Agricoltori bosniaci e kosovari a Trento e Bolzano in visita studio a realtà locali, per conoscere come funziona il sistema del loro settore sul territorio trentino e alto-atesino. Una compresenza di agricoltori di diversi paesi attraverso la quale Progetto Prijedor e Tavolo Trentino con il Kossovo cercano di riannodare un dialogo di pace nei Balcani
Fonte: Progetto Associazione Prijedor e Tavolo Trentino con il Kossovo
Mele e ortaggi in Kossovo, piccoli frutti e latte in Bosnia Erzegovina. L'amore per la terra come motore economico per la rinascita dopo la guerra. E il modello agricolo trentino e sudtirolese come esempio da cui trarre spunto. Sono questi gli ingredienti della visita studio che si è svolta da venerdì 5 a martedì 9 novembre scorsi fra le province di Bolzano, Trento e Verona.
Hanno partecipato otto imprenditori agricoli bosniaci e kossovari, selezionati dall'Associazione Progetto Prijedor e dal Tavolo Trentino con il Kossovo che da molti anni cooperano nei Balcani con le città di Prijedor e Peja/Pec.
Il programma ha previsto la partecipazione a Interpoma, la principale fiera internazionale sulla mela che si svolge a Bolzano, e poi visite a consorzi di produttori, al sistema assicurativo agrario, alla Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, al reparto marketing della Cooperativa Sant'Orsola e altri ancora.
“Dopo anni di sostegno ai singoli produttori – spiega Samuela Michilini, coordinatrice del Tavolo Trentino con il Kossovo – è ora il momento di incentivare l'associazionismo, le filiere e la costituzione dei servizi di supporto al mondo agricolo. Perquesto visite così sono importanti, per trasmettere il valore di fare sistema. Forse in questo periodo il nostro mondo agricolo appare in difficoltà, ma visto da chi vive solo a poche centinaia di chilometri resta comunque un esempio da studiare”.
Hanno partecipato alla delegazione cinque agricoltori bosniaci e due kossovari, accompagnati da un operatore locale dell'Associazione Progetto Prijedor.
“La compresenza di agricoltori di diversi paesi e nazionalità è un valore aggiunto della visita – conclude Michilini – perché anche attraverso scambi simili si può riannodare un dialogo di pace nei Balcani”. Ad accompagnare le visite i tecnici trentini Matteo Salaorni e Pierangelo Mongillo, che uniscono le competenze di settore con quelle nella cooperazione internazionale e sono partner da tempo del Tavolo Trentino con il Kossovo.