Il giornalista turco Ahmet Hakan è stato aggredito di fronte alla sua abitazione, riportando fratture al naso e alle costole. I quattro presunti responsabili sono stati arrestati
(Originariamente pubblicato da Bianet il 1° ottobre 2015, titolo originale Journalist Ahmet Hakan Attacked )
Il 30 settembre Ahmet Hakan, giornalista del quotidiano Hürriyet e conduttore televisivo, è stato aggredito da quattro persone di fronte alla sua abitazione ad Istanbul. Il fatto è avvenuto poco dopo la presentazione del suo nuovo show televisivo “Tarafsız Bölge” (Zona Neutrale) sul canale CNN turco. Tre sospettati sono stati catturati già durante la notte, mentre uno di loro è stato arrestato il mattino seguente.
Il giornalista ha riportato fratture al naso e alle costole. Subito dopo l'aggressione è stato trasportato all'ospedale, dove sono accorsi a fargli visita il caporedattore e l'editorialista di Hürriyet, Sedat Ergin e Ertuğrul Özkök, assieme al direttore generale della Doğan News Agency (DHA), Uğur Cebeci. Hakan ha lanciato un messaggio tramite il caporedattore Ergin: “Terrò duro, anche dopo questi attacchi. Non ho paura e andrò avanti seguendo i miei principi.”
I presunti autori del pestaggio sono stati arrestati e portati al Dipartimento di Polizia di Istanbul. I sospettati A.G., K.E., F.E. e U.A. hanno dichiarato che una lite sarebbe cominciata per via del traffico, e di lì a poco sarebbe iniziata una zuffa.
Hakan, prima dell'aggressione, aveva ricevuto delle intimidazioni. Abdurrahim Boynukalın, giovane deputato del Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) di İstanbul, aveva partecipato all'attacco contro la sede del quotidiano Hürriyet il 7 settembre; in quell'occasione è stato sentito affermare che “E' stato un errore non averli picchiati [i giornalisti] già in passato.” L'editorialista del quotidiano Star, Cem Küçük, aveva minacciato Hakan nella sua rubrica il 9 settembre: “Ahmet Hakan è uno schizofrenico e un ladro filo-PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan)” - aveva scritto - “Pensa di vivere ancora ai vecchi tempi. Se volessimo, saremmo in grado di schiacciarlo come un verme. Se è ancora vivo, è solo perché abbiamo pietà di lui.”
Il primo ministro Ahmet Davutoglu ha così commentato le parole di Boynukalın: “Non approvo le sue espressioni. I suoi commenti in ogni caso non sono ponderati: sono solo ragazzate, e non si riferiscono di certo ad un nostro disegno comune”.
Secondo le notizie del quotidiano Hürriyet, gli avvocati di Hakan avevano richiesto delle misure di sicurezza per il loro cliente, ma in 17 giorni non sono riusciti ottenere una risposta dal Dipartimento di Polizia di Istanbul.
Abdurrahim Boynukalın, dopo l'aggressione di Hakan, ha twittato questo messaggio: “Siamo puliti. Non siamo saccheggiatori che rompono le vetrine a colpi di pietre e bastoni [cita l'espressione adoperata dal caporedattore di Hürriyet nella sua intervista alla CNN dopo l'assalto alla sede del suo quotidiano], né tantomeno così volgari da picchiare un giornalista di fronte a casa sua. Auguro ad Ahmet Hakan una pronta guarigione e spero che siano individuati i colpevoli.”
Molti giornalisti, tra cui Hasan Cemal, Kadri Gürsel e Can Dündar, a loro volta hanno rilasciato attraverso i social media dei commenti sull'aggressione. Il tweet del caporedattore del quotidiano Hürriyet diceva: “Hakan aveva richiesto protezione perché era stato minacciato, ma l'aggressione non è stata impedita. Anche nel 2015 la vita dei giornalisti è costantemente in pericolo … ed io sono molto preoccupato”.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto
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