Rossella Vignola 15 luglio 2014

Il Parlamento Europeo riunito a Strasburgo in sessione plenaria ha eletto, con 422 voti a favore, Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione. Nell'agenda di questa settimana anche l'ingresso della Lituania nella zona Euro, il TTIP, la crisi in Ucraina

Si è aperta ieri a Strasburgo la seconda plenaria del nuovo PE con la riunione delle commissioni parlamentari definite nelle scorse settimane, le audizioni dei quattro nuovi commissari per sostituire quelli eletti in Parlamento, e l'audizione in Commissione Affari Economici e Monetari del presidente della BCE Mario Draghi.

Ma la plenaria entra nel vivo nelle giornate di oggi e di domani. Questa mattina, l'Europarlamento è stato chiamato ad esprimersi sull'elezione del popolare Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione Europea, l'organo esecutivo dell'Unione. Il voto, a scrutinio segreto, è avvenuto in tarda mattinata, dopo il dibattito con i leader dei gruppi politici europei. Juncker, che aveva bisogno della maggioranza qualificata dei voti (almeno 376), ha potuto contare sull'ampia coalizione tra popolari, socialisti e liberali, risultando eletto con 422 voti favorevoli, 250 contrari e 47 astenuti.

Dopo il voto a Juncker, l'Europarlamento affronterà un paio di questioni scottanti: come il buco di bilancio UE 2014 e il futuro della direttiva sul congedo di maternità che da 4 anni giace bloccata in Consiglio, dopo essere stata modificata dal PE nell'ottobre 2010 con l'estensione del congedo da 14 a 20 settimane a stipendio pieno e introducendo un congedo di paternità di due settimane.
Nel pomeriggio, i lavori proseguono con il dibattito sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti: il commissario europeo per il Commercio Karel De Gught informerà gli eurodeputati sui progressi compiuti nel corso di un anno di negoziati, e riferirà sul rispetto delle condizioni stabilite dal PE nel 2013, quando approvò l'apertura dei colloqui.

Sempre oggi, si discuterà la richiesta della Lituania di aderire alla zona euro a partire da gennaio 2015 (che andrà al voto domani), e, con il Commissario per l'Allargamento, Štefan Füle, l'escalation di violenza tra i militanti filo-russi e le forze governative ucraine nella parte orientale dell'Ucraina. In agenda anche la discussione dell'accordo di associazione UE-Ucraina recentemente siglato.
Domani, invece, l'aula affronterà, con la presidenza italiana, i temi caldi di politica estera: le violenze nella Striscia di Gaza - che il governo italiano ha chiesto di inserire in agenda - in Iraq e ancora la crisi Ucraina. Seguirà il dibattito con il Commissario per l'occupazione e gli affari sociali László Andor e la votazione di una serie di raccomandazioni per contrastare la disoccupazione giovanile in Europa.

Ma l'attenzione sarà concentrata sul summit straordinario che si terrà in serata a Bruxelles, quando i capi di stato e di governo, guidati dal neoeletto Presidente della Commissione, cercheranno di trovare una prima intesa sulle nomine. In una partita assai complessa e in continua evoluzione, giocata sul filo dell'equilibrio tra interessi nazionali e politica europea, resta da decidere chi occuperà la carica di Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza (per cui Federica Mogherini è in pole position), di presidente del Consiglio Europeo, di presidente dell'Eurogruppo e a seguire i vari commissari.

La plenaria si chiuderà giovedì 17 con una serie di risoluzioni sui diritti umani In Ucraina, in Iraq e sulla questione della libertà di espressione e di manifestazione in Egitto.

 

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