Sono on-line, sul sito del centro di ricerca Cespi, una serie di analisi dedicate al tema della cooperazione e lo sviluppo locale, realizzati in seno al programma SeeNet
Sul sito del CeSPI è disponibile la quarta edizione dei rapporti di ricerca elaborati dal CeSPI e dagli istituti partner dei paesi balcanici nel contesto del programma SeeNet. Come di consueto i documenti sono in inglese, accompagnati da un executive summary in italiano.
Il tema di questo quarto rapporto, intitolato "Experiences and Future Opportunities on Cooperation for Local Development", è l'analisi delle iniziative di cooperazione in corso sui temi e territori selezionati, con l'obiettivo di comprendere meglio il quadro di cooperazione in cui sono state sviluppate le iniziative SeeNet e soprattutto di identificare potenziali partner per future attività nei Balcani Occidentali da parte degli attori italiani della cooperazione decentrata.
L'introduzione, a cura del CeSPI, oltre a sintetizzare i principali risultati dei lavori di ricerca dei partner balcanici, si concentra sulle prospettive di adesione all'UE dei paesi dell'area, sulla base dei recenti documenti di avanzamento diffusi dalla Commissione Europea e in considerazione degli effetti della crisi economica globale.
Quest'ultima vuole offrire innanzitutto alcuni spunti di riflessione sugli effetti della crisi economica globale sui territori dei Balcani occidentali, con particolare attenzione sulle ripercussioni sulle prospettive dell’allargamento. La crisi ha pesantemente investito questi territori soprattutto a partire dal 2009, con un anno di ritardo rispetto alle tendenze registrate nell’Unione europea e in altri paesi del mondo. In un primo momento alcuni paesi della regione ne hanno risentito meno di altri (in particolare l’Albania, la Bosnia Erzegovina e il Kosovo), ma la contrazione delle esportazioni provocata dal calo della domanda, la forte riduzione dei flussi di rimesse e degli investimenti diretti esteri, la crisi del credito bancario hanno rapidamente colpito anche le economie balcaniche. Di fatto, questi paesi importano instabilità dall’Eurozona e allo stesso tempo risentono della loro posizione periferica.
La crisi economica ha inciso negativamente anche sulle prospettive di adesione all’UE dei paesi dei Balcani occidentali, per tre ordini di motivi: in primo luogo, la crisi dell’eurozona ha indotto l’UE ad adottare un approccio più cauto e attendista rispetti a nuovi allargamenti; in secondo luogo, per affrontare la crisi i governi balcanici hanno in numero si casi rallentato il processo di riforma teso a recepire l’aquis communautaire ; infine, oggi l’Unione insiste ancora più fermamente sulla stabilità economica e finanziaria dei paesi candidati, fissando criteri più stringenti che in passato. Tuttavia, malgrado le maggiori difficoltà, i paesi dei Balcani occidentali restano favorevoli al processo di allargamento.
Nella seconda sezione, questa introduzione presenta una sintesi dei “progress report” dei paesi balcanici verso l’adesione relativi al 2012. L’analisi non riguarda la Croazia, che entrerà nell’Unione nel luglio 2013. Alcuni rapporti sottolineano che la crisi economica si sta rivelando particolarmente grave, soprattutto dal punto di vista dei conti pubblici.
Il paese più avanzato in termini di allargamento è il Montenegro: il paese è candidato dal 2010 e ha iniziato i negoziati per l’adesione il 29 giugno 2012. Il progress report 2012 analizza luci e ombre del percorso del Montenegro verso l’integrazione; e giudica che l’allineamento del paese all’acquis sia nel complesso discretamente avanzato, anche se occorrono ulteriori sforzi.
La Serbia è divenuta paese candidato nel marzo 2012. I negoziati per l’adesione non sono ancora iniziati, malgrado i significativi progressi sul fronte dei rapporti con il Kosovo: Belgrado continua a contestare la dichiarazione di indipendenza del Kosovo e a opporsi ad un suo riconoscimento da parte di altri paesi, ma dal marzo 2011 partecipa attivamente a un dialogo con Pristina. Per quanto riguarda la capacità della Serbia di assumersi gli impegni derivanti dall’adesione, l’analisi dello stato dell’arte nei 33 capitoli della procedura d’adesione mostra che, nel complesso, la Serbia si trova ad un livello discretamente avanzato di allineamento nella maggior parte degli ambiti considerati.
