La Regione Umbria ha finanziato nel 2010 ventisei progetti a sostegno della cooperazione con paesi in via di sviluppo, predisposti da enti locali o associazioni locali no profit, per un totale di circa 327.000 euro. Il sud est Europa è tra le aree geografiche considerate prioritarie, come già fissato nel precedente biennio
Fonte: Regione Umbria
Ventisei progetti di sostegno e cooperazione allo sviluppo in paesi del terzo mondo e aree arretrate, predisposti da enti locali e associazioni umbre no propfit e del volontariato, sono stati finanziati nel 2010 dalla Giunta regionale dell'Umbria, per una somma totale di 327.822 euro.
I progetti erano stati presentati al bando pubblicato dalla Regione nel marzo scorso e sono risultati ammessi, disposti in graduatoria, dopo una valutazione che ne ha stabilito la corrispondenza con gli indirizzi stabiliti dalla Legge regionale 26/99 e con le modalità disposte da una più recente delibera della Giunta regionale (la 1927 del dicembre 2009) che individuava le aree geografiche e i campi di interventi ritenuti prioritari.
I progetti, che vedono protagonisti le due Province, un numero molto consistente di Comuni e di associazioni, sono rivolti prevalentemente verso le aree di maggior bisogno e i paesi dell'Africa e dell'America Latina (ma anche in Palestina e nei Balcani) con interventi dedicati, in modo particolare, alla cura e all'educazione dei bambini e dei giovani e, inoltre, al sostegno dello sviluppo produttivo in campo agricolo e dell'artigianato, alla realizzazione di basilari opere e infrastrutture civili e culturali.
"L'azione di oltre un decennio dall'approvazione della legge regionale del '99 in materia di cooperazione internazionale e sostegno allo sviluppo - ha detto la Presidente della Regione Catiuscia Marini - è stata caratterizzata da grandi successi per le significative azioni e gli importanti progetti che l'Umbria, spesso insieme e di concerto con altre Regioni italiane, ha svolto in molte tra le aree più deboli e arretrate del mondo. Su questa strada intendiamo proseguire, nonostante le crescenti ristrettezze finanziarie, consapevoli come siamo che aiutare i paesi e i popoli poveri a conquistarsi in loco il 'loro futuro', non costituisce soltanto un'opera di giustizia sociale, ma è il modo migliore per combattere i fenomeni di immigrazione clandestina in Europa e in Italia".