All’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, le prime pagine dei giornali titolano: “Un disastro nucleare dietro l’angolo”. L’attacco a Zaporizhzhia porta i giornalisti a rivangare l’incubo atomico, aggiungendo che, “se la centrale dovesse esplodere, sarà sei volte peggio di Chernobyl”. In breve, le “sei volte Chernobyl” vengono innalzate a “venti Chernobyl” dalla stessa Energoatom, l’agenzia di Stato ucraina per l’energia atomica. A oggi, tuttavia, non è stata intrapresa alcuna azione volta al danneggiamento di una centrale, ma il terrore di un incidente nucleare continua a riempire i rotocalchi e le trasmissioni dedicate alla guerra in Ucraina.
In questo volume, il ricercatore scientifico Piergiorgio Pescali cerca di capire quanto la minaccia nucleare, uno spettro agitato ogni volta che le grandi potenze avviano il loro macchinario bellico, sia un’ipotesi verosimile. Attraverso l’analisi dell’arsenale atomico russo – derivato direttamente da quello sovietico, di cui mantiene ancora oggi la struttura operativa e logistica – Pescali mostra quali sono gli apparati militari atti a trasportare e lanciare ordigni nucleari, dove sono dislocate le basi atomiche e quali progetti si stanno avviando per il futuro.
Addentrandosi poi nel campo civile delle centrali nucleari ucraine, impiegate per la fornitura di energia, Pescali illustra il funzionamento della fissione nucleare e analizza gli impianti che contengono i quindici reattori di Kiev, chiarendo quale sia l’effettivo pericolo di un incidente atomico e quale potrebbe essere il futuro di questa industria in Ucraina.