La proposta di riforma della legge 49/87 del senatore Tonini è riuscita ad avvicinare le posizioni a Palazzo Madama. Proseguirà il dibattito sui diversi capitoli del testo che dovrebbe arrivare al voto a febbraio
Fonte: Il Velino
Articolo ripreso da "Il Velino cooperazione", pubblicato in data 12 dicembre 2007, titolo originale "Riforma cooperazione: presentato testo unico ma resta divisione".
Il ritiro da parte del governo dell'emendamento 31.2 della legge Finanziaria che istituiva l'Agenzia per la cooperazione ha placato le polemiche in seno alla commissione Esteri del Senato. Torna infatti all'interno di Palazzo Madama l'attenzione sul futuro della riforma della cooperazione allo sviluppo, e le prossime settimane saranno importanti per capire i tempi per il voto in aula.
Il relatore Giorgio Tonini (Pd) ha presentato il testo unificato, scaturito dalla discussione svolta all'interno del comitato ristretto. Certo, le divisioni restano in quanto l'articolato prevede l'istituzione dell'Agenzia della cooperazione e del fondo unico, ma porge una mano all'opposizione con il ritorno del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (Cics), punto su cui aveva insistito il senatore di An, Alfredo Mantica.
Il governo, attraverso il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, ha sottolineato l'esigenza di accelerare l'iter della riforma, che potrebbe giungere al voto in aula nei primi giorni di febbraio del prossimo anno. Per Tonini il testo da lui presentato ha registrato il consenso del comitato ristretto su un'ampia parte dell'articolato, ferme restando le differenze espresse da taluni membri su alcuni punti come quello dell'istituzione dell'Agenzia. Il testo base ripercorre in parte quello presentato dal governo nell'aprile scorso a Caserta; il Capo I delinea quali sono i principi fondamentali e le finalità della cooperazione allo sviluppo, tenendo conto dell'evoluzione che si è verificata nell'ambito dell'ordinamento e delle relazioni internazionali successivamente all'adozione della legge n. 49 del 1987. Sottolinea quindi il carattere solidaristico della cooperazione, volta alla costruzione di relazioni fondate sui principi di indipendenza e di partenariato e, dall'altro, che essa costituisce parte integrante della politica estera.
Il Capo II delinea l'indirizzo, il governo e il controllo della cooperazione precisando che la responsabilità politica è del ministro degli Esteri attraverso l'elaborazione di un documento triennale di programmazione e di indirizzo, presentato in marzo al Consiglio dei ministri. Il testo prevede inoltre la nomina di un viceministro responsabile e istituisce un Fondo unico in cui dovrebbero confluire tutte le risorse destinate attualmente ad iniziative di cooperazione, escluse quelle di competenza del ministero dell'Economia e delle finanze. Viene istituito inoltre il Cics, che costituisce la principale innovazione rispetto al testo presentato dal governo.
Il Capo III definisce gli ambiti di applicazione con riferimento ai contributi multilaterali, alle relazioni bilaterali, alle iniziative di carattere multibilaterale, all'emergenza umanitaria e alla più complessa questione della cooperazione decentrata e del coordinamento, in tale materia, tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali.
Al tema dell'Agenzia è dedicato il Capo IV. Questo per Tonini è la parte del documento più controversa in quanto proprio sul ruolo e sulla fisionomia della Agenzia sono emerse opinioni divergenti in seno al comitato ristretto. L'articolo 14 del testo snellisce la struttura dell'istituto, così come l'aveva disegnata il governo nella sua proposta, inserendo la figura del direttore e sopprimendo organi collegiali previsti dal disegno di legge delega n. 1537 come il Comitato direttivo. Vengono poi rimossi quegli elementi che ne avrebbero potuto configurare un ruolo politico, il quale spetta invece al ministro e al Cics.
I Capi V e VI sono rispettivamente dedicati alla partecipazione della società civile e alle norme transitorie finali. Nelle prossime sedute la commissione proseguirà l'indagine conoscitiva sulla politica della cooperazione allo sviluppo e sulle prospettive di riforma sospesa dalla Commissione in marzo per poi procedere alla fase emendativa, subito dopo la pausa natalizia delle attività parlamentari, per licenziare il provvedimento per l'Assemblea nelle prime settimane di lavoro del prossimo anno.