Nema Problema, la Jugoslavia venti anni fa
A vent'anni dall'inizio dell'assedio di Sarajevo e nel suo ventesimo compleanno l'Associazione culturale Visionaria ricorda con un evento speciale, promosso nell'ambito di "Visionaria Film Festival Internazionale", una pagina di dolore in gran parte dimenticata
In vent’anni può succedere di tutto, in venti anni si costruisce un festival come Visionaria o si ricostruisce una nazione. Questo 2012 infatti non segna soltanto la ventesima edizione di Visionaria ma anche i venti anni dall’inizio della guerra nella ex Jugoslavia, una guerra anomala perché in gran parte dimenticata e poco raccontata negli anni stessi in cui questa avveniva.
Per tutta l’Europa è una macchia indelebile perché si parla di una guerra civile sanguinosissima consumata all’interno dei confini del Vecchio Continente, con una capitale europea come Sarajevo assediata per oltre tre anni da truppe paramilitari. Per l’Italia poi si parla di una guerra a pochi passi (o braccia di mare), vicina al confine o anche in territori un tempo italiani o che comunque fondano le proprie radici nella cultura italiana e mediterranea.
Negli ultimi anni il cinema, soprattutto documentaristico, ma anche la fiction, ha più volte cercato di raccontare quei conflitti ed anche la difficile ricostruzione successiva, prendendo a modello la storia dei Balcani per raccontare le contraddizioni dell’intero continente europeo o comunque il pericolo che divisioni nazionali possono portare. Sono passati venti anni da quella guerra così vicina a noi ed ancora la situazione in alcune regioni balcaniche non è del tutto stabilizzata. Son passati venti anni ma le divisioni e anche le distruzioni materiali sono ancora visibili e documentabili.
Per questo ne vogliamo parlare e lo facciamo con uno spirito ottimista e fatalista fin dal titolo della nostra rassegna: Nema problema! Nessun problema, come a dire che sono passati venti anni e non ci sono più guerre, ma questa frase è stata ripetuta anche durante quella stessa guerra o nelle settimane precedenti quando nessuno credeva che la situazione potesse crollare così nettamente.
Ma noi ne parliamo col linguaggio del cinema ed è ancora attraverso il cinema che vogliamo anche dare uno sguardo alla ricostruzione grazie al bel lavoro di Silvia Badon (Esperienze di cinema dalle ceneri della Jugoslavia - Bosnia Erzegovina, Gabbiano editore), saggista e ricercatrice che ci racconta gli ultimi venti anni di cinema bosniaco, il cinema nato dalla cesura della guerra, il cinema che arriva “dopo la pioggia”, quella pioggia che al cinema ci ha fatto scoprire l’orrore del conflitto nel bellissimo film di Milcho Manchevski (Prima della pioggia, 1994).
Notevole sarà anche l’apporto di Stefano Landucci, un attento e curioso viaggiatore che da persona attenta al sociale ha saputo raccontare e mostrare in un libro scritto e fotografato con Marco Bani, l’orrore che tarda a lasciare Srebrenica, un passato che pesantemente ricopre le belle pagine fotografiche del loro libro “Srebrenica, per non dimenticare”.
Visionaria 2012 vuole raccontare il reale e non dimenticare un passato così “vicino” per non far passare sotto silenzio l’anniversario della guerra europea proprio quando questa può essere così ben raccontata dal linguaggio del cinema, quello con cui noi comunichiamo più comunemente. E lo facciamo con dei documentari importanti, autentiche perle in parte inediti in Italia. Sono film che raccontano la società jugoslava prima dell’entrata in guerra che ha cancellato decenni di convivenza senza però raccontare la cronaca di quegli anni ma attraverso il racconto di due forme artistiche: il cinema e la musica. Ma anche con il grande lavoro di Claudia Tosi, sensibile e attenta documentarista italiana che ci dà uno sguardo sulla Bosnia oggi raccontandoci la storia, piccola, di una squadra di calcio di adolescenti e dei loro padri.
I film di Stoimenov (Bijelo dugme) e Turajlic (Cinema Komunisto) non ci raccontano direttamente la società o fatti storici rilevanti, ma entrambi documentano l’inizio della guerra che ha lasciato attoniti i protagonisti del racconto fatto nei film, in due scene davvero memorabili e ripescate dagli archivi della memoria: in Cinema Komunisto la guerra arriva nel racconto durante una conferenza stampa del Festival di Pola (che verrà cancellato) ed in Bijelo Dugme durante uno degli ultimi concerti del gruppo quando il pubblico comincia ad inneggiare non più alla Jugoslavia ma allo stato Croato, lasciando realmente attoniti i musicisti sul palco.
PROGRAMMA
Martedì 17 aprile 2012
ore 18:00 - Film
Mostar United
di Claudia Tosi
ore 21:00 - Tavola rotonda
Partecipano:
- Silvia Badon, autrice del libro “Esperienze di cinema dalle ceneri della Jugoslavia. Bosnia Erzegovina”
- Claudia Tosi, regista
- Stefano Landucci, autore del libro fotografico “Srebrenica, per non dimenticare”
ore 22:00 - Film
Cinema Komunisto
di Mila Turajlic
Mercoledì 18 aprile 2012
ore 18:00 - Film
Bijelo Dugme
di Igor Stoimenov, alla presenza del regista.
INFO: