5 febbraio 2015
di: Maarten van Aalderen
casa editrice: Albeggi Edizioni
anno di pubblicazione: 2015
pagine: 152
prezzo: 15,00 euro
Un libro, questo in uscita il 18 febbraio per Albeggi Edizioni, che potrà interessare chi opera nel mondo della politica, del giornalismo, della comunicazione, stranieri che vivono in Italia, manager e imprenditori che esportano i propri prodotti all’estero, viaggiatori e amanti della cultura dello stivale. Ma soprattutto un libro che rende orgogliosi tutti gli italiani. Maarten van Aalderen vive in Italia da molti anni e da altrettanti osserva il nostro Paese attraverso la lente della stampa estera, della cui associazione professionale è stato quattro volte Presidente. Maarten ha capito che, in un momento in cui l’Italia sta attraversando una grave crisi da diversi punti di vista, in cui l’autolesionismo dilaga, al Paese serve una scossa positiva per risollevarsi, rialzare la testa, proprio come l’Icaro raffigurato in copertina. Maarten ha dato voce un gruppo di colleghi corrispondenti stranieri chiedendo loro cosa amano del Paese che li ospita. Il giudizio estero sul Paese non può essere ridotto al rating di qualche potente agenzia che controlla i conti, eventualmente accompagnato dal severo giudizio di un Capo di Governo straniero particolarmente rigido o dal senso di superiorità di un nordeuropeo che può vantare un livello di corruzione più basso nel proprio Paese, sostiene l’autore. L’Italia e l’immagine dell’Italia nel mondo, per la verità e per fortuna, sono molto più di questo. Sono convinto che chi non vede nulla di buono nell’Italia deve cambiare occhiali, oppure Paese. Il giornalista tedesco Udo Gümpel ad esempio è colpito dalla capacità degli italiani di tirarsi fuori, con grande creatività e fantasia, dalle situazioni più disastrose. È difficilissimo per un altro Paese copiare la creatività, la capacità di adattamento e l’elasticità culturale degli italiani, ma le energie di cui il Paese dispone devono trovare più spazio nella società, sostiene. Gli fanno eco la giornalista brasiliana Gina de Azevedo Marques, che ama la capacità degli italiani di saper prendere in giro se stessi attraverso un’autoironia dissacrante, e la turca Esma Cakir, che fa l’elogio della convivialità a tavola. E a proposito di tavola, lo spagnolo Rossend Domènech si lancia in un appassionato racconto dell’esperienza di Slow Food, mentre il finlandese Petri Burtsov loda Eataly, a suo avviso un biglietto da visita importantissimo per l’Italia e la dimostrazione che il privato in Italia può andare molto bene. E non è l’unico esempio. La giornalista americana Monica Larner cita quello del vino: l’Italia oggi ha più di tremila qualità di uva, di cui settecento sono ufficialmente registrate. Nessun altro Paese del mondo ne può vantare così tante. La russa Elena Pouchkarskaia dal canto suo ha studiato a fondo il “caso” Loro Piana, visitando anche gli stabilimenti dove ha notato che la parola “moda” ha un significato negativo, cioè è intesa come un modo temporaneo di apparire. Quello che è importante per Loro Piana è invece la capacità di durare dei prodotti. L’imprenditore ritiene che il petrolio italiano sia il pensiero e la capacità di creare, lo spirito innovativo. La giornalista algerina Nacéra Benali è colpita dal senso di solidarietà che caratterizza gli italiani e dalla forte presenza di volontariato su tutto il territorio. Nonostante le difficoltà che hanno, sono sempre disponibili ad aiutare gli altri. Quale altro paese ha questi continui flussi di immigrati? Eppure i lampedusani li aiutano. Aprono perfino le loro case per accoglierli. La segue la giornalista romena Mihaela Iordache che nel ricordare l’impegno della Comunità di Sant’Egidio come buon esempio delle qualità italiane, cita quanto detto da Papa Francesco sulla necessità del dialogo interreligioso: È giunto il tempo che i capi delle religioni cooperino con efficacia all’opera di guarire le ferite, di risolvere i conflitti e di cercare la pace.
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