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25/06/2001 -  Anonymous User

Con un'affluenza alle urne di circa il 60% degli aventi diritto si sono concluse ieri le elezioni in Albania.
Nonostante l'incertezza dei risultati preliminari, sembrerebbe che il Partito Socialista di Gramoz Ruci, sia riuscito a conquistare la maggioranza dei seggi nel paese. Il segretario generale del partito ha ammesso di aver perso 17 zone elettorali, ma di averne vinte 45 su 100, mentre le restanti andranno al ballottaggio fra due settimane. Il centro destra di Berisha ha protestato duramente per lo svolgimento irregolare delle elezioni, durante le quali - sempre secondo il Partito Democratico di Berisha - molti cittadini non avrebbero potuto votare perché i loro nomi non erano presenti nelle liste degli elettori. Ad ogni modo le operazioni elettorali sono state monitorate sia da osservatori internazionali che locali e nei prossimi giorni verranno pubblicate le valutazioni sul corretto svolgimento delle elezioni.

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25/06/2001 -  Anonymous User

In questi giorni a Bujanovac Jeton Ismail, corrispondente per Radio Deutsch Wella, ha aperto la prima radio privata in lingua albanese. Ismail crede inoltre che la collaborazione con i media in lingua serba sarà un ottima spinta verso la tolleranza reciproca. La radio inizierà col trasmettere brevi annunci informativi e musica.
Dopo due anni nelle edicole di Bujanovac arrivano anche i giornali dal Kosovo: Kosova sot, Koha Ditore, Bota sot, Rilindija, ed è aumentata la tiratura dei media locali che arrivano in questo comune plurinazionale, ma anche a Presevo e Veliki Trnovac, dove presso popolazione locale albanese negli ultimi mesi è aumentato l'interesse per la stampa in lingua serba che dedica ampio spazio alle attualità di questo territorio.A Bujanovac in breve tempo ci si aspetta che inizi a lavorare anche la televisione locale, per la quale il Governo serbo ha stanziato i mezzi.
Il programma verrà realizzato dall'equipe di Radio Bujanovac di cui fa parte pure il mensile locale "Bujanovicne novine".

La febbre emorragica in Kosovo

25/06/2001 -  Anonymous User

In Kosovo si sono verificati alcuni casi di epidemia da febbre emorragica, della quale si sono già ammalate 100 persone e 10 ne sono morte. Questo tipo di febbre letale viene trasmesso dalle zecche, che in questo caso sono quelle che si trovano nel territorio inquinato del Kosovo. I sintomi della malattia sono: malessere generale, ematomi, emorragie sulla pelle e possono presentarsi emorragie nel tratto digerente e respiratorio. L'ammalato può perdere sangue dal naso e vomitarlo. La malattia può essere trasmessa per contatto sanguigno.
Il Dottor Veljko Djerkovic, specialista in epidemiologia, ha riferito che si tratta di una febbre emorragica di provenienza africana e la cura è prevista dalla legge con la quarantena. La malattia non si è ancora diffusa in Serbia e in Montenegro, ma è necessario prevenire una sua eventuale diffusione, dice Djerkovic.
Il vaccino contro questa malattia sembra sia in possesso della Russia, ma ad un costo troppo elevato. Nel frattempo l'unico rimedio è stato individuato nel Virazol, che consente un abbassamento della mortalità. Circa 700 flaconi di questo medicinale sono stati tempo fa inviati da una ditta farmaceutica californiana, la Farmaciutics.

