Aperte le iscrizioni per un Workshop internazionale di danza e teatro che si terrà a ottobre a Venezia. Parteciperanno anche giovani artisti di Belgrado e Sarajevo. Scopo di questa iniziativa, insegnare ai giovani ad utilizzare l'Arte come strumento di comunicazione e relazione, per la costruzione di un futuro di pace. L'iscrizione è gratuita
Fonte: Associazione Murata Giovani
Un progetto interculturale che sfrutta l'arte e le sue capacità comunicative, non solo per far incontrare giovani italiani con i loro coetanei balcanici, ma soprattutto per costruire ed insegnare ad entrambi che nella vita come nell'arte, nulla è scontato e che l'importanza delle relazioni che si possono instaurare durante il suo corso, possono aiutarci a ricostruire il nostro passato e porre le basi per il futuro.
Questo è l'obiettivo principale che si pone l'iniziativa, nata nell'ambito del progetto "Watching Outside", realizzato nell'ambito dei Piani Locali Giovani - Città Metropolitanee realizzata dall'Associazione Murata Giovani. Questo progetto è stato promosso dall'Assessorato alle Politiche Giovanili e Pace del Comune di Venezia, dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e vede coinvolte la Comunità di giovani artisti di Belgrado, il Pozorisni Klub Gest, il Gruppo Teatrale di Sarajevo, il Liceo Artistico M.Guggenheim di Venezia e il Teatro Via Rosse di Este.
Dieci giovani artisti di Belgrado e Sarajevo incontreranno gli studenti del Liceo Artistico M. Guggenheim in un Workshop di teatro e danza. Titolo guida del lavoro che li vedrà coinvolti sarà “Nel silenzio della mia terra ascolto”, sul cui tema i giovani sono invitati a riflettere e ad esprimere così le loro emozioni in un percorso laboratoriale. L'intento è quello di stimolarli alla conoscenza ed al confronto con diverse tecniche artistiche, intivitandoli ad immaginare una possibile relazione tra esse, nonostante e con l'apporto di formazioni artistiche diverse. Un progetto di Murata Giovani su idea e sotto la direzione della regista e coreografa Matilde Tudori, che già ha lavorato contro le gabbie, fisiche (come gli ospedali psichiatrici e con persone imprigionate in corpi mutilati o paralizzati) e mentali, come l'intolleranza e la discriminazione: “Creare una coreografia è per me insegnare ad una persona a creare uno spazio di relazione e insieme di libertà interiore”.
Questo scopo intende raggiungerlo mediante l'inserimento di elementi di Contact Improvisation, un tipo di danza che prevede un contatto continuo tra i due danzatori e che richiede pertanto un costante ascolto l'uno dell'altro.
Le diverse attività proposte di teatro e danza sono divise nelle giornate secondo specifici laboratori artistici, che avranno sede nella Palestra Ex Silvio Pellico di Mestre. Le iscrizioni sono aperte e gratuite, ma a numero chiuso. Pertanto le domande verrato accettate in ordine temporale.
Il risultato primo atteso che sottende a tutto il progetto è la "relazione": Le relazioni che speriamo si creino attraverso questo progetto sono innumerevoli. Innanzi tutto "relazioni di pace". Se non spiegato, questo concetto, potrebbe apparire scontato e retorico, ma scoprire che quello che per giovani italiani è scontato non lo è assolutamente per giovani della ex-Jugoslavia, dà forza e necessità a questo progetto. Tutta l’area dei Balcani, attraversata dalla guerra del ‘92/’99, è a tutt’oggi luogo di sofferenze e di destabilizzanti contraddizioni. Proporre l’incontro tra giovani che devono elaborare un futuro di pace per la loro terra, può costituire un piccolo passo nella costruzione delle relazioni che questi paesi devono necessariamente ricostruire. Un incontro in campo geograficamente neutro e in un ambito “neutralmente attivo” come quello artistico, può forse costituire un ideale spazio di confronto.
Laddove la razionalità, le trattative, i tribunali di guerra falliscono i loro intenti, l’Arte, intesa come linguaggio comune dell’Umanità, opera una sospensione del tempo a favore di quell’ “istante infinito” in cui si rivela unico e uguale il cuore dell’uomo. Altro importante risultato atteso è quello della conoscenza da parte dei ragazzi italiani di una realtà a noi molto vicina, ma, nelle sue radici storiche, assai poco conosciuta e lontana.