Il 5 dicembre si tiene a Milano presso il Salone Clerici delle ACLI di Milano la presentazione del libro “Gli occhi colmi di terra” di Šimun Šito Ćorić (Editore Il Melograno, 2011), frate francescano croato. Un appuntamento per leggere la storia della guerra e della migrazione croata con gli occhi dei protagonisti
Fonte: ACLI
di Paolo Ricotti – Responsabile Politiche Internazionali, Pace e Legalità ACLI provincia di Milano
Lunedì 5 dicembre 2011 si tiene a Milano, presso il Salone Clerici delle ACLI di Milano, via della Signora, 3, la presentazione del libro “Gli occhi colmi di terra” di Šimun Šito Ćorić (Editore Il Melograno, 2011). Un appuntamento per leggere la storia della guerra e della migrazione croata con gli occhi dei protagonisti.
Alla presentazione, a cui seguirà una degustazione di vini, saranno presenti per parlare del libro e colloquiare con il pubblico Silvio Ziliotto, traduttore del testo, Marina Gatti Lipovac, docente di letteratura e lingua croata, Roberto Borghi, critico letterario. L'incontro sarà moderato dal giornalista Luca Galbiati.
A 20 anni dall’inizio delle guerre nei Balcani, leggere quelle terre attraverso le parole di Šimun Šito Ćorić potrebbe essere una bella scoperta. Ćorić è un frate, un frate speciale, “un francescano con la chitarra”, non solo laureato in filosofia e teologia ma anche in psicologia. Riesce quindi a concretizzare un sapere sicuramente particolare nell’insegnamento universitario, che svolge in differenti atenei croati, bosniaci ed europei e una fondamentale opera di missione, supporto e testimonianza, condotta nel corso di molti anni a favore dei suoi connazionali della diaspora croata sparsi in tutti e cinque i continenti. In questo modo Čorić continua e rinnova la tradizione secolare dei francescani di Bosnia ed Erzegovina, che hanno sempre condiviso il destino del loro popolo sino dai tempi della dominazione ottomana.
Come si legge nell’introduzione, “conoscere Ćorić è incontrare un caleidoscopio di sorprese: per la ricchezza dei generi e degli argomenti affrontati uniti a una altrettanto ricca e sorprendente formazione culturale e scientifica, alimento di tutta la sua opera letteraria cui si aggiungono, non secondari, il talento e la sensibilità musicale”.
Oggi esce finalmente, grazie anche alla tenacia di Silvio Ziliotto, curatore e traduttore del testo, “Gli occhi colmi di terra” una raccolta di racconti, poesie, favole, cronache scritte dall’autore croato nel corso di tutta la sua vita.
L’opera di Ćorić porta spesso a immergerci nelle sue origini, che l’autore rivisita con amore e nostalgia: Šimun Šito nasce a Paoča, in Erzegovina, di cui dice: “Il mio piccolo villaggio nei pressi di Međugorje è ricordato nell’archivio della città di Dubrovnik per la prima volta nel 1432 e si trovava nell’allora zona di confine della repubblica ragusea. Conosciamo con precisione il nostro albero genealogico dal 1700. La mia famiglia si è occupata tradizionalmente di produrre vino, cosa che facciamo tuttora: la nostra antica cantina famigliare risale al XVII secolo”.
Trascorsa l’infanzia serenamente in questa “terra arida e sanguigna”alla quale sente di appartenere in toto, Čorić scopre il sentimento religioso e sceglie di entrare nel seminario francescano di Sarajevo ove si avvia agli studi filosofici e teologici per laurearsi poi in Svizzera. Dopo essere stato ordinato sacerdote, inizia la sua attività missionaria presso le comunità croate disseminate all’estero, prima come semplice pastore e poi in qualità di presidente del Congresso Mondiale Croato, l’ente preposto alla tutela dei croati nel mondo.
L’eccezionale esperienza di contatti e vissuti diventerà uno stimolo ricco per la poetica di questo “francescano viaggiatore”. È il destino di una penna migrante che testimonia le vicissitudini di un popolo sparso per lande straniere, i cui occhi colmi di terra sono sempre rivolti al paese natio.
Ćorić, nuova voce nel panorama letterario in coerenza con questo impegno, si serve felicemente dell’introspezione psicologica, della parabola che “irrompe nella pura contemporaneità”, ove lo spostamento della fase temporale è liberamente reinterpretato come per esempio accade alla figura di Cristo attualizzata nei sofferti racconti sulla guerra di indipendenza croata dei primi anni Novanta del XX secolo. E’ interessante leggere la prospettiva di un migrante legato alla sua terra ma allo stesso tempo immerso nel mondo contemporaneo, così balcanico e al tempo stesso così globale.
Dall’opera emerge una battaglia letteraria costante contro gli stereotipi: Ćorić evita i modi abusati nell’elaborare temi quali la guerra, l’ingiustizia, il dolore a favore di una verità e concretezza agite e sperimentate. Così, nel parlare della sua raccolta dal titolo emblematico I confini sono fatti per essere attraversati, Čorić scrive: “avendo viaggiato molto per motivi professionali, avendo percorso in lungo e in largo il nostro pianeta, a tal punto da essere definito il più grande globetrotter croato, i miei scritti sono una parte del mio diario di viaggio, di tutto ciò che ho vissuto in altri mondi e culture”.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio internazionale ACLI Milano, Monza e Brianza
Silvio Ziliotto
e-mail: silvio.ziliotto@aclimilano.com