L'esercito macedone scatena l'offensiva

23/06/2001 -  Anonymous User

In Macedonia è in atto una pesante azione militare da parte delle forze di sicurezza macedoni. L'azione iniziata ieri mattina alle ore 4.00 dalle forze congiunte di polizia ed esercito macedoni, ha visto l'impiego di artiglieria, carri armati ed elicotteri Mi24. L'intento dichiarato è quello di liberare la zona del villaggio di Aracinovo, circa 10 km da Skopje, nei pressi del quale è stanziato da circa due settimane l'Esercito di Liberazione Nazionale (UCK), che aveva dichiarato l'intera zona "territorio liberato". L'azione delle forze macedoni - come afferma il portavoce del ministero della difesa macedone Georgi Trendafilov - è rivolta "all'eliminazione dei terroristi da Aracinovo".
Va notato, inoltre, che in questi giorni ci sono stati alcuni cambi nei vertici dei comandi militari. In particolare è stata formata una nuova forza macedone con l'unione dell'esercito e delle forze di polizia antisommossa e antisabotaggio, (tra cui i famosi reparti "Tigri" e "Lupi" , ovvero di nuclei specializzati della polizia macedone) comandata dal generale Miroslav Stojanovski.
L'UCK, secondo quanto riportato dalla televisione in lingua albanese A1, avrebbe risposto all'attacco, lanciando colpi di mortaio da 120mm su una raffineria di Skopje, tuttavia senza colpirla. A quanto pare la gittata delle armi a disposizione dei guerriglieri non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi strategici della capitale, già minacciata nelle scorse settimane dal comandante Hoxha, il quale ha precisato che se il governo macedone "vuole la guerra, l'avrà".
Fortunatamente sembra che la popolazione civile abbia, nei giorni scorsi, evacuato la zona di Aracinovo, dove sono tuttora in atto gli scontri. Tuttavia alcune case sono state distrutte e altre incendiate, mentre alcuni poliziotti e militari dell'esercito macedone sono stati ricoverati nella serata di ieri, a seguito delle sparatorie con l'UCK, sia presso l'ospedale militare che quello civile di Skopje.

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23/06/2001 -  Anonymous User

(23.06.2001)
Giornata elettorale domani in Albania. Tutto sembra procedere tranquillamente e ciò è una buona notizia per la popolazione che ricorda le violenze che hanno accompagnato le elezioni del 1997. Per buona parte delle scorse quattro settimane gli albanesi hanno tenuto le dita incrociate, nella speranza che questa tornata elettorale passasse senza violenza.
I due maggiori partiti albanesi (SPA del primo ministro Fatos Nano e il DPA di Sali Berisha) hanno organizzato degli incontri tranquilli in differenti zone di Tirana. Tuttavia non sembra che la popolazione badi molto agli appuntamenti organizzati dai vari partiti: "C'è un raduno? E chi ci bada? Per la popolazione è più importante il bel tempo delle elezioni", commenta un negoziante di Tirana.
I partiti politici hanno prestato maggior attenzione alla qualità dello stile delle loro campagne elettorali, mettendo più soldi e sforzi nella presentazione della linea politica.
Gli slogan dei partiti, in particolare i manifesti della campagna elettorale, sono stati stimati in un costo che, per entrambi i partiti, si aggira sui sette milioni di dollari. "Se il tuo cuore va a Sinistra, vota per SPA" dichiara un manifesto e "Bush, Berlusconi e Berisha uguale l'Unione per la Vittoria" dice un altro.
Le elezioni verranno monitorate da una commissione dell'OSCE.

La crisi idrica in alcuni villaggi macedoni

23/06/2001 -  Anonymous User

Si moltiplicano le richieste di aiuto giunte all'ufficio ICS di Skopje da parte degli abitanti ormai da mesi bloccati in diversi villaggi nelle aree circostanti Tetovo e Kumanovo, nella Macedonia settentrionale: al momento l'approvvigionamento idrico sembra rappresentare il problema più pressante.
Le maggiori difficoltà derivano dall'impossibilità di stoccare riserve idriche.

In particolare la municipalità di Kumanovo è in grave difficoltà: gli impianti esistenti non garantiscono riserve adeguate di acqua alle popolazioni dei villaggi e i guerriglieri dell'UCK continuano a controllare zone strategiche per l'approvvigionamento.
La carenza idrica rischia, con l'aumento delle temperature, di provocare epidemie.

C'è urgente bisogno di cisterne e di pompe idriche, garantire assistenza ai bambini e di generi di prima necessità per gli abitanti delle zone colpite dal conflitto.
Il Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) - organismo umanitario a cui aderiscono oltre 100 organizzazioni di volontariato e solidarietà, presente a Skopje e a Tetovo dal 1999 con progetti di assistenza per i profughi, i rom e con programmi ricreativi ed educativi per i bambini realizzati presso 3 centri comunitari - lancia un appello urgente chiedendo 25 milioni di lire per poter intervenire nelle aree di Tetovo e Kumanovo ripulendo le cisterne esistenti e ampliando l'impianto idrico con nuovi macchinari.
INFO:fedfossi@tin.it

