Estovest
Esplorare l'est per interpretare l'ovest, alla ricerca delle radici comuni. È questo il lavoro di Estovest, la rubrica della TGR di Trieste, curata da Giovanni Marzini e da Gian Paolo Girelli
GLI ITALIANI NEI GULAG, di Mario Refrigeri
Gli italiani morti nei gulag sovietici sono ufficialmente 1028. I primi risalgono al 1930, sono i figli degli emigrati italiani di fine '800 che si stabilirono in Crimea, regione dell'Ucraina affacciata sul Mar Nero. Un servizio che, in occasione degli 80 anni dalle prime morti italiane nei gulag, racconta la storia dei perseguitati che per decenni fornirono lavoro gratis nei 384 campi di concentramento dell'Urss
8 MARZO IN SLOVENIA, di Eva Ciuk
A pochi giorni dalla festa della donna segue un servizio da Lubiana per approfondire la realtà femminile in Slovenia. Per analizzare la situazione della donna ha intervistato la ministra degli interni Katarina Kresal che le ha illustrato la partecipazione delle donne in politica: nel governo sloveno ci sono ben 4 importanti ministeri retti da rappresentanti del sesso femminile (interni, difesa, amministrazione pubblica e cultura)
ANTICHI MESTIERI, di Lucio Giudiceandrea
Tartu, seconda città dell'Estonia, dove un gruppo di giovani ricostruisce antiche imbarcazioni in legno. Tutto fatto a mano, dalle assi alle funi. Tra gli ultimi prodotti c'è una lancia vichinga in legno di pino e con la chiglia di quercia. Il suo disegno si basa su un ritrovamento archeologico del decimo secolo. Estovest è stato nella "capitale culturale" estone, dove la rinascita di un mestiere antico è sostenuta dall'amministrazione cittadina, dall'Unione Europea e dall'entusiasmo della popolazione
ALBANIA E CINEMA, di Antonio Caiazza
Un servizio che a Trieste ha intervistato il regista albanese Kujtim Cashku ed alcuni studenti dell'Accademia di cinema e multimedia "Marubi" di Tirana. Cashku, fondatore della scuola che si trova all'interno del Kinostudio, la cinecittà albanese, ha espresso forte preoccupazione per il futuro del cinema nel paese delle aquile, anche a causa delle pressioni esercitate dalle tv private che vogliono impadronirsi delle aree riservate alla Marubi
