Stazione di Topolò - Postaja Topolove

Registi, musicisti, scrittori, fotografi, performers provenienti da tutto il mondo confrontano la loro ricerca in un luogo magico: un piccolo borgo nell'estremo confine italo-sloveno. Ventiduesima edizione del "non-festival"

52 appuntamenti in dieci giorni tra concerti, letture, incontri, proiezioni, camminate alla scoperta del patrimonio della cultura locale, riflessioni su di un possibile "nuovo umanesimo delle montagne" e laboratori per ri-insegnare l'arte dei muretti a secco.
Uno snodo di sperimentazioni, scambi culturali, un piccolo-grande laboratorio dove, non troppi anni fa, era di fatto proibito incontrarsi, fotografare, transitare: questa è Stazione di Topolò – Postaja Topolove, sulla cima e al fondo di una valle che nel fitto del bosco, sopra il paese, diventa Repubblica di Slovenia, 24 anni fa Repubblica di Jugoslavia o “Est” e, prima ancora, Impero Asburgico. Topolò, da sempre frontiera, è ancora Italia, comune di Grimacco, per poche centinaia di metri e la lingua che si parla da sempre è il nadiško, un arcaico dialetto sloveno. Non ci sono bar, né negozi, qui finisce l'asfalto, non ci sono collegamenti con il fondovalle e solo 20 abitanti dei 400 di un secolo fa. Eppure, oggi qui c'è un aeroporto, benché per i soli arrivi; un ufficio postale per Stati di coscienza, cinque ambasciate, un Istituto di Topologia, un ostello per i suoni trascurati, resti di terme e di gloriose sinagoghe, una Libera Biblioteca per la circolazione dei libri, il quartier generale dell'Officina Globale della Salute, diretto da uno scienziato di fama mondiale, Mario Raviglione; una Pinacoteca Universale diretta da Guido Scarabottolo, un Archivio dello spazio visivo e sonoro, e il Water Institute, un istituto per il monitoraggio delle acque, fondato da Ulay, protagonista negli anni Settanta e Ottanta di alcune tra le più celebri pagine della body art . Da quest'anno anche una Facoltà di Balcanitudine, per meglio conoscere il mondo che ci sta qui di fianco. E ancora, un'orchestra di musica minimale, la Topolovska Minimalna Orkestra e un ensemble di percussioni da strada, Les Tambours de Topolò.

Non è un festival la Stazione/Postaja. Non è un contenitore di spettacoli itineranti. Vengono realizzati sul posto progetti ispirati direttamente dal contatto, dalla conoscenza del luogo, che diventa così il motore e non lo scenario passivo degli accadimenti: è la sperimentazione che si innesta sulla tradizione. Anche i concerti sono in realtà frutto della collaborazione con i musicisti, dilettanti e professionisti, presenti sul posto, quando non con il pubblico. Gli incontri avvengono nelle piazzette, nei vicoli, nei fienili, nei boschi che assediano il paese; senza palchi, senza quinte, senza separazione tra abitanti, artisti e pubblico tanto da ricavarne un'impressione di quotidianità e di partecipazione corale. Ancora, si svolgono "cantieri"-laboratorio dedicati ai ragazzi: e c'è, come in ogni stazione, una Sala d' Aspetto per incontrare poeti e scrittori in transito. Un cinema, ricavato da un grande muro imbiancato, ospita immagini portate e raccontate direttamente dai registi. Tutti sono ospitati nelle case del paese. Gli appuntamenti avvengono “verso sera”, “al tramonto”, “nella notte”, “con il buio” e non potrebbe non essere così.
 
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INFO
Associazione Topolò - Topoluove
morenomior@gmail.com
donatellaruttar@libero.it
www.stazioneditopolo.it