La pressione internazionale riattiva il dialogo

22/06/2001 -  Anonymous User

Sono ripresi a fatica i colloqui tra i partiti macedoni e quelli albanesi, dopo la brusca interruzione causata dalle forti divergenze interne. La fugace visita di Solana a Skopje, sembra aver riaperto la possibilità di una speranza d'intesa tra le due parti in conflitto. Solana ha fatto sapere che ritornerà nel fine settimana a Skopje e che entro il prossimo lunedì dovranno esserci dei "risultati concreti".
Su informazioni dell'agenzia Sense, Solana ha informato il consiglio dei ministri degli esteri del Parlamento europeo, circa le possibilità di cambiamento della costituzione macedone. L'Alto rappresentante europeo ha detto che "Il sentimento tra gli appartenenti alla minoranza albanese della FYROM è quello di appartenenza a questo paese. Non desiderano essere cacciati, ma desiderano esserne parte. Per ciò è così importante considerare un cambio della Costituzione. In tutti le costituzioni della regione è mantenuta la filosofia dell'inizio degli anni '90. Il cambiamento dei preamboli della Costituzione è, in questo senso, la base perché lo stato sia non solo degli Slavi, ma formato anche dai cittadini albanesi". " Per questo - prosegue Solana - siamo così interessati al cambiamento della Costituzione, in modo che gli uni e gli altri possano sentirsi bene nel paese, ciò è particolarmente importante con una Costituzione che riconosca che gli elementi fondatori del paese, siano sia gli uni che gli altri e non solo gli uni" (Sense).
Tuttavia le pressioni internazionali non sono gradite al premier macedone Georgievski che ha detto di non poter accettare "pressioni dalla comunità internazionale per cedere alle richieste degli albanesi e non devono porci limiti di tempo perché sono in discussione questioni di eccezionale importanza" (Ansa). Georgievski si riferisce alla data entro la quale dovranno essere presentate le decisioni che usciranno dai colloqui di questi giorni, ovvero lunedì 25 giugno presso la riunione europea in Lussemburgo. Il leader del PDP (Partito per la prosperità democratica albanese) Imer Imeri ha fatto sapere che i colloqui riprenderanno dalle questioni meno difficili per poi proseguire sui punti dove c'è maggior divergenza (AP).
In questo bailamme generale di accuse reciproche, tra albanesi e macedoni, circa il fallimento dei negoziati, si fa sentire anche la voce della NATO, pronta per un intervento di breve durata e con una forza minima necessaria a garantire il disarmo dei guerriglieri, ma tuttavia in attesa di un esito positivo delle trattative. A proposito dell'incontro tra Powell e Robertson - scrive la Reuters - il segretario di stato americano ha dichiarato: "abbiamo parlato della Macedonia. Siamo speranzosi che il processo politico ripartirà velocemente e che avrà una spinta in avanti". Ma - ha aggiunto Powell - non abbiamo fatto il punto sulla partecipazione degli USA. Ci sono molti modi in cui possiamo contribuire" (Reuters, Ansa).
Nel frattempo alcuni scontri tra le forze macedoni e i guerriglieri albanesi si sono verificati la notte scorsa nei presi dei villaggi di Rasce e Radusa, quest'ultima localizzata tra Blace e Jezince, punto di attraversamento della frontiera verso il Kosovo, dove mercoledì sono transitate circa mille profughi. L'UNCHR fa sapere, inoltre, che il numero dei rifugiati macedoni è salito a circa 50.000 persone. Sembra che i macedoni si siano rifugiati in Serbia e in Kosovo, mentre gli abitanti albano-macedoni lasciano il paese per dirigersi in Turchia, in Albania o in altri paesi occidentali (Tanjug).

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22/06/2001 -  Anonymous User

L'Alto rappresentante dell'ONU per la Bosnia ed Erzegovina, l'austriaco Wolgang Petritsch rimarrà nella regione ancora per un anno. La decisione è stata presa ieri a Stoccolma durante l'Assemblea del Consiglio per l'implementazione della pace (PIC) in Bosnia ed Erzegovina.
Secondo quanto avevano riportato alcuni organi di stampa, tempo fa, Petritsch avrebbe dovuto lasciare l'incarico quest'anno. "Questo è un lavoro molto pesante, ma credo che si tratti di una sfida importante. Ad ogni modo ciò significa che il Consiglio ha espresso la sua fiducia e ha riconosciuto il progresso che è stato ottenuto" ha detto Petritsch.

