Trieste Film Festival
La 35esima edizione del Trieste Film Festival, principale appuntamento italiano con il cinema dell'Europa centro-orientale, si tiene come ogni anno a Trieste. Per il nono anno verrà consegnato anche il premio OBC Transeuropa a uno dei documentari in concorso
Il 35. Trieste Film Festival, diretto da Nicoletta Romeo, primo e principale appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale, nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino, continua a essere un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”.
Tre le sedi del festival: il Politeama Rossetti, il Teatro Miela e il Cinema Ambasciatori; e tre le sezioni competitive - concorso cortometraggi, lungometraggi e documentari - che, lungi dall’esaurire le linee di programmazione, si confermano il nucleo centrale del festival. Per il nono anno verrà assegnato il premio OBC Transeuropa al miglior documentario.
In apertura di Festival, il 19 gennaio la programmazione del Teatro Miela si inaugura con Do Not Expect Too Much from the End of the World di Radu Jude, che è insieme un vertiginoso film teorico sul cinema e una critica esplosiva al cinismo del capitalismo moderno: un’autentica opera-mondo, prossimamente nelle sale italiane con I Wonder Pictures, fatta di ironia, sferzate moraliste e citazioni coltissime, che conferma il talento di un cineasta, il rumeno Radu Jude (già Orso d’oro a Berlino, e stavolta Premio speciale della giuria a Locarno), tanto originale quanto inclassificabile.
Il 23 gennaio sarà invece il Politeama Rossetti ad accogliere il secondo film di apertura del festival, quel Green Border, Premio Speciale della Giuria all’ultima Mostra di Venezia e dall’8 febbraio al cinema con Movies Inspired e Circuito Cinema, che segna il grande ritorno di una maestra del cinema europeo, la polacca Agnieszka Holland. Un film scomodo e giusto, che racconta – in un potente bianco e nero, e con una durezza a tratti difficile da sostenere – il dramma dei migranti che si affacciano all’Europa (in questo caso dal confine tra Bielorussia e Polonia) cercando un’accoglienza che i governi hanno dimenticato, e una solidarietà di cui solo i singoli individui, spesso illegalmente, sembrano essere capaci.
Saranno diverse le pellicole di autori delle regioni del Caucaso, Balcani e Turchia:
- Anişoara, di Ana-Felicia Scutelnicu
- Ulysses'i Çevirmek (Tradurre Ulisse), di Aylin Kuryel e Firat Yücel
- Între revoluții, (Tra le rivoluzioni), di Vlad Petri
- Cent'anni, di Maja Doroteja Prelog
- Urotcite na Blaga (La lezione di Blaga), di Stephan Komandarev
- Stepne, di Maryna Vroda
- Opazovanje (Osservare), di Janez Burger
- Hotel Pula, di Andrej Korovljev
- Sivi kamion crvene boje (Un camion grigio colorato di rosso), di Srđan Koljević
- 77 de Ani Înapoi (77 years back), di Dan Stroie, Alexandru Bodrug
- Motherland (Madrepatria), di Alexander Mihalkovich, Hanna Badziaka
- 1489, di Shoghakat Vardanyan
- Bota jonë (Gioventù fantasma), di Luàna Bajrami
- Shashvi shashvi maq'vali (Merlo merlo mora), di Elene Naveriani
- Ekskurzija (Escursione), di Una Gunjak
- Foto na pam'yat (Un'immagine da ricordare), di Olga Chernykh
- Lost Country (Paese perduto), di Vladimir Perišić
- Srce (Batticuore), di Gvozden Ilić
- Neka cvjeta rosno cvijeće (Lasciate sbocciare i fiori di rugiada), di Ivan Bakrač
- MMXX, di Cristi Puiu
Si veda il programma dettagliato del Film Festival .