Ulazna Vrata - Porta d’ingresso

Video-proiezioni di Bruno Maran inserite all'interno della rassegna Viavai, che prevede opere pittoriche e fotografiche ma anche installazioni e performance artistiche che serviranno per “animare” la porta medioevale e per costituire un passaggio sia metaforico che reale attraverso l’elemento di transito dal passato alla contemporaneità

La Serbia, un paese molto complesso, carico di storia e di tradizioni antiche, poco conosciuto, se non in relazione ai fatti interenti le ultime guerre balcaniche o per fatti di cronaca.
E', fotograficamente, rappresentato in due modi, opposti e contrapposti.
Uno è l'autoproclamata indipendenza della provincia del Kosovo, culla delle più profonde radici storiche e religiose per i serbi, dove la maggioranza albanese è riuscita a staccarsi, dopo la guerra "umanitaria" del '99, con la sospetta connivenza di varie diplomazie occidentali.
L'altro, la visione di Kragujevac, città della Serbia centrale, importante centro industriale e pertanto pesantemente bombardata durante la citata guerra "umanitaria".

Centro dell'analisi è la fabbrica di automobili Zastava, tornata alle cronache per le vicende relative all'acquisizione da parte della Fiat, con le relative ripercussioni sul mondo operaio italiano a causa della prevista delocalizzazione di attività da parte del gruppo torinese in Serbia.

PROGRAMMA

Primo ingresso

Kosovo AttoUno
Un reportage degli avvenimenti del febbraio 2008 nella provincia del Kosovo

Pristina - The night before
La notte che precede, si vede il giubilo della gente, quindi spazio al fattore umano

The Independance Day
Il giorno della autoproclamata indipendenza come si può leggere da quello che la gente fa nelle strade della capitale, un racconto testimonianza

Mitrovica - The day after
La protesta del giorno dopo nella parte serba della città nel nord Kosovo

Secondo ingresso

Zastava AnnoZero
Il capitale viaggia in prima classe - viaggio della globalizzazione

La Zastava, fondata nel 1862, divenne, nel secondo dopoguerra, la più importante realtà industriale dei Balcani, vanto della Jugoslavia socialista. Il suo nome era Savodi Crvena Zastava.
Fino allo sfascio della Jugoslavia produceva 220mila vetture l'anno, con più di 50mila lavoratori e 280 imprese dell’indotto dislocate in 130 città jugoslave. A Kragujevac erano occupati 32mila operai.
Durante la guerra “umanitaria“ del 1999 fu pesantemente bombardata con 36 missili Cruise, con pericolosi effetti, ancora presenti, sulla popolazione nonché sugli operai, specie tra quelli che rimossero le rovine.
Dal 1° febbraio 2010, la Fiat, in accordo col governo serbo, ha preso il completo controllo della fabbrica, occupando circa mille operai con contratto a termine.

Questa inchiesta fotografica è una testimonianza sulla realtà dopo i bombardamenti del ‘99, sullo smantellamento delle ”vecchie” linee, sulla situazione del lavoro nei “nuovi” reparti e per riaffermare che i lavoratori serbi non stanno togliendo lavoro agli operai italiani…

 

INFO
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fax: 049 8204545
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