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22/06/2001 -  Anonymous User

Il membro del Comitato generale del Partito pensionati
della Republika Srpska, Dusan Prica, ha lanciato un

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22/06/2001 -  Anonymous User

Il membro del Comitato generale del Partito pensionati
della Republika Srpska, Dusan Prica, ha lanciato un
appello al governo affinché paghi il debito di
124 milioni marchi tedeschi, relativo al mancato pagamento delle pensioni dell'anno scorso.
Data la situazione economica molto difficile, i pensionati della RS chiedono di ricevere il più presto possibile almeno quattro mensilità e mezza dell'anno
precedente. Secondo Prica, il gabinetto di Mladen Ivanic, primo ministro della RS, non ha fatto nessun sforzo per
risolvere i problemi dei pensionati.

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22/06/2001 -  Anonymous User

Dopo la decisione di passare all'opposizione, il presidente dell'IDS ha anche formalmente abbandonato il suo Ministero. Ha dichiarato in proposito che e' scaduto il tempo della coalizione governativa attuale, che non ha realizzato le promesse ne' adempiuto alle aspettative dell'elettorato. E' sua intenzione restare fedele al programma di integrazione europea appoggiato da più dell'80% della popolazione croata.

Le dimissioni del Ministro della Giustizia

22/06/2001 -  Anonymous User

Il 13 giugno il Ministro della Giustizia e dell'Amministrazione Pubblica Stipe Ivanisevic si è dimesso, ufficialmente a causa di problemi di salute. Forse e' vero che Ivanisevic è ammalato (due interventi chirurgici durante il periodo del suo incarico), ma sembra che le dimissioni dipendano in primo luogo dall'impossibilità di incidere sul sistema giudiziario (così ha dichiarato il sottosegretario Ranko Marijan). Si tratta di problemi che il Ministero non è in grado di risolvere perché non possiede lo spazio di manovra necessario, a causa della mancata volontà politica della coalizione governativa di iniziare un rinnovamento del sistema giudiziario corrotto. Quasi tutti funzionari del Ministero hanno già abbandonato il Ministero, scrive Vecernji list (14.06). Nel frattempo si specula sul possibile successore di Ivanisevic.

La prima fase delle trattative si conclude con un nulla di fatto

21/06/2001 -  Anonymous User

Le trattative in atto a Skopje tra i due partiti macedoni (VMRO-DPNE del premier Georgievski, il Partito socialdemocratico macedone di Cervenkovski) e i due albanesi (il Partito democratico albanese (PDA) di Xhaferri e il Partito per la prosperità democratica (PDP) di Imeri) hanno subito un arresto. Dopo sei giorni di consultazioni sotto le pressioni della comunità internazionale, il dialogo si è concluso con un nulla di fatto.
Da parte macedone si rimprovera ai partiti albanesi di essersi spinti troppo oltre nelle richieste, ovvero - secondo le parole di Trajkovski - il raggiungimento di "una federalizzazione e l'ambire ad uno stato con due nazionalità" (Politika). Inoltre è stata rifiutata la proposta, avanzata da parte albanese, di ottenere una forma di "democrazia consensuale", cioè un vicepresidente della repubblica, albanese, con diritto di veto e un ramo nuovo della camera parlamentare. Trajkovski ha infatti dichiarato che "la Macedonia non deve applicare il concetto della democrazia consensuale, perché in quel modo si approfondirebbero i conflitti interetnici e si bloccherebbe il sistema per l'emanazione delle decisioni politiche" (Politika).
Da parte albanese vengono smentite le ambizioni territoriali, ma si insiste invece sullo status di popolo costitutivo, sul riconoscimento della lingua e la scrittura in caratteri latini accanto alla lingua macedone in cirillico, e sulla figura di un vice presidente con diritto di veto.
Proverà oggi a Skopje l'Alto rappresentate europeo per la sicurezza, Javier Solana, accompagnato dall'inviato della NATO, Peter Feith, a mettere d'accordo le parti in conflitto. Solana deve cercare di far uscire un'intesa tra i partiti albanesi e quelli macedoni, di modo che la NATO possa intervenire, senza un mandato dell'ONU, dal momento che entrambe le parti richiederebbero l'intervento direttamente.
La NATO avrebbe già deciso di inviare un contingente di circa 3.000 uomini in Macedonia, tuttavia, come ha dichiarato il suo segretario generale, George Robertson, "non si tratta di un intervento armato, ma piuttosto di un offerta fatta dai paesi aderenti al Patto per prendere in consegna le armi e le uniformi di quei gruppi che si vogliono disarmare" (Finanacial Times).
L'intervento dovrà durare un mese e le truppe dovranno esser pronte nell'arco di una decina di giorni (probabilmente entro il 27 giugno, data per cui era previsto un colloquio con il premier macedone Georgievski a Bruxelles). La Gran Bretagna, la Spagna, la Francia, la Grecia, la Repubblica Ceca, la Norvegia e la Germania hanno annunciato di essere pronte ad inviare loro soldati per un contingente NATO già nominato Mfor, mentre gli USA fornirebbero il supporto logistico all'operazione (Politika, Finanacial Times). Secondo le parole di Colin Powell, sembra che gli USA stiano considerando di utilizzare alcune delle 700 truppe di supporto logistico già presenti in Macedonia, e ha concluso dicendo: "credo che siamo coinvolti militarmente, politicamente e diplomaticamente" (Finanacial Times).
Colin Powell, aveva nei giorni scorsi assicurato la lobby albanese americana che gli Stati Uniti continueranno a rimanere impegnati nello sforzo per un'equa soluzione della crisi macedone. La comunità albanese aveva, infatti, espresso preoccupazione per l'impegno russo alle operazioni di disarmo e sorveglianza della Macedonia. Il presidente del Consiglio nazionale americano albanese aveva dichiarato che "ogni volta che sentiamo nominare la Russia e i Balcani nella medesima frase ci rende nervosi" (Reuters, AFP).
Resta da vedere come si comporterà la comunità internazionale se dagli incontri diplomatici dei prossime giorni non uscirà un piano di soluzione che metta d'accordo i due schieramenti politici, albanesi e macedoni. Ci sarà comunque un intervento della NATO? e se sì, in che misura?

