L'integrazione dei Balcani nell'Ue deve partire dal basso, dalla capacità delle comunità locali di mettersi in rete. Farlo con azioni concrete realizzate in maniera isnergica tra Italia e Balcani è lo scopo del Programma di cooperazione decentrata 'SeeNet II', presentato dalla Provincia di Trento lo scorso 15 dicembre
Fonte: Provincia autonoma di Trento
L'integragrazione dei Balcani nell'Unione europea deve partire dal basso, dalle comunità locali capaci di mettersi in rete: ne sono convinte realtà della cooperazione decentrata trentina, in particolare l'Osservatorio Balcani e Caucaso e il CSCB - Comitato Servizi Cooperazione coi Balcani che proprio con le comunità locali di Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia, Serbia, Macedona, Albania e Kosovo lavorano da tempo.
Una cooperazione che si apre ora a nuove prospettive con il Programma triennale SeeNet II, sostenuto dal minisitero Affari esteri italiano e che vede la Provincia autonome di Trento capofile di due azioni. Gli ambiti di intervento del Trentino sono quelli dell'informazione e divulgazione delle iniziative attuate, e quello della valorizzazione del turismo ambientale nei territori delle Municipalità di Scutari, Niš, Kraljevo, Niksic e Peja/Peć.
Lo scorso 15 dicembre presso la sede della Regione Trentino Alto Adige, a Trento, si è tenuta la presentazione del Programma (che ha come capofila la Regione Toscana) con gli assessori alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami e all'agricoltura Tiziano Mellarini ed i rappresentanti di Osservatorio Balcani e Caucaso, Luisa Chiodi, e del CSCB - Comitato Servizi Cooperazione coi Balcani (realtà che raggruppa le associazioni trentine attive in questo scenario), Emiliano Bertoldi.
Il Programma SeeNet II ha come obiettivo il coordinamento dell'azione dei diversi territori italiani che operano nei Balcani. È una sfida e un'opportunità al tempo stesso: fare sistema, trovare le giuste sinergie tra i territori per sostenere un percorso di vera integrazione europea, che parta dalla forza delle comunità locali. In questo contesto, Seenet 2 è un programma triennale che tocca diversi settori del governo del territorio: dallo sviluppo delle piccole imprese, alla valorizzazione del turismo, dal sostegno all'agricoltura alla protezione del patrimonio culturale. "L'obiettivo - ha spiegato l'assessore Beltrami - è quello di rinforzare le reti dei soggetti balcanici e italiani che già collaborano da dieci anni, creando un sistema di legami tra gli enti locali che sia continuativo ed afficace".
Il Programma SeeNet ha un raggio d'azione importante e complesso - ben 47 sono gli enti locali coinvolti, 7 i Paesi balcanici e 6 le Regioni italiane interessate - e può contare su una dotazione di risorse che supera gli 11 milioni di euro. La Provincia autonoma di Trento è impegnata con 1,2 milioni di euro, 300mila dei quali come finanziamento diretto a cui si aggiungono circa 60mila euro di valorizzazioni professionali, e 960mila euro di cofinanziamento del ministero Affari esteri. Da sottolineare, sempre a proposito del finanziamento del Programma, che le stesse comunità locali balcaniche coinvolte, ed è la prima volta che accade, partecipano con proprie risorse: "Un segnale importante - ha spiegato Emiliano Bertoldi del Comitato Balcani - perchè indica la grande convinzione che le sorregge". A "sborsare" di tasca propria un contributo per finanziare le azioni previste, sono anche, tra l'altro, gli stessi soci della Strada del Vino e dei Sapori della Vallagarina, in rappresentanza della quale è intervenuto il presidente Paolo Malfer. Il senso della presenza dell'associazione lo ha spiegato Tiziano Mellarini: "L'agricoltura - ha detto l'assessore - può dare molto nelle varie parti del mondo".
Informare e divulgare quanto si farà con SeeNet II è il compito principale di Osservatorio Balcani e Caucaso. "Raccoglieremo dati e faremo monitoraggi - ha spiegato la direttrice Luisa Chiodi - affinchè il contesto della cooperazione decentrata sia conosciuto, perchè è proprio l'informazione che rende sostenibile il nostro operato. Noi cerchiamo di costruire relazioni, valorizzando le esperienze positive e di successo. Mettiamo in contatto, mostriamo gli intrecci, e così facendo contribuiamo a costruire un'Europa dal basso attraverso le relazioni tra comunità. Per noi è fondamentale che la cooperazione decentrata sia affrontata non in maniera standardizzata ma consapevolmente rispetto al contesto locale".