Sino al 3 novembre, a Trento, una mostra su Bekim Fehmiu, l'Ulisse più famoso della cinematografia europea. Il 28 ottobre un incontro-spettacolo con la partecipazione, tra gli altri, della moglie e del figlio di Fehmiu ai quali Vinicio Capossela donerà il suo penultimo lavoro, dedicato alla figura dell'Ulisse venuto dai Balcani
Fonte: Associazione Trentino Balcani
Alle Gallerie di Piedicastello dal 23 ottobre al 3 novembre arriva la mostra dedicata a Bekim Fehmiu, l'Ulisse più famoso della cinematografia europea, realizzata da giovani serbi, kossovari e bosniaci. Il 23 ottobre alle ore 11.00, si tiene la conferenza stampa di apertura in presenza di Giuseppe Ferrandi della Fondazione Museo storico del Trentino e Michele Nardelli Forum Trentino per la pace e i diritti umani. Invitati l'Assessore Franco Panizza e Lia Giovanazzi Beltrami.
La mostra nasce da un progetto promosso dall'Associazione Trentino con i Balcani in collaborazione con giovani volontari di Serbia, Bosnia Erzegovina e Kossovo. Con l'intento di avviare una rilettura del passato attraverso una figura unificante della storia albanese, jugoslava ed europea. L'esempio di Bekim Fehmiu va contro lo stereotipo europeo dei Balcani divisi, ma anche contro le convenzioni culturali oggi dominanti negli stessi Balcani. Bekim Fehmiu è l'Ulisse più famoso della cinematografia europea. L'attore protagonista del primo grande sceneggiato RAI, trasmesso poi in tutto il mondo.
Ma è anche un Ulisse reale, in viaggio per le isole di terra dei Balcani. Diventa famoso in Italia e oltreoceano, ma resta orgoglioso albanese in Jugoslavia e jugoslavo nel mondo. Rifiuta le sirene dei nazionalismi e per protesta si ritira dalle scene prima che la sua Itaca dei Balcani sia insanguinata dalle guerre. Lasciandoci un messaggio di amore per la professione, per la vita e per la propria identità libera.
Il 28 ottobre se ne parlerà alle ore 17.00 sempre alle Gallerie con Branka Petrić e Uliks Fehmiu moglie e figlio di Bekim Fehmiu entrambi attori, Nevena Negojević storica e curatrice della mostra, Luisa Chiodi direttrice Osservatorio Balcani e Caucaso, Giuseppe Colangelo critico letterario. Attraverso video, poesie e testimonianze si ripercorrerà il viaggio dell'Ulisse venuto dai Balcani che dalla Jugoslavia è arrivato a Hollywood, passando da Ungaretti e Capossela. Che per l'occasione verrà a Trento per donare ai famigliari di Fehmiu il suo penultimo lavoro che ha dedicato proprio alla figura dell'Ulisse venuto dai Balcani. La mostra e l'incontro si inseriscono nella rassegna annuale "Nel limite. La misura del futuro" promossa dal Forum Trentino per la pace e i diritti umani.
La mostra “Bekim Fehmiu – L'Ulisse venuto dai Balcani” è un progetto sulla Memoria e l'Elaborazione del conflitto promosso dall'Associazione Trentino con i Balcani con il supporto della Provincia Autonoma di Trento. Rientra nelle attività di cooperazione avviate da oltre quindici anni, in particolare con le comunità di Prijedor in Bosnia-Erzegovina, Kraljevo in Serbia e Peja/Peć in Kossovo. Dopo la programmazione, i volontari hanno svolto una ricerca nei rispettivi territori sulla vita dell'attore, collaborando infine alla definizione di un unica mostra, tradotta in albanese, serbocroato e italiano e presentata nel corso del 2012 a Peja/Peć, Prizren e Prishtina/Priština in Kossovo, a Prijedor e Sarajevo in Bosnia-Erzegovina e a Belgrado in Serbia, riscontrando grande successo.
Bekim Fehmiu, nasce nel giugno del 1936 a Sarajevo da una famiglia kossovara albanese costretta all'esilio. Cresciuto a Scutari e poi a Prizren, studia a Priština e Belgrado dove prenderà casa con la moglie. Nel 1956, è il primo albanese ad iscriversi all'Accademia d'Arte Drammatica di Belgrado. Dal 1962 comincia anche a lavorare nel mondo del cinema e ad ottenere importanti riconoscimenti in Jugoslavia, in Europa e America. La svolta nella sua carriera avviene nel 1967 quando interpreta lo zingaro Bora in Ho incontrato anche zingari felici. Successivamente inizia le riprese per L'Odissea (sceneggiato televisivo trasmesso dalla RAI alla fine degli anni '70) e lavora ad Hollywood, collezionando premi e riconoscimenti. Nonostante la crescente fama in Italia e oltreoceano, resta orgoglioso albanese in Jugoslavia e jugoslavo nel mondo. Prima che la sua Itaca dei Balcani sia insanguinata dalle guerre, si ritira dalle scene in segno di protesta contro i crescenti nazionalismi.
Determinato a difendere la propria identità in un ambiente sempre più nazionalista, sceglie di rinunciare alle parole traducendole in silenzio. In occasione della pubblicazione della sua autobiografia Blistavo i strašno – Splendida e terribile nel 2001, riappare in pubblico, criticando anche la pace successiva ai conflitti, per il clima di odio e divisione che l'accompagna. Bekim Fehmiu, il 15 giugno 2010, decide di terminare il suo viaggio, da solo. Lasciandoci un messaggio di amore per la professione, per la vita e per la propria identità libera.