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21/06/2001 -  Anonymous User

"Le indagini dureranno molto tempo, ed io sono preoccupata per il destino della Hercegovacka Banka". Lo dice Toby Robinson - americana, direttrice temporanea dell'HB, imposta dall'Alto rappresentante Wolfgang Petrisch - in un'intervista rilasciata a Slobodna Bosna, il 14 giugno scorso.
Non possiamo ancora dimenticare gli incidenti alla Hercegovacka Banka
del 6 aprile scorso, quando
la signora Robinson dovette letteralmente fuggire dalla
banca, sotto le minacce e le pietre lanciate dagli
estremisti croati. In quell'occasione alcuni carabinieri italiani furono presi in ostaggio ed
alcuni di loro vennero gravemente feriti.

Dopo un periodo di silenzio, l'Alto rappresentante, con
l'aiuto dello SFOR, ha organizzato un'ulteriore incursione nella
Banka, riguadagnando il controllo della situazione E' da allora che
comincia il duro lavoro della signora Robinson, che
ha il compito di controllare la situazione nella banca e
scoprire tutti i conti irregolari.
La Robinson ha alle spalle una carriera analoga
nei Stati Uniti: "Per lungo tempo ho operato in
banche che avevano molti problemi, soprattutto in
Texas, negli anni Ottanta. Adesso vivo e lavoro tra
Sarajevo e Mostar. E' importante concludere questa fase di controllo
della contabilità il più presto possibile".

Riguardo alla collaborazione da parte degli impiegati della
Herzegovacka Banka di Mostar, la Robinson dichiara che, su 275, soltanto un paio le stanno
dando una mano, mentre gli altri sono occupati a garantire il funzionamento tecnico della banca.

I documenti da controllare sono 1,1 milione e l'operazione è soltanto all'inizio.
Una delle anomalie scoperte riguarda un
conto di 54 milioni di marchi tedeschi, denaro della Repubblica
croata. Considerando che il
capitale della Hercegovacka Banka è di 20 milioni di marchi
tedeschi, questo conto è sospettato essere una transazione illegale. E' prematuro dire se e quando vi sarà un procedimento legale.
Si tratta probabilmente di una delle ragioni per cui Petrisch ha ordinato di effettuare i controlli.

L'attuale problema è, poi, stabilire priorità nell'erogare il denaro. La
soluzione che si prospetta sembra essere quella di bloccare tutti i conti. La
Hercegovacka Banka, banca centrale della Bosnia Erzegovina, dispone infatti di 20 milioni
di marchi tedeschi: il Ministero delle Finanze ne chiede 17, al contempo il Fondo pensionati
ne chiede 14. A chi dare il denaro? Forse, una pensionata di Mostar ha bisogno davvero di poco, per sopravvivere.

