Presentazione a Roma di una guida normativa, realizzata dal Cnr, sullo stato del diritto internazionale della cooperazione allo sviluppo e cooperazione tra comunità
Fonte: Il Velino
"Una guida normativa sullo stato del diritto internazionale della cooperazione allo sviluppo, a partire dalle attività svolte dalle autonomie territoriali e dai movimenti sociali oggi organizzati su scala globale".
Con queste parole Fabio Marcelli - primo ricercatore dell'Istituto di studi giuridici sulla comunità internazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e presidente del Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (Cred) Fabio Marcelli - ha spiegato al Velino il senso della sua ultima pubblicazione dal titolo "Diritto internazionale, movimenti globali e cooperazione tra comunità".
Lo studio verrà presentato giovedì 8 novembre, alle ore 17, presso il Cnr (Aula Bisogno, p.le Aldo Moro 7, Roma) alla presenza del viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli che ne ha curato la prefazione. L'opera, secondo il suo promotore "con una marcia in più", tratta alcuni dei temi di sempre approfonditi da altrettanti ricercatori: acqua, agricoltura, alimentazione, diversità culturale, istruzione, Mediterraneo, migranti, movimenti globali, partecipazione democratica e prevenzione dei conflitti.
"Il lavoro ha una impostazione critica sulle cause della globalizzazione - ha spiegato Marcelli - e sulle sfide e i fallimenti della cooperazione". Questo perché, secondo lo studioso, alla base di tutto vi è la profonda convinzione che "una politica della cooperazione allo sviluppo che voglia essere effettivamente efficace non può non investire anche alcuni dei nodi nevralgici del rapporto fra gli Stati e dell'organizzazione internazionale di settori cruciali quali il commercio, la finanza, l'uso delle risorse idriche, agricole, minerarie e energetiche, ma più in generale anche il tipo di relazioni che si realizzano e vanno improntate a uno spirito di cooperazione pacifica e di rispetto reciproco".
Il libro, edito da Franco Angeli e rivolto a tutti coloro che si interessano al tema e vogliono approfondire la dialettica Nord-Sud, mette in particolare in discussione, pur ribadendone l'importanza strategica, la concreta attuazione delle politiche di cooperazione allo sviluppo; e ne chiede una profonda riconsiderazione che deve avvenire in primo luogo alla luce delle norme internazionali applicabili. Non solo.
Oltre alla prassi in materia, secondo il ricercatore è necessario tenere di conto, accanto agli Stati e alle organizzazioni internazionali, anche le Organizzazioni non governative, le autorità territoriali e tutti quei soggetti che si dedicano all'elaborazione di soluzioni alternative sempre più necessarie a fronte del fallimento di quelle ufficiali. Primi tra tutti, i movimenti sociali che si organizzano in ogni parte del globo per lottare su obiettivi comuni "perché più legati alle istanze effettive della base sociale", così come il ruolo crescente delle comunità umane di base.
"Il libro - ha spiegato Marcelli - prende in considerazione anche i Forum sociali in quanto momenti importanti di approfondimento, possibilità d'incontro, creazioni di reti con un forte impatto positivo nei luoghi in cui si svolgono". Non manca una attenta analisi sulla realtà italiana, attualmente in forte trasformazione, che stenta, tuttavia, secondo l'autore del libro, a "trovare una propria precisa collocazione normativa". Da qui la necessità di "rilanciare la presenza italiana nell'ambito delle attività di cooperazione, sia sui nodi strategici del quadro giuridico internazionale, con particolare riferimento a questioni decisive come quelle del debito estero - tema sul quale è stata prodotta anni fa una legge, la 209 del 2000, non priva di aspetti innovativi - sia sul piano dei singoli progetti sia del rafforzamento dei vincoli di scambio e solidarietà con una miriade di situazioni concrete".
Fondamentale, per il ricercatore, è il contributo che possono dare gli enti locali e regionali attraverso la cooperazione decentrata. "Il problema di fondo appare quello di rendere compatibile il protagonismo degli enti decentrati con l'unitarietà della politica estera nazionale, oltre che nello snellimento di controlli burocratici e governativi a volte soffocanti" sottolinea Marcelli, per il quale la soluzione dovrebbe essere trovata "nella comune ispirazione ai grandi principi di diritto internazionale e quindi in ossequio non solo formale alle Nazioni Unite e ai loro obiettivi di fondo". La posta in gioco, non solo per il nostro governo ma per tutti gli Stati è, secondo l'autore del libro, il futuro del pianeta.
"Premessa indispensabile per qualunque risultato - ha proseguito - è fare dei passi avanti concreti e un cambiamento di rotta molto forte". In che modo? Ribaltando i dati di partenza della comunità internazionale attuale, da rifondare su nuove basi. "Si tratta in altri termini - si legge nel testo - di sostituire la competizione e lo sfruttamento che essa implica con la cooperazione e con un rapporto di rispetto e riconoscimento reciproco tra i vari stati e popoli, effettuando una vera rivoluzione copernicana, anzitutto a livello ideale e culturale".
Enorme, secondo Marcelli, può essere il contributo "di una scienza giuridica correttamente e coerentemente intesa e praticata al riguardo, proprio per il carattere normativo che tale scienza assume". È in quest'ottica che si inserisce l'istituzione dell'Osservatorio sul debito estero realizzato dal Cnr assieme alla campagna Sdebitarsi con l'intento di creare un punto di raccordo tra le realtà scientifiche e quelle sociali.