Una delegazione istituzionale della città di Srebrenica ha incontrato il presidente della Provincia e il sindaco di Bolzano. La realizzazione di un Centro di storia e informazione nella città bosniaca, uno degli argomenti discussi
Fonte: Comune di Bolzano e Provincia autonoma di Bolzano
elaborazione di Osservatorio sui Balcani
Una delegazione istituzionale proveniente dalla città bosniaca di Srebrenica ha soggiornato per alcuni giorni nella Provincia autonoma di Bolzano sia per partecipare al convegno internazionale "Tredici anni dopo Dayton", quale futuro per Srebrenica e la Bosnia Erzegovina" tenutosi sabato 17 maggio su organizzazione della Fondazione Alex Langer Stiftung e con il coinvolgimento dell'Accademia Europea, sia per incontrare diverse figure istituzionali del territorio.
Il 15 maggio si è tenuto infatti a Palazzo Widmann l'incontro tra il sindaco di Srebrenica - Abdurahman Malkic - e il presidente del Consiglio Comunale Radomir Pavlovic, con il presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder. "Vogliamo contribuire ad una rilettura obiettiva della storia e a fissare quella tragedia nella memoria collettiva, per aiutare sulla strada della pacifica convivenza in tutta la regione", ha dichiarato Durnwalder in apertura di incontro.
Alla delegazione bosniaca il presidente ha illustrato gli sviluppi dell'autonomia altoatesina e in particolare il sistema scolastico e professionale per la formazione delle future generazioni. Dagli ospiti è giunto un grazie per i diversi progetti che la Provincia ha già avviato in Bosnia Erzegovina. "Ora ho chiesto di vedere il progetto e il piano di finanziamento del futuro Centro informativo, per dare modo poi alla Giunta provinciale di intervenire", ha concluso Durnwalder.
Il giorno seguente si è tenuto l'incontro tra la delegazione bosniaca e il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli. Srebrenica è stata teatro di una guerra durissima, col massacro nel luglio del 1995 di oltre 8.000 giovani e adulti bosniaco-musulmani ad opera delle truppe serbo-bosniache del generale Ratko Mladic. Tredici anni dopo Srebrenica subisce ancora le difficoltà del suo passato: la città è abitata in prevalenza da cittadini serbi, originari del luogo o rifugiati lì da altre parti della Bosnia, mentre solo una minoranza dei musulmani scacciati è potuta rientrare. La memoria divisa tra le due comunità è l'ostacolo principale per un ritorno alla normalità, insieme a condizioni economiche difficili e all'arretratezza dell'essere una zona periferica.
E' in questo contesto che si inserisce il progetto "Adopt Srebrenica", un progetto di partnerariato, che prevede un coinvolgimento attivo di amministrazioni pubbliche e associazioni italiane e internazionali. Anche il Comune di Bolzano ha dato il suo sostegno per la realizzazione della Prima Settimana Internazionale della Memoria a Srebrenica nell'agosto del 2007, partecipando attraverso un suo funzionario all'iniziativa.
Gli obiettivi di "Adopt Srebrenica" sono di contribuire alla rivitalizzazione della città, e insieme a promuovere un processo di confidence building e di dialogo interculturale tra le diverse componenti della comunità. Ciò anche attraverso la creazione, appunto, di un Centro Internazionale di documentazione e studi per la pace a Srebrenica. A tal fine il Comune di Srebrenica ha già messo a disposizione della Fondazione e di Tuzlanska Amica un ufficio nella Dom Culture e ha individuato un'ampia sede per le attività del progetto all'interno di un edificio in corso di ristrutturazione.