Trent'anni di impegno in Bosnia Erzegovina: per quale futuro?
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Oltre 30 anni fa iniziava il conflitto in Bosnia Erzegovina che vide un massiccio coinvolgimento della società civile italiana. Con il convegno si propone un momento di riflessione sul conflitto e su come promuovere e costruire oggi relazioni di giustizia e pace nell’ex Jugoslavia e a livello internazionale
Oltre 30 anni fa iniziava il conflitto in Bosnia Erzegovina che, iscrivendosi fra i conflitti che portarono al disfacimento della Jugoslavia, determinò anche un massiccio coinvolgimento tanto di organizzazioni della società civile quanto di gruppi spontanei nell’organizzazione di iniziative di accoglienza e sostegno alla popolazione civile coinvolta in stragi e crimini di guerra di rara violenza.
Non vi è dubbio che quel conflitto segnò profondamente le coscienze di quanti erano nati e cresciuti in un periodo di pace, di quanti pensavano la guerra in Europa o alle sue porte ormai impossibile e di quanti, soprattutto, si erano illusi che “la fine della storia” avrebbe garantito progressivamente pace e democrazia ovunque.
In quegli anni e in quei luoghi si trasformò l’azione delle organizzazioni umanitarie e dei movimenti pacifisti, fu messa in discussione la capacità di diplomazia e di azione della comunità internazionale, nacquero visioni del mondo e dottrine geopolitiche i cui effetti si dispiegano tuttora in gran parte dei conflitti mondiali, non ultimo nella guerra russo - ucraina.
Proprio a partire da queste considerazioni, come organizzazione che ha visto ridefinirsi la propria identità e la propria capacità di azione in quel conflitto, pensiamo che sia sempre più necessario continuare ad approfondire e studiare le ragioni del conflitto in Bosnia Erzegovina e di come le sue conseguenze continuino ancora oggi a incidere sulla vita di milioni di persone.
Questo convegno vuole quindi essere un’occasione sia per continuare ad interrogarci su quel conflitto, sia, soprattutto, su come promuovere e costruire oggi relazioni di giustizia e pace nell’ex Jugoslavia e a livello internazionale.
PROGRAMMA:
Ore 9.00, apertura dei lavori
Introduce e modera Silvio Ziliotto, Direttivo IPSIA
Intermezzi con esperienze di: Laura Hein, Silvia Maraone e Daniele Socciarelli
Saluti istituzionali:
Martino Troncatti, presidente regionale delle Acli Lombardia
Pierangelo Milesi, referente nazionale pace, Presidenza ACLI
Roberto Rossini, presidente del Consiglio Comunale di Brescia
Don Carlo Tartari, vicario per la pastorale e i laici della Diocesi di Brescia
Dalle origini del conflitto alla situazione attuale: un'analisi sui diritti umani
Refik Hodžić, giornalista, film maker, attivista per la giustizia e i diritti umani
L'evoluzione dei movimenti pacifisti e delle organizzazioni dagli anni '90 ad oggi
Don Fabio Corazzina, presbitero diocesano di Brescia, operatore di pace
Agostino Zanotti, attivista sociale, associazione ADL a Zavidoviċi (BiH)
Federico Reggio, esperto di giustizia riparativa e mediatore, docente di filosofia del diritto - Università di Padova
L'evoluzione geopolitica della dissoluzione jugoslava ai conflitti attuali in Europa
Alessandra Morelli, esperta in diplomazia umanitaria, già funzionario UNHCR in Croazia, Bosnia Erzegovina e Kosovo negli anni ‘90
Nicola Minasi, referente Unità di Crisi (MAECI), già Ambasciatore d’Italia a Sarajevo (BiH)
Conclusioni:
Marco Calvetto, Presidente IPSIA
Ore 13.00, chiusura lavori
È gradita conferma partecipazione compilando il seguente form