"Shooting in Sarajevo"
A trent’anni dall’inizio dell’assedio sulla città di Sarajevo 1992-2022, inaugurazione della mostra di Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli. Introducono Paolo Rumiz, Azra Nuhefendić, Elisa Coppetti
Spettacolo che si inserisce nell'ambito del festival "S/paesati - Raz/seljeni sul tema delle migrazioni".
A trent’anni dall’inizio dell’assedio sulla città di Sarajevo 1992-2022, inaugurazione della mostra di Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli. Introducono Paolo Rumiz, Azra Nuhefendić, Elisa Coppetti
L’efficace gioco di parole scelto da Ottani chiarifica l’idea cardine del progetto: shooting è fotografare ma anche sparare. Il risultato è una mostra e un volume fotografico (Edizioni Bottega Errante, 2020) che ritrae la città di Sarajevo dalle stesse postazioni dalle quali i cecchini tenevano sotto assedio i suoi abitanti 30 anni fa.
Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli hanno iniziato a lavorare a questo progetto nella primavera del 2015. L’idea è stata quella di fotografare-shooting Sarajevo dagli stessi luoghi dai quali i cecchini tenevano sotto assedio la città e i suoi abitanti venticinque anni fa. Gli appartamenti di Grbavica, l’Holiday Inn, la caserma Maresciallo Tito, le postazioni di montagna sono divenuti il punto di vista ideale per perdersi nella mente di chi, da quegli stessi luoghi, inquadrava per uccidere. Sono stati giorni di attese, di passaggi di persone, uomini donne bambini, aspettando che il soggetto, ignaro, arrivasse al centro del mirino per fotografarlo-shooting.
Nel progetto gli autori si sono avvalsi dell’amichevole complicità di due sarajevesi d’eccezione: Azra Nuhefendić e il generale Jovan Divjak, oltre che del giornalista-scrittore Gigi Riva, cittadino onorario di Sarajevo e del fotoreporter Mario Boccia. Da una finestra del quinto piano dell’albergo Holiday Inn il 6 aprile 1992 sono stati sparati i primi colpi sui civili. Da quella stessa finestra il generale Divjak ha fotografato una donna con un cappotto rosso, regalandoci così uno scatto per questo progetto condiviso.
LUIGI OTTANI fotografo e pubblicista, ha una particolare vocazione per il reportage sociale ma realizza anche lavori di architettura, moda e pubblicità. Ha pubblicato una trentina di volumi fotografici ed è autore di numerose mostre ed installazioni. Con il volume Niet Problema! ha vinto il premio “Marco Bastianelli”, riconoscimento al miglior libro fotografico italiano edito nel 2006. Nel 2014 è stato scelto da Fondazione Fotografa come uno dei rappresentanti modenesi della Fotografa del dopoguerra. Nel 2016 ha pubblicato, insieme a Roberta Biagiarelli, il volume Dal libro dell’esodo (Piemme edizioni). In occasione del Festival della Filosofa 2019 sul tema “Persona” ha realizzato l’installazione performativa “Lo avete fatto a me”.
ROBERTA BIAGIARELLI attrice, autrice, documentarista. Nel 2002 fonda l’associazione Babelia & C.-progetti culturali dedicandosi con maggior slancio alla ricerca, produzione e interpretazione di temi sociali, storici e politici. È interprete tra gli altri dei seguenti spettacoli: A come Srebrenica (1998), Reportage Chernobyl (2004), Resistenti (2006), Il poema dei monti naviganti (2008). Produce i documentari: Souvenir Srebrenica (2006), La neve di giugno (2007), La Transumanza della Pace (2012). È esperta di Balcani con una particolare attenzione rivolta al genocidio di Srebrenica. Dal 2018 è ideatrice e curatrice del ciclo di incontri ‘Balcani d’Europa-lo Specchio di Noi’ e della rassegna ‘Vista sull’Europa’
La mostra sarà visitabile fino al 28 ottobre, tutti i giorni, dalle 17.00 alle 19.00.
Si veda la pagina dedicata all'evento .