Alle frontiere della Romania - © saxanad/Shutterstock

Alle frontiere della Romania - © saxanad/Shutterstock

A 18 anni dall’entrata nell’Unione Europea, dal 1 gennaio 2025 i cittadini romeni possono finalmente circolare liberamente nello spazio Schengen. Un momento atteso che porterà alla fine delle code in frontiera, nuove opportunità economiche ma anche non poche sfide

21/01/2025 -  Mihaela Iordache

Un’adesione vista come un momento storico: dal primo gennaio, la Romania fa parte dell’area di libera circolazione dopo che a marzo dell’anno scorso era stata parzialmente inclusa (insieme alla Bulgaria) nell'area Schengen, eliminando i controlli di frontiera solo nei porti e negli aeroporti. Con la piena adesione si aspettano benefici importanti per le persone e per l’economia e in questo senso, non mancano studi e proiezioni ottimistiche.

L'eliminazione delle barriere doganali tra la Romania e lo spazio Schengen a livello terrestre riduce notevolmente i tempi di transito, il che significa consegne più rapide e ottimizzazione dei percorsi.

Con un transito più rapido si guadagnano tempo e soldi. Per gli autotrasportatori attraversare le frontiere romene significava perdere anche un giorno: ora circolare senza aspettare ai controlli è un sogno diventato realtà.

Il settore dei trasporti e della logistica diventano più efficienti. Un aspetto sottolineato anche dal primo ministro Marcel Ciolacu: “Per le aziende romene che fanno affari con partner europei, l’eliminazione dei controlli alle frontiere faciliterà il commercio e ridurrà i costi logistici. Le merci romene diventeranno più competitive, il che stimolerà l’economia e creerà nuove opportunità commerciali e posti di lavoro”.

Ciolacu ha tenuto a sottolineare che “questa è una vittoria della giustizia e della dignità nazionale e un chiaro segnale che non accetteremo mai di essere cittadini di seconda classe in Europa”.

Dal suo canto il ministro dell'Economia, Ștefan Radu Oprea, ha fornito un esempio pratico: ogni vettura Dacia o Ford prodotta in Romania arrivava sui mercati esteri a 100 euro in più, perché era costretta a sostare in dogana prima dell’esportazione.

Anche il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, ha spiegato che l’entrata della Romania nello spazio Schengen è cruciale e contribuisce al rafforzamento della sicurezza sul fianco orientale della NATO, perché aumenterà la mobilità militare, e consentirà un trasferimento più rapido di truppe e attrezzature.

Gli esperti prevedono che il prodotto interno lordo del paese aumenterà del 2 o 3%. Una circolazione più rapida delle merci e della logistica potrebbe attrarre nuovi investitori: un elemento potenzialmente importante, visto che la Romania sta affrontando una situazione economica difficile a partire dall’inflazione elevata, accompagnata da rallentamento della crescita e un significativo deficit di bilancio.

Secondo uno studio dell’European Economic and Social Committee (EESC), la Romania ha perso 2,32 miliardi di euro di entrate annuali per la mancata partecipazione completa al regime europeo senza frontiere, con perdite per i suoi operatori dei trasporti pari ad altri 90 milioni all’anno a causa dei ritardi alle frontiere terrestri.

Libera Circolazione

La libera circolazione delle persone porta benefici immediati per i romeni della diaspora che - soprattutto a Natale, Pasqua o Ferragosto - tornano in patria per le ferie, spesso in pullman oppure con le proprie automobili. Per loro, le lunghe file e l’infinita attesa alla dogana restano solo un brutto ricordo.

Attraversare senza formalità doganali i confini della Romania sarà più facile anche per i romeni che vanno a fare le vacanze in Bulgaria e in Grecia, destinazioni estive preferite. Statistiche recenti mostrano che circa 1,2 milioni di turisti romeni si recano ogni anno in Grecia e quasi 1 milione in Bulgaria.

L'eliminazione delle frontiere potrebbe aumentare il numero dei turisti romeni che scelgono questi posti. Secondo le stime dei tour operator, il traffico turistico romeno potrebbe aumentare almeno del 15% nel 2025, grazie al libero accesso.

D’altra parte, anche la Romania aspetta i turisti stranieri. I dati rilasciati dall'Istituto nazionale di statistica (INS) indicano che nel 2023 il numero di turisti stranieri è stato di circa 2,1 milioni, mentre per i primi 9 mesi del 2024, 1,83 milioni. Con l'adesione a Schengen tali cifre potrebbero aumentare di almeno il 10- 15% nel 2025, scrive la stampa di Bucarest.

L’accesso completo all’area Schengen offre opportunità per i turisti che scelgono di sposarsi in pullman o in automobile verso destinazioni come Maramureş, Bucovina, Transilvania, o il delta del Danubio.

La libera circolazione è vista già come un’opportunità per alcuni lavoratori stranieri in Romania. Provenienti dall’Asia o l’Africa si trovano in Romania con forme legali in seguito alla carenza di mano d’opera.

Gli stipendi più alti fuori dalla Romania potrebbero suscitare il loro interesse e questo rappresenta una preoccupazione per i datori di lavoro romeni. Il ministero del Lavoro ha approntato un progetto che prevede l'assunzione quest'anno di altri 100mila lavoratori extracomunitari. I loro documenti di lavoro saranno validi solo in Romania.

Nonostante questo, il primo giorno del 2025 tre dei 36 lavoratori asiatici che lavoravano un'impresa edile di Timişoara hanno abbandonato la Romania, scrive la stampa locale. Un trend che potrebbe approfondirsi col passare dei mesi.

Diritti ma anche obblighi

Una delle sfide del dopo adesione della Romania allo spazio Schengen è il rischio di un aumento della criminalità. Senza controlli, potrebbe infatti aumentare il traffico di esseri umani, ma anche il numero di immigrati che cercheranno di entrare nel resto dell’area Schengen attraverso la Romania.

Sul fenomeno criminalità e sui rischi per la sicurezza, esiste già il Sistema d'informazione Schengen, che fornisce assistenza operativa reciproca e scambio come strumento per combattere il terrorismo, la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani e l’immigrazione irregolare.

I confini che la Romania deve proteggere a beneficio dell’UE sono i confini terrestri con la Serbia, la Repubblica di Moldova, l’Ucraina e il confine marittimo sul Mar Nero. In questa missione, almeno nella prima fase, la Romania sarà coadiuvata nel controllo delle frontiere da ufficiali austriaci ed ungheresi.


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