Raggiunta l'approvazione in Commissione Esteri del Senato del testo conclusivo sull'indagine conoscitiva relativa alla riforma della cooperazione. Un percorso in salita che, nonostante il risultato, non rischiara i forti dubbi rimasti
Fonte: Il Velino
La commissione Esteri del Senato ha approvato, lo scorso 26 febbraio, il documento definitivo sull' "Indagine conoscitiva sulla politica della Cooperazione allo sviluppo e sulle prospettive di riforma della relativa disciplina". L'ultima settimana è stata contraddistinta da una serie di incontri informali in cui senatori di maggioranza e opposizione hanno limato il testo definitivo. Nella riunione di martedì sono stati rimossi gli ultimi dubbi avanzati dai membri della Sinistra arcobaleno ed è stato così possibile approvare il documento conclusivo.
I senatori hanno licenziato un testo che la commissione Esteri della prossima legislatura potrà utilizzare come ossatura per mettere in cantiere la legge di riforma della Cooperazione attesa ormai da tre legislature. Purtroppo sono mancate le audizioni delle Organizzazioni non governative, che al testo di riforma avevano puntato molto, soprattutto per il rilancio del loro ruolo nel processo decisionale e di pianificazione. Le Ong hanno comunque espresso forti dubbi su alcuni punti focali come l'Agenzia di cooperazione e sul Cics, il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo.
Dubbi espressi anche da alcuni senatori che in commissione hanno chiesto per l'Agenzia un ruolo operativo - oltre che di mera esecuzione dei programmi - nonché un'adeguata articolazione territoriale. Resta l'amarezza di quelle migliaia di volontari che dalla riforma della cooperazione attendevano un ulteriore segnale di riconoscimento per il lavoro svolto. Segnali già evidenziati a Palazzo Madama dall'accordo di massima sul ruolo della cooperazione nella politica estera del nostro paese e dalla necessità che anche le prossime legislature vedano la nomina di un viceministro responsabile per la cooperazione.