
Copertina del libro Meduza di Rita Chirian
Il Premio per il miglior libro di poesia romena del 2024 è stato assegnato a Rita Chirian per il suo volume "Medusa". Un’opera che fonde profondità filosofica, mitologia e sensibilità contemporanea. Un invito a guardare oltre la superficie, dove nasce e si nasconde il senso delle cose
Il Premio "Cartea de Poezie a Anului 2024" (Il libro di poesia del 2024), giunto alla quindicesima edizione è stato assegnato al Volume “Medusa” di Rita Chirian, pubblicato dalla casa editrice Max Blecher.
Viviamo tempi in cui l’intelligenza artificiale e la tecnologia sembrano dominare ogni aspetto della nostra vita. Può sembrare perciò esagerato parlare di una "rinascita della poesia". Eppure, a volte, la sensazione è proprio questa. Non è così raro percepire un ritorno a questa forma d'arte, forse come risposta al nostro bisogno umano di confessarci, di riconoscerci nelle emozioni altrui e di dare voce alla nostra vulnerabilità.
Nella metropolitana di Bucarest, tra la folla e il frastuono, capita ancora di scorgere lettori assorti in un libro, quasi a creare una bolla di magia personale. La letteratura, e in particolare la poesia, si erge come scudo e cura per l’anima, ricordandoci chi siamo davvero. Questo è stato il filo conduttore della serata del 15 gennaio, quando, in un clima di profonda connessione tra pubblico, autori e parole, è stato assegnato presso il Museo Nazionale della Letteratura di Bucarest il premio per il miglior libro di poesia del 2024.
Il Premio e i suoi vincitori passati
Il Premio "Cartea de Poezie a Anului" è stato istituito per riconoscere l’impatto culturale e letterario di autori che riescono a catturare lo spirito del loro tempo attraverso la poesia. Tra i vincitori delle edizioni precedenti troviamo nomi che hanno hanno tracciato le linee della poesia romena contemporanea: Ion Mureșan (2011), Ioan Es Pop (2012), Liviu Ioan Stoiciu (2013), Dan Sociu (2014), Octavian Soviany (2015), Teodor Dună (2016), Nora Iuga (2017), Dan Coman (2018), Romulus Bucur (2019), Angela Marinescu (2020), Ruxandra Novac (2021), Simona Popescu (2022), Alina Purcaru (2023) și Radu Vancu (2024
La diversità di voci e stili celebrata negli anni trova una perfetta continuazione in "Medusa" di Rita Chirian, un'opera che fonde profondità filosofica, mitologia e sensibilità contemporanea.
La Giuria e l’evento
La giuria della quindicesima edizione è stata composta dalla la scrittrice Cristina Bogdan, preside della Facoltà di Lettere dell'Università di Bucarest; Bianca Burța-Cernat - critica e storica della letteratura, presso l'Istituto di Storia e Teoria Letteraria “G. Călinescu” e docente presso la Facoltà di Lettere di Bucarest e Cosmin Perța, poeta, scrittore di prosa e saggista, attualmente docente presso l'Università Hyperion di Bucarest.
Durante la cerimonia, la poesia è stata celebrata non solo come forma d'arte ma come specchio dei nostri tempi. C'è chi critica la poesia moderna, considerandola troppo frammentata o priva di poeticità, paragonandola a un lungo filo di SMS o post sui social. Tuttavia, proprio questa frammentazione riflette il mondo in cui viviamo, fatto di contraddizioni, urgenze e connessioni rapide.
Rita Chirian: una voce potente
Nata nel 1982, a Botosani - poetessa, saggista e traduttrice, nonché insegnante di lingua e letteratura romena, Chirian ha costruito una carriera letteraria solida, grazie alla sua capacità di coniugare profondità filosofica, immaginazione e una straordinaria sensibilità linguistica.
Ha pubblicato i volumi di poesia:
- Sevraj (Vinea, 2006), per il quale è stata insignita del Premio nazionale “Mihai Eminescu”
- Poker face (Vinea, 2010)
- Asperger's (Cartea Românească, 2012)
- Casa fleacurilor (Casa de Editură Max Blecher, 2016), volume premiato come Giovane scrittore dell'anno 2016.
Dopo otto anni di silenzio creativo è tornata con "Medusa", un'opera sostenuta dalla Borsa Creativa per la Poesia della Fondazione Cărturești. Un volume che non è solo un libro di poesie, ma una svolta, cosi come il titolo stesso indica - un viaggio nella mitologia e nella psiche collettiva, esplorando temi di trasformazione, potere e vulnerabilità.
“Quando ho deciso questo titolo (Medusa), mi piaceva molto il dialogo che ha sia con la mitologia, sia con i manifesti femministi, sia con la biografia di una femminilità più travagliata, ma non pensavo che questo volume dovesse essere ideologico o un manifesto poetico - diretto al femminismo, naturalmente. Credo che in questo libro volessi esprimere me stessa. In tutte le dimensioni della mia femminilità”, racconta la poetessa.
Chirian sviluppa, attraverso immagini quasi al confine tra reale e surreale, tensioni interiori causate dall’incapacità di accettare convenzioni, regole o pregiudizi che escludono le pari opportunità e la libertà di essere: “Nelle bande oscure incontreremo/ solo i mostri che ci siamo portati, / li accompagneremo a casa/ e fino all'alba,/ oh, Itaca” (“enormi natiche, spalle oliate”). "Medusa" rappresenta un esempio di come la poesia possa fungere da specchio per ansie e speranze.
È allo stesso tempo, la sfrenata rabbia, la potenza e la “depressione femminile”, nota il critico letterario, Victor Cobuz. E ciò che è diverso e veramente speciale in Medusa è che tutta la ribellione della poetessa non è più impulsiva, ma calcolata, fatta con “fame di chiarezza”, diretta verso tutte le istanze che ordinano la nostra vita e articolata in poesie brevi e sconcertanti o in collage che colpiscono per le associazioni più inaspettate, ognuna più ingegnosamente costruita.
Con opere come "Medusa" di Rita Chirian siamo invitati, oggi più che mai, a guardare più a fondo, oltre la superficie, dove nasce e si nasconde il senso delle cose. La letteratura come un antidoto alla velocità e alla superficialità del mondo moderno rimane tuttora un rifugio per chi cerca profondità e un luogo in cui le parole diventano specchio e cura. “Dobbiamo immaginare il gambero felice.// che cresce nella pietra che lo schiaccerà”, dice la Chirian.
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