9 novembre 2012

di Nadj Abonji Melinda
casa editrice: Voland
anno di pubblicazione: 2012
collana: Amazzoni
pagine: 256
prezzo: 14,00 euro
Traduzione di Roberta Gado

La famiglia Kocsis – padre, madre e due figlie, Nomi e Ildikó – torna dopo anni in Voivodina, nel nord della Serbia, regione dove vive la minoranza ungherese a cui appartiene. Questo è solo uno dei tanti viaggi di ritorno alla propria terra che i Kocsis compieranno. Emigrati tempo prima in Svizzera, dopo vari lavori precari, i Kocsis riescono a farsi una posizione prendendo in gestione un’elegante caffetteria sul lago di Zurigo. Ma quello che sembra il risultato finale di un lungo processo di integrazione si rivela solo un’illusione. Con lo scoppio della guerra in Jugoslavia e il successivo arrivo di profughi in Svizzera, riemergono tutti i problemi di identità che parevano superati. Un romanzo sulla difficile ricerca di una nuova patria e nello stesso tempo sul legame indissolubile con le proprie radici. E la voce è quella della giovane Ildikó, che osserva con occhio ironico la storia della sua famiglia mentre conduce una vita in bilico tra due realtà: quella svizzera a cui non è mai davvero appartenuta, e quella della minoranza ungherese in Serbia a cui già non appartiene più.

 

Melinda Nadj Abonji, scrittrice e musicista, è nata nel 1968 a Becsej, in Serbia, ma è cresciuta e vive in Svizzera. Nel 2004 è uscito il suo primo romanzo Im Schaufenster im Frühling (In vetrina a primavera), che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Nel 2010 ha ricevuto, prima nella storia, sia il Deutscher Buchpreis sia il Schweizer Buchpreis per Tauben fliegen auf, in italiano Come l’aria, con la motivazione di aver offerto il “ritratto di un’Europa in piena mutazione che non ha ancora chiuso i conti con il suo passato”. I diritti di traduzione del romanzo sono stati venduti in 16 paesi, tra cui Francia, Spagna, Svezia, Israele.