Mister sei miliardi. I giovani, la scuola, il lavoro, la salute, il futuro della Bosnia Erzegovina
Presentazione del libro d Luca Leone (Infinito Edizioni, 2012)
Intervengono:
- Carlo Rossini, Sindaco di Todi
- Riccardo Noury, Amnesty International
- Luca Leone, autore
Moderano:
- Francesca Fornario, giornalista
- Luca Sappino, giornalista
- Luca Bussolotti, giornalista
I bimbi della guerra di Bosnia oggi sono grandi e alcuni di loro, molti, hanno messo al mondo figli. Il trauma si trasmette di generazione in generazione, di padre e madre in figlio. I giovani bosniaci hanno idee da realizzare e storie da raccontare ma vivono in un Paese privo di lavoro e di speranze e studiano in scuole inadatte a formare le classi dirigenti del futuro. Scuole in cui, in molti casi, vige il principio della segregazione nazionale. Scuole dell’apartheid.
“Mister sei miliardi” è un viaggio profondo e intenso nell’universo dei giovani della Bosnia Erzegovina in un dopoguerra senza fine. Un viaggio che parte proprio dal ragazzo che dà il titolo al libro, la cui vita e le cui possibilità sono il paradigma del trattamento che un Paese devastato prima dalla guerra, oggi dai nazionalismi, dalla corruzione e dal neoliberismo, riserva alla sua parte migliore: bambini e ragazzi.
Di quest luogo in cui chi non ha lavoro non può avere un’assistenza sanitaria decente, in cui chi è diversamente abile lo è almeno due volte di più che altrove, in cui la forbice sociale è stata divaricata in tempo di pace oltre ogni limite raccontiamo in questo libro, in cui si riscontra «passo passo l’applicazione della formula orwelliana “chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato” attraverso il tentativo di separare e segregare l’istruzione sulla base di linee nazional-religiose». (Riccardo Noury)
«Luca Leone rende omaggio ai “costruttori” ostinati, donne e uomini, e li vede all’opera soprattutto in un settore specifico e universale, quello dell’Educazione, della Scuola, della Formazione. Il presente di questo settore, in Bosnia Erzegovina, è fatto di divisione, di ingressi separati nelle aule per studenti di confessione religiosa diversa, di programmi non condivisi, così come gli alfabeti – cirillico e latino – usati a discrezione degli insegnanti, non a unire ma a sottolineare appartenenze…». (Gianluca Paciucci)
Con il patrocinio di Adottanto, Amnesty International, Anordestdiche, Associazione Popoli Minacciati, Cosmohelp, Metapolis.
INFO:
Infinito Edizioni
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