La Bosnia Erzegovina ha ancora lo status di potenziale candidato. L’Accordo di stabilizzazione e associazione è stato ratificato ma non è ancora entrato in vigore. Il rapporto sottolinea che a quasi vent’anni dalla fine della guerra, la situazione nel paese è ancora complessa e delicata. In termini dell’acquis UE, il paese ha ancora molta strada da fare per adeguarsi agli standard per l’adesione all’Europa. Nel complesso, il rapporto indica che la BiH dovrà intensificare l’impegno per allinearsi agli standard comunitari, in direzione di un maggiore coordinamento e armonizzazione dell’allineamento alla legislazione UE che possa consolidare la prospettiva di allargamento.
Infine, nel caso del Kosovo la Commissione Europea ha reso pubblico nell’ottobre 2012 uno “Studio di fattibilità per un Accordo di Stabilizzazione e Associazione tra l’Unione Europea e il Kosovo”. Il documento riconosce la difficile situazione del paese e insiste sul tema del dialogo tra Pristina e Belgrado, che pur avendo registrato dei progressi dal marzo 2011, deve essere urgentemente rafforzato. Tuttavia, il documento ammette anche che la firma dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’UE potrebbe incoraggiare la cittadinanza del Kosovo a compiere ulteriori passi avanti nelle relazioni con la Serbia, anche ne lle regioni del Nord.
Infine, l’ultima sezione dell’introduzione sintetizza i principali risultati della attività di ricerca portate avanti dai nostri istituti partner nei territori interessati dal SeeNet. L’obiettivo di questa quarta serie di rapporti nell’ambito del SeeNet era quello di analizzare le iniziative di cooperazione in corso sui temi e i territori selezionati, allo scopo di: (i) comprendere meglio il quadro di cooperazione in cui sono state sviluppate le iniziative SeeNet, e (ii) identificare i potenziali partner e i principali stakeholder per le future attività nei Balcani occidentali degli attori italiani della cooperazione decentrata.
Sebbene l’analisi della crisi economica non rientrasse tra gli obiettivi espliciti di questi studi, il suo significativo impatto sui percorsi e le prospettive di sviluppo ha reso inevitabile, in numerosi rapporti, un esame delle dinamiche della crisi e dei suoi effetti. Malgrado questi siano percepibili anche in termini di una riduzione del numero e del valore dei progetti internazionali di cooperazione, le iniziative in corso sono considerate ancora più importanti in questo contesto, come strumenti fondamentali per perseguire lo sviluppo sostenibile. Per quanto riguarda le prospettive future, i rapporti si concentrano soprattutto sui fondi IPA per il prossimo periodo di programmazione: la politica di adesione dell’Unione Europea è considerata dai ricercatori del network SeeNet la principale opportunità per l’ulteriore progresso verso lo sviluppo dei paesi balcanici.
I vari rapporti tracciano un quadro generale delle iniziative di cooperazione negli ambiti e nei territori selezionati, analizzando più in dettaglio alcuni casi studio specifici. Nel complesso, emergono diverse opportunità di cooperazione e scambio per gli attori italiani della cooperazione decentrata nelle loro future iniziative verso i paesi dei Balcani occidentali. Il coordinamento dei vari progetti andrebbe fondato, da una parte, su standard e procedure europee per sostenere il processo di armonizzazione che è un requisito delle procedure di allargamento e dell’accesso ai fondi IPA; e dall’altra, il coordinamento dovrebbe rispondere ai bisogni, alle idee e agli obiettivi espressi a livello locale e/o nazionale nel paese beneficiari o, in modo da sostenere la proprietà locale del percorso di sviluppo. Appoggiare la creazione di capacità a livello locale per l’assorbimento e la gestione di fondi esterni è considerato una componente cruciale di questo processo.