Si è tenuta a Trento la presentazione di due libri, "Donne trentine della solidarietà" e "Donne per un altro mondo". Per conoscere l'importante ruolo che ricoprono le donne nei processi di ricostruzione e sviluppo
Fonte: Provincia autonoma di Trento
Loro, un altro mondo, lo stanno già costruendo. Quasi sempre in silenzio, senza cercare riflettori e visibilità, trasformando ogni difficoltà in un'opportunità. Ciò che stupisce è la semplicità con la quale, da persone normali, riescono a fare cose eccezionali. Sono le donne trentine della solidarietà internazionale e le donne dei paesi del "sud del mondo". Donne che prestano la propria vita, intelligenza, capacità organizzativa e sensibilità in Africa, America Latina, Asia, Oceania o nei Balcani per sostenere, concretamente, l'utopia che un altro mondo, più giusto ed equo, è possibile.
Di loro parlano due libri che le raccontano: "Donne trentine della solidarietà", curato dalla giornalista Ivana Buselli ed edito dall'Assessorato alla solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento, e "Donne per un altro mondo" a cura del giornalista roveretano Paolo Moiola e Angela Lano ed edito dalla casa editrice veronese delle sorelle Lucia e Cecilia Gabrielli. Più di 150 persone alla presentazione dello scorso 4 agosto, presso la sala stampa della Provincia, dei due volumi.
"Con la loro capacità di futuro - ha affermato l'assessore provinciale alle pari opportunità e alla solidarietà internazionale Iva Berasi - queste donne si sentono parte di un progetto di riscatto mondiale, globale, e con la loro capacità olistica di comprendere la complessità dei problemi dimostrano che questi non possono essere risolti se non con l'aiuto delle donne, l'unica carta che il mondo non ha ancora giocato".
Nell'ambito della solidarietà internazionale l'impegno della comunità trentina, dell'amministrazione provinciale (l'unica in Italia ad aver promosso una legge che destina una quota, lo 0,25 per cento, del bilancio provinciale a progetti di solidarietà, quasi 10 milioni di euro all'anno) e di tante amministrazioni comunali è noto e consolidato da molti anni. Particolare, però, è il ruolo che in tale ambito ricoprono le donne.
Le donne, soprattutto nel sud del Mondo, ma non solo, sono infatti coloro che maggiormente subiscono le conseguenze delle ingiustizie, ma nel contempo sono anche la prima e principale leva per innescare processi di emancipazione e autosviluppo. Per questo l'Assessorato provinciale alle pari opportunità e solidarietà internazionale ha promosso la "Rete Internazionale delle Donne per la Solidarietà", finalizzata a rinforzare i legami a livello mondiale tra gruppi di donne impegnate nella costruzione di un mondo più giusto, e a facilitare il finanziamento dei propri progetti di sviluppo.
Difficile dire quante siano le donne trentine della solidarietà attualmente impegnate nel Sud del mondo, concetto geografico che ormai abbraccia quasi tutto il pianeta. Il libro dell'Assessorato alla solidarietà internazionale racconta, per schede, i profili di 49 di loro, da Maddalena Dali, 26 anni, la più giovane, mediatrice culturale in Kosovo, a suor Colomba Banal, originaria di Vigo di Ton, che di anni ne ha ben 100 e che è in Colombia da 64 anni. Alla loro attività vanno le risorse destinate dalla Provincia di Trento a progetti di solidarietà internazionale, ma anche quelle di molti Comuni trentini, associazioni, parrocchie. Soldi ben spesi, anche perché - come scrive Iva Berasi nella prefazione al secondo volume - "un dollaro prestato ad una donna ha dieci possibilità in più di essere messo a frutto rispetto a un dollaro dato a un uomo".
Trentine sono anche alcune delle donne, come le giornaliste Anna Cestari e Francesca Caprini, che nel volume "Donne per un altro mondo" raccontano le esperienze di "Radio Voce delle donne afghane" o della "guerra dell'acqua" in Bolivia. "Il volume - ha spiegato Paolo Moiola - non racconta i problemi del Sud del mondo al femminile ma di come questi problemi sono stati superati dalle donne".
Affollatissimo, come detto, l'incontro di presentazione dei due volumi, al quale sono intervenuti, accanto all'assessore Berasi ed ai curatori dei due volumi, suor Roberta Paris, Nicoletta Gatti, don Carlo Speccher, Luciano Rocchetti, responsabili di associazioni di volontariato, sindaci e amministratori comunali, religiosi, missionari e familiari di queste meravigliose donne trentine della solidarietà, ambasciatrici nel mondo di una speranza che per il Trentino è come una seconda bandiera. Con un auspicio, espresso da Iva Berasi: "Che il loro impegno serva ai trentini per imparare ad essere solidali e accoglienti in casa propria, con gli stranieri che qui arrivano o che qui vivono da molti anni, molti dei quali continuano ad essere definiti extracomunitari anche se qui sono nati, e che garantiscono il nostro benessere".
Nel volume "Donne per un altro mondo", la sezione su Balcani e Caucaso è stata realizzata da Osservatorio sui Balcani con le storie della georgiana Nina Ananiashvili e della bosniaca Radmila Zarkovic. Si veda nella .