
JD Vance © Joshua Sukoff/Shutterstock
Hanno fatto scalpore le accuse e le critiche verso la Romania da parte del vicepresidente USA JD Vance e del consigliere del presidente Trump Elon Musk. Al centro delle reiterate critiche l’annullamento delle elezioni presidenziali lo scorso dicembre
Si intensificano le accuse degli Stati Uniti alla Romania per l’annullamento delle elezioni presidenziali lo scorso dicembre. Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, nei giorni scorsi è tornato per la seconda volta sull’argomento e ha dichiarato che non si possono avere "valori comuni" con Washington "se si annullano le elezioni perché non ci piace il risultato”.
Invece per Elon Musk, consigliere del presidente Donald Trump, il presidente della Corte Costituzionale della Romania “è un tiranno, non un giudice”.
Nel frattempo, il primo ministro della Romania, Marcel Ciolacu, ribadisce che la Romania e gli USA hanno valori comuni. Per il primo ministro romeno le critiche originerebbero da una mancanza di comunicazione.
La Romania cerca canali di comunicazione con l’amministrazione Trump, ma il governo di Bucarest ha ancora serie difficoltà a trovarli. Intanto per la seconda volta in una sola settimana, il vicepresidente americano ha parlato della Romania come un paese in cui la democrazia è messa alla prova.
Ciolacu, considerando le critiche sull’annullamento delle elezioni come il punto di vista personale del vicepresidente JD Vance, ha precisato che “si cercherà attraverso canali diplomatici di fare quanti più chiarimenti possibili, affinché il signor vicepresidente abbia un quadro completo di ciò che è accaduto in Romania”.
JD Vance aveva criticato la Romania anche alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 14 febbraio, quando aveva dichiarato che la Romania ha annullato in tutta fretta i risultati delle elezioni presidenziali “sulla base dei deboli sospetti di un'agenzia di intelligence e dell'enorme pressione dei suoi vicini continentali".
Il secondo turno delle presidenziali è stato annullato dalla Corte Costituzionale il 6 dicembre 2024 sulla base di informazioni dei servizi segreti su ingerenze russe nel processo elettorale. A confrontarsi nella corsa per la poltrona presidenziale c’erano il candidato filorusso Călin Georgescu (vincitore del primo turno) ed Elena Lasconi (USR).
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa nazionale (AGERPRES) Kelemen Hunor, presidente dell’Unione Dei Magiari della Romania (UDMR), al governo insieme ai social democratici (PSD) e ai liberali (PNL), ha affermato che “la Romania non deve chiedere scusa per l’annullamento delle elezioni”.
Hunor nota: “siamo criticati quasi ogni due giorni per aver annullato le elezioni. Penso che, da questo punto di vista, la Romania debba avere una posizione estremamente ferma. Le elezioni sono state annullate perché ci sono stati interventi [esterni] e ci sono prove e queste prove possono essere dimostrate [...] e non dobbiamo scusarci per l'annullamento delle elezioni”.
Le proteste
Migliaia di sostenitori di Călin Georgescu si sono riuniti sabato 22 febbraio in Piazza della Costituzione a Bucarest per protestare contro la decisione della Corte Costituzionale di annullare le elezioni, chiedendo la ripresa del secondo turno.
Georgescu è arrivato in piazza con le stampelle (per un intervento al ginocchio) e si è rivolto ai suoi sostenitori così: “L'era Soros in Romania è già finita. Riprendere il secondo turno è l’unica opzione. Rifare il secondo turno - lo ha detto anche l’amministrazione Trump-Vance - è un segnale per tutti noi per ritornare ai valori autentici internazionali e democratici, è un segnale netto e chiaro dato dal vicepresidente Vance e [un nuovo segnale] arriverà sicuramente anche dal presidente Trump il prima possibile”.
Intanto il partito sovranista AUR (Alleanza per l’Unità dei Romeni) continua a raccogliere firme per presentare la candidatura di Georgescu alle presidenziali fissate dal Governo per il prossimo maggio. Secondo l'AUR, sono già state raccolte più di 200mila firme. I suoi sostenitori temono che a Georgescu possa essere vietato di partecipare alle elezioni ed è in quest’ottica che possono essere interpretati gli interventi di Vance e Musk.
Le liste nere con “i sorosisti”
Nel frattempo, su Internet sono iniziati a comparire elenchi con nomi di persone note in Romania per le proprie posizioni su politiche sociali e civiche. “Una 'lista nera' è stata pubblicata da due influenti emittenti televisive per incitare all'odio contro i politici che, attraverso il loro lavoro, difendono i nostri diritti e la nostra sicurezza. Come risultato di questa lista, la senatrice Victoria Stoiciu è diventata vittima di un'ondata di odio, sessismo e minacce di morte e stupro", ha riferito l’organizzazione femminista FILIA.
Il discorso di odio viene alimentato anche dalle tv mainstream e nella società romena si fanno spazio i timori legati alle garanzie di sicurezza. Il ministro degli Esteri, Emil Hurezeanu ha assicurato che "l'importanza del fianco Orientale per la sicurezza regionale e americana rimane intatta e addirittura aumenterà” e ha ricordato che “bisogna partire da premesse ovvie: siamo membri dell’UE, della NATO e abbiamo un triplice partenariato con gli USA.”
Che non ci siano veri motivi di preoccupazione - in quanto la Romania è membro della NATO - è stato ribadito anche dal premier Ciolacu: “Stiamo cambiando l'approccio alla politica estera, non solo in Romania”, ha dichiarato Ciolacu, “ma penso che entreremo in una fase di normalizzazione”.
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