Il volume di Pamela Ballinger costituisce il primo importante studio di carattere antropologico dedicato al tema dell’esodo istriano, della migrazione di massa dall’Istria – così come dalle città di Zara e Fiume – tra il 1943 e il 1955. Nei dieci anni dopo la Seconda Guerra Mondiale più di 350.000 italiani furono costretti ad espatriare dalla zona di confine tra l’Italia e la Jugoslavia, per la quale la studiosa americana ha usato il termine “Marca Giuliana”, per comprendervi la Venezia Giulia e l’Istria odierne.
Tale migrazione si ampliò nel contesto del contenzioso territoriale tra l’Italia e la Jugoslavia sulla Venezia Giulia dopo il 1945. Un contenzioso risolto a livello diplomatico da due successivi accordi: il Trattato di Pace con l’Italia del 1947 e il Memorandum d’Intesa del 1954.Tuttavia, pur se risolte sul piano internazionale, le questioni relative alla spartizione territoriale continuarono per oltre mezzo secolo ad avere strascichi per coloro che risiedevano nella regione. La ricerca s’incentra su come la popolazione italiana divisa da confini politici, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vive il ricordo della “Marca Giuliana” nel decennio successivo alla fine della Guerra Fredda e alla dissoluzione della Jugoslavia socialista. Nell’analizzare le memorie dell’esodo istriano, Pamela Ballinger esamina come gli eventi sono ricordati da ambedue i lati del confine postbellico dagli “esuli” (coloro che abbandonarono l’Istria) e i “rimasti” (coloro che scelsero di continuare a vivere oltre il confine). L’autrice approfondisce il complesso rapporto tra le memorie individuali e le testimonianze collettive sul passato. La sua analisi si avvale di ricerche di archivio, di documenti e soprattutto di diciotto mesi di intensa ricerca sul campo condotta tra il 1995 e il 1996 prevalentemente a Trieste e Rovigno.
Applicando il metodo antropologico dell’osservazione e della partecipazione, Ballinger ha vissuto e lavorato con quanti avevano sperimentato in prima persona il dramma dell’esodo e trovato – negli anni Novanta – nuovi mezzi per raccontare le proprie esperienze e nuovi ascolti per le proprie storie a lungo ignorate.
Pamela Ballinger antropologa statunitense specializzata nello studio delle identità etnico-nazionali delle zone di confine e del Mediterraneo, è professore di antropologia al Bowdoin College – Brunswick (Maine, USA).