La revisione delle privatizzazioni

21/06/2001 -  Anonymous User

Slobodna Dalmacija (16.06) informa che la Commissione Governativa per la revisione della privatizzazione ha ricevuto fin'ora soltanto 89 richieste di revisione. La portavoce della Commisione, Biserka Coh Mikulec, ha dichiarato che le prime informazioni sulla revisione si potranno avere sulla base della legge che definisce la materia e gli standard internazionali, che saranno applicati al procedimento di revisione soltanto a partire dal 24 novembre. Ma il Presidente dell'Ufficio Statale per la Privatizzazione Hrvoje Vojkovic insiste sulla revisione totale dell'ultimo ciclo della privatizzazione; l'Ufficio ha in proposito iniziato anche alcuni processi giudiziari, scrive Andrea Koscec (Jutarnji list, 19.06).

Elezioni croate: risultati definitivi

21/06/2001 -  Anonymous User

I quotidiani dal 16 giugno informano sui risultati definitivi delle elezioni tenutesi il 20 maggio scorso. I partiti della coalizione governativa hanno 3765 mandati nelle assemblee comunali (HSS Partito Contadino della Croazia 1508, SDP Partito Social Democratico 1322, HSLS Partito Social Liberale 528, ecc), l'HDZ ne possiede 2768, l'IDS (Dieta democratica istriana) 271, ecc. I cinque partiti della coalizione governativa hanno nelle assemblee regionali (conteali) insieme 466 mandati (SDP-181, HSS-146, HSLS-72), il "Blocco croato" 333 (da ciò l'HDZ 314), l'IDS 28, ecc. Ma le coalizioni locali non seguono sempre la logica della coalizione nazionale. Si sono registrati molti casi di svolta: l'HSLS a Spalato diventa partito al potere a livello municipale, ma con appoggio esterno del Blocco nazionale; a Slavonski Brod l'HDZ ritorna al potere grazie all'appoggio esterno dell'HSLS, ecc.
Sono da registrare anche casi tragicomici, come quello nella comune slavonese Vladisavci, dove due figli dello stesso padre, di nazionalità serba, ma l'uno di madre croata e l'altro di madre ungherese guidavano due liste di partiti governativi: il primo la lista dell'HSS, il secondo dell'SDP. Il fratello maggiore non ha voluto fare la coalizione post-elettorale con il fratello minore, dicendo che non aveva intenzione di collaborare con un serbo; ha scelto quindi la coalizione con l'HDZ, nella località partito minoritario, e grazie all'HDZ è diventato sindaco (sembra che sarà espulso dall'HSS).

Il "paraesercito macedone" intima agli albanesi di andarsene

20/06/2001 -  Anonymous User

Il "paraesercito macedone 2000", fino ad ora sconosciuto al pubblico, ha emesso un comunicato con il quale richiede che"tutti gli albanesi (shiptari) che hanno avuto la cittadinanza macedone nel 1994 devono lasciare il paese entro il 25 giugno 2001".
Nel comunicato dell'organizzazione, pubblicato dal giornale di Skopje "Vest", si dice che il "paraesercito macedone", inizierà la "pulizia dei loro villaggi" se gli albanesi non lasceranno il paese, e saranno risparmiati soltanto "quegli albanesi che prenderanno le distanze dai terroristi".
La minaccia è stata rivolta anche ai macedoni che hanno "avuto a che fare con alcuni albanesi", e al governo è stato richiesto di effettuare la revisione delle cittadinanze date agli albanesi in quell'anno, prima che vengano attivate tutte le "forze a disposizione e le armi sofisticate".
Il paraesercito macedone, come organizzazione cospirativa, è stato formato dieci anni fa da un gruppo di macedoni che erano al potere. Fra di loro c'era anche l'ex ministro degli affari interni Jordan Mijalkov, e ora dispongono di circa 2000 membri. Nell'organizzazione c'è anche un gran numero di appartenenti alle unità d'elite dell'esercito e della polizia, le "Tigri", i "Lupi" e gli "Scorpioni", si dice nel comunicato. Gli appartenenti al paraesercito sono anche, come dice sempre il comunicato, "pulitori a pagamento" che saranno attivati e che riceveranno uno stipendio mensile di diecimila marchi per la liberazione dai balisti albanesi che non hanno la cittadinanza oppure l'hanno ottenuta nel 1994. Questa organizzazione fino ad ora non si è mai fatta sentire. Nel 1994 la cittadinanza macedone è stata data, prima del censimento, come si scriveva sui media di Skopje, a circa 120.000 albanesi.

