29 gennaio 2018
di Silvia Cuttin
casa editrice: Pendragon
collana: Linferno
anno di pubblicazione: 2017
pagine: 334
prezzo: 16,00 euro
Fiume, 1920. In una delle case in stile liberty della città vivono famiglie di diverse identità, cultura e provenienza: italiani, ungheresi, ebrei polacchi, croati. Da qui comincia il romanzo che attraversa circa ottant'anni, nel corso dei quali le vicende degli abitanti di via Rossini scorrono parallele a quelle di Fiume, all'inizio corpus separatum del Regno di Ungheria, poi Stato libero prima di diventare italiana, quindi annessa alla Germania, jugoslava e infine croata. Fonte e mediatrice del racconto è Elena Superina, la cui intensa e complessa esperienza umana introduce e filtra i grandi fatti della storia del Novecento, che ha visto in questa città a maggioranza italiana un importantissimo teatro di accadimenti complessi e ancora oggi di difficile comprensione e accettazione. Vera protagonista del romanzo, basato su fatti storici realmente accaduti, resta Fiume, che si esprime in fiumano, croato e yiddish, che non è jugoslava, non è ungherese, non è solo italiana ma, come i grandi personaggi, ha un'individualità irriducibile. Il vento degli altri è un romanzo di voci, che vuole trasformare la memoria in presenza, il tempo del passato nella storia di tutti.
Silvia Cuttin è nata a Bologna. Le sue origini mitteleuropee l'hanno però portata a interessarsi ai luoghi, vicini e lontani, di provenienza della sua famiglia. Tra questi, anche Fiume, da lei riscoperta in tempi recenti. Ha scritto il romanzo 'Ci sarebbe bastato' (Epika Edizioni, 2011) e, per Pendragon, 'I Giardini Margherita' (2008, come coautrice) e 'Il vento degli altri' (2017).