Azerbaigian: la repressione invisibile
Appuntamento sulla libertà di espressione con la testimonianza di Dinara Yunus, figlia di due dei più famosi dissidenti del Paese, Leyla e Arif Yunus, entrambi scarcerati per motivi di salute. Interviene il corrispondente di OBC Simone Zoppellaro
Intervengono:
- Giuseppe Giulietti, presidente Federazione Nazionale Stampa Italiana
- Elena Gerebizza, Energy campaigner dell’associazione Re: Common
- Simone Zoppellaro, corrispondente di Osservatorio Balcani e Caucaso
- Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia
«Amnesty International – scrive il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury – da tempo è preoccupata per il mancato rispetto delle autorità azere del loro obbligo internazionale di proteggere i diritti di libertà di espressione, associazione e riunione. Le voci di dissenso nel paese sono spesso oggetto di accuse penali inventate, aggressioni fisiche, molestie, ricatti e altre rappresaglie da parte delle autorità e dei gruppi ad esse associati. Le forze dell'ordine utilizzano regolarmente ed impunemente la tortura e altri maltrattamenti contro gli attivisti della società civile detenuti».
Sono almeno 18 le persone in Azerbaigian che Amnesty International riconosce come “prigionieri di coscienza”, in carcere solo per aver pacificamente esercitato i loro diritti alla libertà di espressione.