Una finestra sull'Europa

Maria Rita Leto intervista Dragan Velikić, autore de "Il muro del nord" (Zandonai Editore, 2011), nell'ambito di "Pordenonelegge.it - Festa del libro con gli autori"

In fuga dalla guerra fratricida che insanguina il suo Paese, Olga, ex bibliotecaria di Belgrado, decide di raggiungere il marito a Vienna. Nel suo vagare quotidiano per le vie cittadine e per mondi letterari alla ricerca di sempre nuove identità, si ritrova suo malgrado al centro di un'intrigante combinazione di esistenze sospese e "vite casuali" simili alla sua, di tradimenti furtivi o soltanto vagheggiati, di storie familiari e leggendari personaggi sottratti a una spessa coltre di oblio.

E in un bizzarro gioco di rimandi simbolici e coincidenze reali a ritroso nel tempo il suo destino viene a intrecciarsi con quello di un altro esule volontario, un irrequieto ed eccentrico insegnante irlandese, James Joyce, che all'alba del nuovo secolo sbarca nel Continente in cerca di migliori fortune. Fino a incrociare le tracce di un giovane misterioso, che con un gesto eclatante segnerà le sorti dell'Europa intera.

Nel fascino regale e discreto degli scenari viennesi, tra i chiaroscuri marini di una Pola segreta e la multiforme vitalità della Trieste asburgica, la prosa sensuale e raffinata di Velikic ci accompagna in un viaggio lungo tutto il Novecento e nel cuore di quella Mitteleuropa perduta di cui il grande scrittore serbo, come ha scritto Claudio Magris, "esprime con intensità poetica l'atmosfera polivalente e spesso malata".

 

Dragan Velikić (1953)

Nato a Belgrado e cresciuto a Pola, luogo di ombre e di fantasmi a cui ha dedicato il romanzo Via Pola (1988), uno splendido affresco della città istriana che gli è valso nel 1991 il premio letterario Milos Crnjanski. Nella prima metà degli anni Novanta collabora con la rivista belgradese indipendente “Vreme”, mentre dal 1996 al 1999 è caporedattore della casa editrice B92, legata all’omonima radio che in quegli anni rappresenta una delle principali voci di opposizione al regime di Milošević. Nel 1999, poco prima dei bombardamenti NATO sulla Serbia, sceglie la via dell’esilio volontario trasferendosi prima a Budapest, poi a Vienna quindi a Berlino, e dedicandosi prevalentemente alla scrittura. Nel 2002 fa ritorno a Belgrado. Dal 2005 al 2009 ricopre l’incarico di ambasciatore della Repubblica di Serbia in Austria. Attualmente vive a Belgrado ed è uno degli scrittori più noti tra il pubblico e più apprezzati dalla critica del proprio Paese.
 Sinora ha all’attivo una decina di romanzi, due raccolte di racconti e quattro di saggi letterari, dedicati, tra gli altri, a Svevo, Magris, Handke, Tomizza, Canetti, Nabokov e Sabato, che lo hanno inserito a pieno titolo tra le voci più interessanti e originali della letteratura mitteleuropea contemporanea, e tra gli autori ex jugoslavi più tradotti e pubblicati in Europa. Tra i suoi romanzi ricordiamo Astragan (1992), Hamsin 51 (1993), Severni zid [Il muro del nord, 1995], Danteov trg [Piazza Dante, 1997] Slućaj Bremen [Il caso Brema, 2002] e Dosije Domaševski [Il dossier Domaszewski, 2003]. Il suo ultimo romanzo, La finestra russa (2007), ha riscosso un grande successo in Serbia ed è stato un vero e proprio caso letterario in Germania. Per alcuni critici si tratta di un autentico capolavoro in cui emergono una poetica e un’eredità stilistica genuinamente mitteleuropee. Ne sono del resto testimonianza il premio Meša Selimović (2007), massimo riconoscimento letterario per i Paesi della ex Jugoslavia, e il prestigioso premio NIN (2008) in patria, ma soprattutto il Mitteleuropapreis, conferitogli nel novembre 2008 a Vienna dall’Istituto per il Danubio e l’Europa centrale.

 

Maria Rita Leto

 Si è laureata all'Università di Firenze (lingua quadriennale : russo; tesi in Filologia Slava). Dal 1995 al 1998 ricercatore presso la Scuola Superiore  di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì, indi professore associato presso la Facoltà di Lingue Straniere Moderne dell'Università di Chieti (Pescara).

 

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