Polarizzata e stretta in una complessa rete geopolitica, la Georgia è preda di una nuova ondata di proteste. Dopo le controverse elezioni di ottobre, in migliaia sono scesi in piazza contro quello che vedono come un allontanamento del governo dall'UE e un avvicinamento a Mosca
La scorsa settimana, a Tbilisi sono esplosi gli scontri fra sostenitori dell'opposizione e polizia. La resa dei conti era prevista già prima delle elezioni parlamentari del 26 ottobre, che hanno visto il partito al potere Sogno georgiano assicurarsi un quarto mandato.
L'Unione europea ha espresso preoccupazione per lo svolgimento delle elezioni, ma non ne ha ancora contestato l'esito, in attesa del rapporto finale degli osservatori elettorali internazionali dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Il Parlamento europeo, tuttavia, ha già approvato una risoluzione non vincolante che condanna il voto.
Inoltre, l’UE ha chiesto che si tengano nuove elezioni sotto la sua supervisione e che gli stati membri non riconoscano la legittimità del governo.
In risposta, Tbilisi ha dichiarato che avrebbe sospeso i colloqui di adesione all'UE fino al 2028, sebbene fossero già stati congelati da Bruxelles, e che non avrebbe accettato i fondi UE, già sospesi a seguito di una controversa legge sulle ONG.
Per molti nell'UE, il governo georgiano non ha fatto abbastanza per sostenere attivamente l'Ucraina nella sua guerra con la Russia. Come i suoi vicini, in particolare l'Armenia, il paese ha fatto transitare beni sotto embargo diretti a Mosca.
L'opposizione georgiana sostiene anche che il governo stia tornando nella sfera di influenza della Russia. Indipendentemente da ciò, non è ancora chiaro se il voto di ottobre sia stato falsificato.
In un podcast dell'International Crisis Group (ICG), un giornalista che si occupa della regione ha affermato che, sebbene la quota di voti del governo sembrasse gonfiata, ciò non era sufficiente a modificare il risultato.
Un altro ha notato che i politici dell'opposizione sembravano più impegnati a viaggiare per fare pressioni sui funzionari stranieri all'estero piuttosto che a fare campagna tra gli elettori, soprattutto nelle regioni periferiche.
Nel frattempo, il governo ha lanciato una campagna di manifesti che paragona la Georgia all'Ucraina dilaniata dalla guerra. Alcuni credono che il messaggio del governo abbia trovato eco tra gli elettori, altri sostengono che il risultato sia stato falsificato.
Tuttavia, se le elezioni non hanno immediatamente incitato una rivolta, ci hanno pensato la risoluzione del Parlamento europeo della scorsa settimana e la risposta del governo. La maggioranza dei georgiani sostiene l'adesione all'UE, e migliaia di persone sono finalmente scese in piazza in una spontanea dimostrazione di sfida.
Anche l'opposizione, priva di energia e determinazione a ottobre, è diventata più convinta. Si parla persino di un coinvolgimento degli ultras georgiani, un gruppo violento di estrema destra.
L'escalation si è verificata venerdì, quando la polizia ha disperso le manifestazioni con gas lacrimogeni e idranti. Il numero di coloro che sono scesi in piazza è raddoppiato dopo il pestaggio e l'arresto di alcuni dimostranti.
Diversi ambasciatori georgiani si sono dimessi dai loro incarichi, i dipendenti pubblici hanno firmato lettere di condanna per la sospensione dei colloqui del paese sull'adesione all'UE e alcune aziende hanno pubblicamente espresso le loro preoccupazioni.
L'OSCE-ODIHR ha invitato la polizia a rispondere ai "manifestanti che agiscono violentemente senza ricorrere alla forza in modo sproporzionato e indiscriminato".
Sebbene la maggior parte fosse pacifica, le riprese hanno mostrato un manifestante che spara con un lanciarazzi improvvisato, probabilmente usando fuochi d'artificio come munizioni direttamente contro la polizia, anche quando era ferma. Altri hanno semplicemente lanciato fuochi d'artificio insieme a pietre.
Gli Stati Uniti hanno sospeso la partnership strategica di 15 anni con il paese, incoraggiando ulteriormente l'opposizione.
La presidente nata a Parigi, Salome Zourabichvili, da anni in contatto con i funzionari europei ha definito il governo "illegittimo" e si considera l'unica funzionaria legittima nel paese.
Ironicamente, da ex ministro degli Esteri sotto l'ex presidente Mikheil Saakashvili, nel 2018 Zourabichvili era stata etichettata come filo-governativa dall'opposizione quando ha assunto la carica, ora ampiamente simbolica.
Ora è una delle voci critiche più esplicite nei confronti dell'esecutivo. L'apertura del nuovo parlamento senza il suo coinvolgimento è incostituzionale, afferma, e si rifiuta di farsi da parte quando il suo mandato terminerà entro al fine di questo mese.
Zourabichvili smentisce legami tra le sue azioni insieme all'opposizione e le proteste attualmente in corso in città, ma molti sospettano che ci sia almeno un coordinamento.
Diversi leader di opposizione e società civile vengono spesso intervistati sullo sfondo dei manifestanti che si preparano per la prossima dispersione della polizia. Inoltre, chi scende in piazza spesso invoca la "rivoluzione" sui social media, evocando paragoni con Euromaidan.
C'è sicuramente una crisi politica e costituzionale in corso, in un paese profondamente polarizzato.
Resta da vedere chi emergerà vittorioso: le proteste si stanno diffondendo in tutto il paese, ma il futuro sembra incerto. La Georgia si trova schiacciata tra Russia, Turchia, Armenia e Azerbaijan. "Ci spostiamo verso l'Europa e la Russia ci minaccia di bombardamenti", ha detto un cittadino georgiano a Sky News . "Ci spostiamo verso la Russia e l'Europa minaccia di toglierci gli aiuti. […] Chiunque possa aiutarci, dovrebbe. Ma a nessuno importa".
Anche se i manifestanti in piazza riuscissero a cambiare il governo, non riuscirebbero comunque a cambiare i vicini.
Visita la galleria fotografica delle proteste a Tbilisi
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!