Rotta balcanica e ipocrisie europee
Primo evento online, parte di una serie di incontri organizzati come cornice virtuale di Diritti in festa, con l'intervento di Silvia Maraone, di Ipsia che opera in Bosnia e Serbia e Bisera Krkić della onlus di Gorizia "Ospiti in Arrivo"
Quanto sta avvenendo ai migranti bloccati in Bosnia Erzegovina, in questi ultimi mesi, non è affatto un'emergenza: è il risultato coerente e logico delle politiche di respingimento e concentrazione messe in atto dall’Unione Europea negli ultimi cinque anni.
Come denunciato anche da Amnesty International, oltre 130 milioni di euro sono stati stanziati fino ad oggi per fare del confine meridionale croato un muro invalicabile e sanguinoso: un "game" il cui prezzo di passaggio è la vita dei migranti stessi, delle donne e dei bambini dimenticati nelle terre di nessuno intorno ai boschi delle località bosniache di Bihać e Velika Kladuša.
A fare da cornice a questa tragedia, ora quasi silenziata dopo il rientro degli inviati d'assalto, è la parziale ignoranza dell'opinione pubblica internazionale circa la situazione interna della Bosnia: un Paese politicamente ed economicamente ostaggio delle lobby nazionaliste, che speculano sull'assistenzialismo delle Nazioni Unite; un Paese con fenomeni di razzismo crescenti, ma con una società civile attiva, coraggiosa, fortemente impegnata (oggi come ieri) sul fronte dell'accoglienza e dei diritti.
Ne parliamo in questo primo evento online, parte di una serie di incontri organizzati come cornice virtuale di Diritti in festa, in diretta sulle pagine Facebook e sul canale YouTube di Ospiti in Arrivo con:
- Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti IPSIA/ACLI in Bosnia e Serbia
- Bisera Krkić, attivista di Ospiti in Arrivo.
Modera Michele Guerra.