4 dicembre 2012
di Gëzim Hajdari
casa editrice: Besa
anno di pubblicazione: 2012
collana: Nuove Lune 84
pagine: 212
prezzo: 17,00 euro
Traduzione in italiano con testo originale a fronte
La lirica popolare albanese – appartenente a una cultura prealfabetica – è riuscita a conservare fino a oggi i valori etici e morali del passato, tramandandoli da una generazione all’altra attraverso bardi e rapsodi. Essi rispecchiano l’anima, lo spirito e gli ideali del popolo albanese, dentro e fuori dai suoi territori geografici. Sono stati proprio i canti popolari che hanno mantenuto viva la memoria collettiva della nazione nei momenti bui e tragici della storia, arricchendo così la tradizione culturale e l’identità stessa degli shqipëtar.
Per la prima volta si propone al lettore italiano il ciclo dei canti lirici popolari dei nizàm (così venivano chiamati in turco i soldati albanesi che combattevano per conto della Grande Porta di Istanbul), parte del patrimonio culturale del paese delle aquile e finora sconosciuti al di fuori dei confini nazionali. Sono di una bellezza rara e unica. Vengono cantati dagli uomini nelle cerimonie e nei matrimoni e tramandati di padre in figlio.
Gëzim Hajdari è uno dei maggiori poeti europei. Nel corso della sua intensa attività di esponente politico e di giornalista d’opposizione ha denunciato pubblicamente e ripetutamente i crimini, gli abusi e le speculazioni della vecchia nomenclatura comunista di Enver Hoxha e dei recenti regimi postcomunisti mascherati. Dal 1992 vive come esule in Italia. La sua opera si sviluppa all’insegna del bilinguismo tra Italia e Albania.