'Il Friuli Venezia Giulia nella nuova dimensione europea ritrova un ruolo strategico determinante per la stabilizzazione dell'intera area balcanica, per un necessario e non facile processo di pacificazione e di democratizzazione''. Così è interventuto l'assessore regionale alle Relazioni internazionali, Franco Iacop, alla sezione conclusiva della Tavola rotonda di Villa Manin -Attrazione degli investimenti, modernizzazione delle infrastrutture, ricerca e innovazione, cooperazione internazionale
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia
Le Euroregioni, ha aggiunto Iacop, sono un'esperienza diffusa nel centro-nord Europa ed interessano il sistema di relazioni tra Paesi, spesso già integrati dal punto di vista infrastrutturale. Procedere solo sulla base di accordi interstatali con Slovenia, Croazia ed altri Paesi è insufficiente e, non a caso, il Friuli Venezia Giulia chiede al Governo di comprendere l'esigenza di una cooperazione territoriale rafforzata in questo territorio (interconnessioni attraverso progettualità congiunte), un sistema grazie a cui si possa creare il valore aggiunto di un'area strategica per la nuova Europa, lì dove nei Paesi vicini si concentreranno ingenti risorse comunitarie nei prossimi anni.
A questo proposito, Leopoldo Coen, docente di diritto amministrativo all'Università di Ferrara, considera la Regione come il possibile soggetto che, sulla base di un accordo fra Stati, potrebbe trattare con i rispettivi interlocutori al fine di costruire l'Euroregione. Cogliere tutte le opportunità di sviluppo è un'esigenza assoluta, ha insistito ancora Iacop che vede il Friuli Venezia Giulia in prima fila nell'interscambio ma non nell'integrazione dei rispettivi sistemi.
Euroregione obiettivo primario anche per Ivan Jakovcic, presidente della Regione Istriana in Croazia, che definisce la cooperazione transfrontaliera fondamentale soprattutto nei settori dell'industria, del turismo, della cultura, della scienza e, non ultimo, della sanità, per affrontare uniti l'imminente concorrenza dell'Asia e di altre realtà emergenti. La politica di collaborazione non si costruisce con slogan che inneggiano un ritorno dell'Istria all'Italia, ha però ammonito Jakovcic ricordando di essere stato uno dei promotori del bilinguismo in Istria, dove il 10 p.c. della popolazione è di origine italiana.
Allarme Cina e Corea per Jakovcic ma non secondo Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali, che considera il problema Cina non imminente, secondario rispetto al timore provocato dall'atteggiamento degli Stati Uniti che, spiega, hanno spostato il loro raggio d'azione sui Balcani con investimenti pesanti in denaro contante.
L'Italia rischia di perdere il suo mercato di riferimento più importante per mano di un alleato, ha affermato Margelletti che esorta a riconoscere i rispettivi partner per non lasciarsi sfuggire altri treni importanti. Secondo l'esperto di geopolitica, infatti, il Nordest ha un ruolo leader che va giocato subito, altrimenti rischia di perderlo definitivamente.