22 febbraio 2011

di Ardian-Christian Kyçyku
casa editrice: Zandonai
anno di pubblicazione: marzo 2011
collana: I piccoli fuochi
pagine: 128
prezzo: 13,00 euro
presentazione di Elvira Dones

"Mi svegliai tutto sudato e mi accorsi di essere entrato in una di quelle dimensioni pericolose in cui ti conduce la lontananza, dove mi potevano schiacciare e fare a pezzi – perché sentire la mancanza di qualcuno non è altro che vivere in anticipo, senza poterci fare nulla, la sua inevitabile perdita – e non avevo certo una vita in più per star lì a sprecare questa."

Nell’Albania socialista un giovane studente fa ritorno nella sua piccola città natale in riva a un lago. L’inerzia degli amici d’infanzia, la sonnolenza dei luoghi, la consueta, implacabile curiosità con cui la gente spia le vite altrui non possono che alimentare la nostalgia per la donna amata e il desiderio di essere altrove. Uno smottamento improvviso del terreno blocca la ferrovia – unica via di fuga – e la breve visita si trasforma in un soggiorno prolungato che assume i tratti di un incubo. Così, mentre la neve cade copiosa dal grigio cielo invernale e la realtà pian piano perde i suoi contorni naturali, una fugace storia d’amore e un cruento omicidio fanno sprofondare il protagonista nel gorgo delle sue più segrete ossessioni.

Lirico e visionario, ironico e violento, il romanzo di Kyçyku ci trascina in un vorticoso susseguirsi di voci e apparizioni, passioni divoranti e febbrili attese, in un processo di disgregazione psichica solcato dai bagliori di un arcano erotismo. Fino a tradursi – come sottolinea Elvira Dones nella sua Presentazione – in un «generoso invito alla bellezza sublime».

 

Ardian-Christian Kyçyku (1969), scrittore e giornalista, è uno dei più interessanti e apprezzati autori contemporanei di lingua albanese. Nato a Pogradec, cittadina sul lago di Ocrida che fa da scenario a I fiumi del Sahara, da circa vent’anni vive e lavora a Bucarest. La sua ricca produzione letteraria è bilingue. Ha infatti al suo attivo una ventina tra romanzi, novelle e drammi teatrali in albanese e altrettante prose in romeno.

Nostra intervista all'autore