L’Europa del disincanto. Dal ’68 praghese alla crisi del neoliberismo

Prima presentazione del volume a cura di Francesco Leoncini (Rubbettino editore - Collana Studi Internazionali, 2011). Intervengono il curatore e alcuni autori

A cinquant’anni dalla costruzione del Muro di Berlino e a poco più di vent’anni dal suo crollo era necessario fare il punto sulla storia europea a partire da quell’evento cardine della seconda metà del Novecento quale fu la Primavera di Praga. Le istanze riformatrici che in essa si manifestarono volte a creare un “socialismo dal volto umano” sono oggi più attuali che mai nel momento in cui il modello neoliberista impostosi ovunque dopo l’89 mostra in tutta evidenza il suo fallimento.

Un esame ravvicinato della nostra Costituzione fa emergere come quelle aspirazioni avessero già trovato piena accoglienza tra le forze politiche italiane nel dopoguerra.

Il volume, frutto di un intenso lavoro di squadra coordinato da Francesco Leoncini, impegnato da tempo nello studio delle trasformazioni sociali in termini comparati tra Est e Ovest dell’Europa, vuole fornire uno strumento di riflessione storica su alcuni Paesi che hanno vissuto in modo diretto e drammatico i contraccolpi della Guerra fredda e i sommovimenti del successivo periodo post comunista. Dalla Lituania alla Slovenia, dalla ex Cecoslovacchia alla Germania si tratta di casi di studio estremamente significativi. Ci si interroga altresì su quale ruolo possano ora giocare la Russia e l’Unione europea nei loro reciproci rapporti alla luce di quanto accadde nel ’68 e nell’89.

I saggi contengono parimenti analisi puntuali sulle condizioni sociali e politiche delle nuove democrazie e di quelle tradizionali, viste nel contesto mondiale tra il declino degli Stati Uniti e l’affermarsi della Cina, rilevandone le pesanti involuzioni, la distanza sempre maggiore tra governi e governati, la violenza dell’economia sulle strutture istituzionali, e non ultimo la nostalgia del passato. Di qui il disincanto, la delusione di larga parte delle popolazioni, convinte che dopo la fine del comunismo si potesse aprire un lungo periodo di pace e di prosperità.

Nell’insieme un libro avvincente e provocatorio, brillante e compatto nella linea interpretativa. Un bilancio critico degli ultimi decenni ma anche un messaggio di speranza in quanto si riconosce il ritorno alla ribalta di attori sociali connotati da forte coscienza civile e volontà di cambiamento.

Il libro presenta i contributi di:
Francesco Leoncini, L’Europa neoliberista ovvero la seconda sconfitta della Primavera di Praga;
Giuseppe Goisis, Un crudele rimpianto. Riflessioni dai territori della Ostalgia;
Giovanni Bernardini, Un’Europa a misura d’uomo. Primavera di Praga e Ostpolitik;
Andrea Griffante, Un passato troppo presente: Stato e identità politica nella Lituania post comunista;
Alberto Tronchin, L’89 cecoslovacco, tra storia e memoria;
Gabriella Fusi, Dal “socialismo di Stato” alla trasformazione neocapitalista: il caso ceco;
Stefano Lusa, La Slovenia vent’anni dopo. Uno sguardo retrospettivo e il ritorno del partigiano;
Gernot Wapler, L’unificazione dimezzata;
Massimo Armellini, L’Europa del futuro sarà Eurussia o non sarà. Le occasioni mancate del ’68 e dell’89;
Valentine Lomellini, I comunisti italiani e la “rinascita” di Dubček. Una reciproca opportunità;
Michelle Campagnolo Bouvier, La Société Européenne de Culture: 60 anni di costante impegno attraverso le diverse stagioni.