Sarajevo, BIH. Storie da un dopoguerra
Proiezione del documentario di Emanuele Cicconi, quinta e ultima serata della rassegna cinematografica "Jugoslavia, vent'anni da ex. La questione balcanica nell’attualità europea"
Nello sguardo di molte vittime rimase impresso lo stupore, l’incredulità. Eppure fu tutto vero. Una guerra che andò sommando follemente i suoi fronti in una spirale di atrocità senza fine, la colpevole inettitudine europea, la disgregazione che, ancor oggi, non si riesce a fermare.
Uniche pagine nobili, da una parte la resistenza di quante e quanti, al di là delle appartenenze, si opposero alla deriva nazionalista e guerresca, dall’altra il volontariato delle associazioni e di molte persone che seppero tramutare lo stupore e il dolore in azione. E che oggi, a vent’anni di distanza, assumono l’impegno della memoria. Perché lo sguardo resti vigile. Perché mai più si possa.
SARAJEVO BiH
Sarajevo, BiH prende lo spunto per raccontare tre storie esemplari: il Museo d’Arte Contemporanea di Sarajevo “Ars Aevi” di Enver Hadziomerspahic, Obrazivanje Gradi BH di Jovan Divjak e la Cooperativa “Insieme” di Rada Zarkovic e Skender Hot. A guerra appena finita, quasi nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa del genere: in Bosnia-Erzegovina (a Bratunac, pochi chilometri da Srebrenica) esiste un posto dove lavorano insieme donne i cui mariti, figli, padri o fratelli sono stati uccisi da opposti nazionalismi. Eppure, non solo la cooperativa “Insieme” esiste, ma si consolida e cresce. Il mondo della realpolitik è capovolto. Fuori dalla propaganda di guerra (che continua anche in pace a difendere interessi privati) i ruoli si ridefiniscono. Carnefici e vittime tornano a essere tali, quale che sia la loro religione di appartenenza. Ricordare è fondamentale, ma la memoria non è neutrale. Si può usare per alimentare l’odio o per combatterlo. La scelta è netta. Riconoscere il proprio dolore in quello degli altri è difficile, ma non impossibile.
Regia: Emanuele Cicconi
Sceneggiatura: Emanuele Cicconi, Mario Boccia
2008