Prosegue il lavoro sulla riforma delle legge 49/87. Dopo l'incontro del 13 novembre scorso del Comitato addetto ai lavori in seno al Senato, da trovare ancora l'accordo su alcuni punti del testo
Fonte: Il Velino
Prosegue l'esame sul testo di riforma della legge di Cooperazione allo sviluppo da parte del Comitato ristretto costituito in seno alla commissione Esteri di Palazzo Madama. Nella serata del 13 novembre scorso il comitato ha tenuto una nuova riunione in cui il relatore Giorgio Tonini (Ulivo) ha presentato ai senatori un testo di massima da sottoporre all'esame della commissione. L'obiettivo è quello di arrivare a una sintesi dei sette disegni di legge - presentati tanto dalla maggioranza quanto dall'opposizione attualmente al vaglio del Comitato - compreso quello illustrato dal governo ad aprile.
Il Comitato punta poi a rinviare all'esame della commissione di Palazzo Madama la rifinitura su alcuni punti specifici del testo su cui non sia riuscito a trovare una mediazione. Il punto più difficile da definire rimane quello relativo all'Agenzia, lo strumento operativo che dovrebbe garantire quella unitarietà di azione che lo stesso disegno di legge presentato dal governo auspicava. E se la maggioranza è compatta, malgrado qualche distinguo, sull'istituzione dell'Agenzia, è dall'opposizione invece che si registrano obiezioni.
I timori dei senatori della Cdl sono legati ai rischi che i poteri conferiti a tale istituto possano essere troppo forti da indebolire il ruolo esercitato tradizionalmente dalla Farnesina nelle attività di Cooperazione italiana. La proposta, però, presentata da Tonini reintroduce la figura del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (Cics) su cui Alfredo Mantica di Alleanza nazionale aveva insistito. Molti addetti ai lavori però continuano a lamentarsi con il Comitato ristretto accusandolo di deficit di trasparenza sui propri lavori. La scelta di accelerare ora i propri lavori suona così come una replica a tali accuse. E questa settimana, dunque, il Comitato dovrebbe concludere la discussione per sottoporre poi alla commissione il testo che ha elaborato e avviare, successivamente, le audizioni con i rappresentanti delle Ong e delle agenzie internazionali.
"Per noi più che un comitato ristretto sembra un comitato clandestino" dice al Velino Sergio Marelli, presidente dell'associazione che raggruppa 162 Organizzazioni non governative italiane. "A noi sembra che il lavoro prodotto dal comitato più che concertare con le nostre organizzazioni, come ci era stato detto, voglia semplicemente arrivare a una consultazione senza voler affrontare un dibattito sul ruolo della società civile e dei volontari. Noi prendiamo atto di questa scelta ma è evidente come la nostra reazione sia fortemente negativa".