Urna elettorale e bandiera dell'Azerbaijan © Andy.LIU/Shutterstock

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Lo scorso 29 gennaio in Azerbaijan si sono tenute le elezioni comunali. Secondo la Commissione centrale elettorale si è trattato di un successo, secondo l'opposizione e gli osservatori indipendenti si è trattato di nuove consultazioni sotto il segno di frodi e irregolarità

18/02/2025 -  Arzu Geybullayeva

Il 29 gennaio si sono tenute le elezioni comunali in Azerbaijan, posticipate di un mese senza valide spiegazioni della Commissione elettorale centrale. In 16.092 si sono candidati per 8.071 seggi in 685 municipalità.

I consiglieri eletti hanno votato per scegliere il loro leader. Non c'erano osservatori internazionali, ma gli osservatori indipendenti locali hanno segnalato diverse irregolarità, purtroppo una consuetudine per le elezioni in Azerbaijan.

L'affluenza ufficiale è stata del 31,45%, un dato contestato da osservatori indipendenti e opposizione.

Secondo Mazahir Panahov, capo della Commissione, le elezioni si sono svolte con successo nonostante le segnalazioni di frodi. A differenza delle ultime comunali di dicembre 2019, quando decine di giovani indipendenti si erano candidati in un'atmosfera molto diversa, queste elezioni hanno mostrato poche speranze.

Un'istituzione senza poteri

Queste sono le seste elezioni comunali dal 1999, da quando la legge sulle elezioni municipali e la legge sullo status dei comuni sono state adottate dal Parlamento nazionale. Dopo l'adesione al Consiglio d'Europa nel 2001 e la ratifica della sua carta sul governo locale l'anno successivo, il governo aveva il compito di garantire un certo livello di autonomia ai comuni, ma non lo ha mai fatto.

Il rapporto di monitoraggio del 2021 sull'autogoverno locale del Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio d'Europa afferma che i comuni in Azerbaijan "non erano considerati istituzioni statali che esercitano servizi pubblici come parte della pubblica amministrazione complessiva, ma piuttosto un'espressione della società civile".

Il rapporto evidenzia la relazione "mal definita" tra i comuni e le autorità del governo locale, aggiungendo che i comuni non hanno poteri "esclusivi", entrate finanziarie o indipendenza.

Nell'ottobre 2024, il parlamento dell'Azerbaijan ha approvato la fusione di 1.400 comuni, riducendone il numero totale a 685 in base agli emendamenti all'"Elenco dei comuni dell'Azerbaijan" e alla legge "Sui territori e le terre dei comuni".

"Purtroppo, nei 25 anni della loro esistenza, i comuni nel nostro paese non hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati. Non hanno né potere né risorse finanziarie. Anche il loro status non è chiaro", ha spiegato Samir Aliyev, membro del Gruppo di esperti indipendenti presso il Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio d'Europa, in un'intervista a JamNews, aggiungendo che "invece di concedere poteri ai comuni, il governo centrale ha deciso di fonderli".

A dicembre 2024, il politico Jamil Hasanli ha detto ad Abzas Media che la soluzione non era fondere i comuni, ma dar loro più potere. "Finché non avranno poteri, indipendentemente dalle loro dimensioni, non potranno svolgere alcuna funzione", ha sostenuto.

La riduzione del numero di comuni, pur efficace, dovrebbe riguardare maggiormente le responsabilità assegnate all'autogoverno locale. Altrimenti si tratterebbe di una "riforma cosmetica", ha affermato l'esperto Mammad Mammadzade in un'intervista ad Abzas Media. Al momento, "i comuni non sono considerati parte della governance statale", ha aggiunto.

Ali Gasimli è stato eletto durante le prime elezioni municipali nel 1999. In un'intervista ad Azadliq Radio, Gasimli ha ricordato quanto fossero diversi l'atmosfera e l'ambiente all'epoca.

C'era più interesse tra i candidati, più flessibilità nel bilancio, più opportunità per i comuni. Tuttavia, molte delle loro entrate sono state tagliate nel corso degli anni e la mancanza di potere e responsabilità ha ridotto l'interesse. La manipolazione elettorale ha portato alla perdita di speranza e fiducia.

Vari filmati condivisi su Instagram mostrano episodi di brogli, gruppi di elettori trasportati in pullman e comportamenti aggressivi nei confronti di osservatori indipendenti, candidati indipendenti e giornalisti ai seggi.

Ma non è tutto. La candidata indipendente Jamila Alishova ha raccontato ai giornalisti di essere stata molestata verbalmente da uno dei membri della commissione elettorale.

L'uomo, che si è presentato come Rauf, si è avvicinato ad Alishova e le ha detto che quando era una studentessa, lui era il suo insegnante di educazione fisica e che le fissava le gambe quando saliva le scale indossando l'uniforme. Quando un collega ha tentato di parlare con l'uomo, quest'ultimo ha rapidamente lasciato l'edificio nascondendo il suo cartellino con il nome. Ha anche negato di aver parlato con Alishova o che il suo nome fosse Rauf.

Secondo Bashir Suleymanli, che dirige il Citizens Rights Institute, le segnalazioni di irregolarità non lasciano intravedere alcun cambiamento positivo nella trasparenza elettorale nel paese. In un'intervista ad Azadliq Radio, Suleymanli ha affermato che "le violazioni [segnalate] e le frodi sono state più esagerate che in passato. Abbiamo visto gruppi di elettori trasportati in pullman, brogli e uso improprio delle risorse amministrative".

I partiti di opposizione hanno descritto le elezioni come né libere né eque. Il partito Musavat ha dichiarato che non sono stati rispettati gli standard internazionali. Il partito ha anche accusato la Commissione elettorale centrale di aver gonfiato il dato sull'affluenza. Secondo il partito, circa trenta membri si sono candidati alle elezioni locali, ma nessuno è stato eletto. Il Fronte popolare, d'altro canto, ha boicottato le elezioni fin dall'inizio.

Almeno una persona è stata arrestata e condannata a trenta giorni di detenzione amministrativa per accuse di droga. L'attivista Jalal Javadov ha messo nell'urna elettorale una foto di giornalisti di Meydan TV arrestati. Il suo ultimo post su Facebook, accompagnato da una foto dei giornalisti di Meydan TV, recitava: "Indipendentemente dalle ondate di arresti, ci sono e ci saranno sempre voti indipendenti". 

Media indipendenti, giornalisti e attivisti in Azerbaijan sono oggetto di una nuova ondata di repressioni da novembre 2023.

Una ventina di giornalisti si trovano attualmente in custodia cautelare con false accuse di contrabbando, evasione fiscale, attività imprenditoriale illegale e falsificazione di documenti. Tra loro ci sono giornalisti di Azbas Media, Toplum TV e Meydan TV. Secondo alcuni resoconti di osservatori locali per i diritti umani, i prigionieri politici sono oltre 300.

Il 3 febbraio, la Commissione elettorale centrale ha annunciato che i risultati di sei seggi elettorali sono stati annullati dopo l'esame dei reclami presentati. Dopo le elezioni, il capo della Commissione Mazahir Panahov ha lanciato l'idea di vietare del tutto le riprese ai seggi elettorali.


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