In Commissione Esteri non si è raggiunto un accordo sul documento finale dell'indagine conoscitiva relativa alla riforma della legge 49. Si tenterà un'ulteriore revisione del testo
Fonte: Il Velino
Nuovo nulla di fatto in commissione Esteri del Senato sul documento finale dell'indagine conoscitiva sulla riforma della legge di cooperazione allo sviluppo. Anche la seduta del 20 febbraio scorso non ha trovato il consenso dei membri della commissione sul documento conclusivo dell'indagine che ha visto negli ultimi mesi l'organismo di Palazzo Madama ascoltare rappresentanti di organismi nazionali, internazionali e delle parti sociali sul tema della riforma della legge 49/87 che regola gli interventi di cooperazione allo sviluppo dell'Italia verso i Paesi in via di sviluppo. Per trovare un consenso saranno necessari altri incontri, nei quali si dovrà limare ulteriormente un testo che registra le maggiori differenze sul ruolo dell'agenzia di cooperazione.
Altro scoglio è la mancata audizione delle organizzazioni non governative a causa della caduta del governo Prodi. Il presidente Lamberto Dini aveva avanzato l'ipotesi di un contributo scritto da parte delle Ong, su cui però è stato avanzato qualche dubbio da parte di alcuni senatori. Le stesse Ong, che non hanno ricevuto alcun invito da parte della commissione, sono compatte nel non ritenere il testo di riforma presentato dal relatore compatibile con le linee guida che le stesse organizzazioni vedono necessarie alla base di una legge di riforma. Sull'agenzia il discorso è più complesso, in quanto non risulta ben formata nel testo del documento la figura dell'organismo. Resta infatti sospeso il giudizio se sia giudicabile come ente esecutore oppure attuatore. Non è un problema secondario in quanto se fosse un mero esecutore delle politiche di cooperazione non sarebbe per alcuni necessaria una struttura stabile anche nei paesi dove sono in corso i progetti della Farnesina.
Il riferimento è alle 25 Utl, le Unità tecniche locali, attualmente diretta emanazione dell'Unità tecnica centrale, struttura che supporta la direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo per lo svolgimento dei compiti di natura tecnica relativi alle fasi progettazione e implementazione dei progetti. Nei prossimi giorni sono previsti contatti informali tra alcuni membri della commissione per trovare entro la prossima settimana un testo condiviso su cui far convergere il voto unanime dei senatori.
Già la settimana precedente si erano registrate le reazioni degli Stati generali della Solidarietà e Cooperazione internazionale, la rete che riunisce 169 realtà italiane della società civile che operano nel campo della solidarietà e cooperazione internazionale, di fronte alla notizia che la commissione Esteri del Senato nella seduta del 20 febbraio avrebbe potuto licenziare il documento finale. "L'indagine conoscitiva - si legge in una nota degli Stati generali - non può ritenersi conclusa, perché non si sono potute tenere le audizioni degli Enti locali e delle organizzazioni non governative, a causa del recente scioglimento delle camere. Gli Stati generali ritengono che la commissione dovrebbe riconoscere l'incompiutezza dell'indagine e non votarne un documento conclusivo, ma pubblicare un documento che si limiti a riassumere le proposte di legge presentate, le discussioni svolte e le audizioni tenutesi fino allo scioglimento delle Camere. Gli Stati generali - conclude il comunicato - esprimono quindi la propria preoccupazione che la bozza Tonini possa essere trasmessa alla futura commissione Esteri come base comune di discussione, e ribadiscono che la bozza Tonini non rispecchia la legge richiesta dalle Ong e dalla società civile".