» Fonte: © Tanjug

Si dimette il Ministro degli Interni

20/06/2001 -  Anonymous User boskovski, ljuboten

Formato il nuovo governo montenegrino

20/06/2001 -  Anonymous User

L'Assemblea parlamentare montenegrina ha eletto ieri i nuovi ministri del governo di minoranza del premier Filip Vujanovic. Il neo governo consta di 16 ministeri e tre vicepresidenti di governo. Questi ultimi saranno Dragan Djurovic (DPS) per il sistema politico, Zarko Rakcevic (SDP) per il sistema finanziario e Branislav Gvozdenovic per il sistema economico.
Branko Lukovac sarà il nuovo ministro degli esteri, Miroslav Ivanisevic ministro delle finanze, Milutin Simovic all'agricoltura, Zarko Micovic alla salute, Jusuf Kalamperovic ministro dell'urbanismo e traffico. Il ministero dell'Interno (MUP) è andato a Andrija Jovicevic, il ministero dell'energia a Darko Uskokovic, quello del turismo a Predrag Nenezic, l'istruzione e la ricerca a Predrag Ivanovic, il commercio a Ivan Raicevic, la cultura a Branislav Popovic. Il ministro del lavoro e degli affari sociali andrà a Dragisa Burzan, quello della giustizia a Zeljko Sturanovic ed infine a Gezim Hajdinaga il ministero per la protezione dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e nazionali.
Nella nuova composizione governativa il DPS (Partito dei socialisti democratici) avrà 15 ministeri, l'SDP (Partito socialdemocratico) tre e Lukovac (ministro degli esteri) come unico non appartenente ad alcun partito.
Il Parlamento montenegrino ha inoltre eletto, con la maggioranza dei voti, Rifat Rastoder dell'SDP come vicepresidente del Parlamento.
Secondo le parole del Premier Vujanovic il primo passo del governo sarà la realizzazione di un dialogo con l'opposizione. "È necessario convincere tutti che le nostre questioni statali saranno risolte con il volere della maggioranza democratica dei cittadini. Il governo inoltre dovrà affrontare sin da ora i rapporti con la Serbia e proporre un nuovo modello di relazioni tra i due paesi, intesi come due stati indipendenti".
Vujanovic ha dichiarato che il governo continuerà nella collaborazione con la comunità internazionale e che sarà pronto a sottoporre a controllo internazionale tutti i traffici di merci e denaro.
Secondo il premier montenegrino l'occasione migliore per lo sviluppo del paese è data dalla privatizzazione delle due grandi aziende pubbliche "Duvanski Kombinat" e "Telekom", che si dovrebbero realizzare entro l'anno. Ma anche il turismo e l'agricoltura rientrano nelle possibilità strategiche di sviluppo.
Nella seduta odierna dell'Assemblea verrà affrontato, invece, dell'affare "Nacional" e della "mafia del tabacco".

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20/06/2001 -  Anonymous User

Secondo le ultime statistiche delle istituzioni
bosniache il debito estero del paese è di 2 miliardi e
239 milioni di dollari. Il vecchio debito, cioè quello
ricevuto in eredità dell'ex Jugoslavia è di 1,258
milioni di dollari, mentre quello postbellico è di 'soli' 718
milioni di dollari. Il debito ereditato ammonta quindi al 64%
del debito totale e secondo statistiche abbastanza
precise sembra che, di conseguenza, ogni abitante della Bosnia Erzegovina sia già
indebitato per 629 dollari.
La Bosnia ha inoltre un rapporto sfavorevole
tra il debito estero e il prodotto nazionale: il budget annuale della Bosnia è di circa 1,3 miliardi di dollari, un miliardo di
dollari inferiore al debito estero totale.
Unica attenuante è che la maggior parte dei debiti
della Bosnia sono crediti a lungo termine, a 30 o
40 anni, con un tasso d'interesse minimo di
0,75% l'anno.

La situazione è veramente difficile, ma i bosniaci si
consolano con il fatto che i loro vicini di
casa hanno un debito superiore. Ad esempio, il debito
della Croazia è di 10,8 miliardi di dollari e quello
della Jugoslavia attuale di 12,2 miliardi.