Restoring Public Space. Rigenerare lo spazio pubblico
Convegno che si colloca nell'ambito del progetto "Restarts, RESTorative ART actions in Public Spaces", dedicato alla rilevanza degli spazi pubblici nella costruzione/ricostruzione del legame sociale e sul ruolo che le arti possono avere perché essi esprimano una performatività rigenerativa e riparativa. Tra i diversi relatori sul caso della Bosnia Erzegovina gli interventi di Alfredo Sasso, Azra Nuhefendić, Dario Terzić
L’iniziativa si colloca nell’ambito di un progetto di Ateneo che ha come responsabili scientifici Carla Danani e Sergio Labate, docenti presso l’Ateneo marchigiano, dal titolo Restarts, RESTorative ART actions in Public Spaces, che sta svolgendo una ricerca sulla rilevanza degli spazi pubblici nella costruzione/ricostruzione del legame sociale e sul ruolo che le arti possono avere perché essi esprimano una performatività rigenerativa e riparativa.
A discutere (dopo alcuni incontri seminariali di approfondimento, tra cui con Alfredo Sasso), ed a mettere a tema come caso studio alcune situazioni in Bosnia Erzegovina - in particolare nelle città di Mostar e a Sarajevo - studiosi e studiose provenienti direttamente dai luoghi di cui si parlerà, appartenenti al mondo accademico (come Sarina Bakić) ma anche associativo (Claudia Zini di Kuma International) e culturale (Elma Hodzić dell’History Museum of Bosnia and Herzegovina di Sarajevo) e i giornalisti e scrittori Azra Nuhefendić e Dario Terzić, testimoni delle recenti vicende connesse all’assedio delle città di Sarajevo e Mostar.
Fortemente interdisciplinare, al convegno porteranno inoltre i loro contributi il fotografo Luigi Ottani (cui si deve tra l’altro il bellissimo libro-reportage 'Shooting in Sarajevo' e un work in progress sulle Rose di Sarajevo), Roberta Biagiarelli, artista multidisciplinare ed esperta di Balcani, l’architetta Mariateresa Giammetti dell’Università di Napoli, filosofi e scienziati sociali (tra cui Giovanna Costanzo dell’Università di Messina; Virgilio Cesarone dell’Università di Chieti-Pescara; Tatjana Sekulić dell’Università Bicocca di Milano).
Anche riprendendo il concetto di “urbicidio”, coniato nel corso della prima metà degli anni Novanta da Bogdan Bogdanović (che ne esplicitato e analizzato il significato nell’opera Grad i Smrt - La città e la morte, edita nel 1994), ci si interrogherà in modo analitico, critico e propositivo su luoghi e pratiche sociali, su come siano istituiti da memoria e pratiche sociali e ne siano a propria volta investiti, sulle politiche di ricostruzione: le quali, non meno di quelle di distruzione, mai possono essere rubricate come neutrali.
Programma dettagliato in allegato.
Per contatti con la segreteria tecnico-scientifica dell'Università di Macerata: